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Licenziamenti Facebook: perché Meta si prepara a licenziare migliaia di dipendenti? Tutte le difficoltà delle Big Tech

Dopo anni di utili e rialzi in Borsa, le big tech stanno affrontando pesanti difficoltà che si ripercuotono sulla loro forza lavoro. Da Facebook a Snap, ecco chi ha annunciato licenziamenti

Licenziamenti Facebook: perché Meta si prepara a licenziare migliaia di dipendenti? Tutte le difficoltà delle Big Tech

Il terremoto che sta colpendo le big dell’HI Tech statunitensi comincia a mostrare le prime conseguenze. Dopo i licenziamenti effettuati da Twitter con l’arrivo di Elon Musk, adesso anche Meta Platforms, il colosso che controlla Facebook, Instagram e WhatsApp, potrebbe annunciare licenziamenti su larga scala. Lo rivela il Wall Street Journal, secondo cui la società di Mark Zuckerberg, nel corso di questa settimana potrebbe annunciare migliaia di licenziamenti per far fronte alla crisi manifestatasi nell’ultimo periodo. Nel frattempo si allunga l’elenco delle big tech che stanno riducendo la loro forza lavoro. Dopo la corsa degli ultimi anni, infatti, il settore sta affrontando sempre maggiori difficoltà e sono sempre di più gli esperti che parlano di una “bolla pronta ad esplodere”.

Meta verso migliaia di licenziamenti: perché?

Ad oggi Meta Platforms ha 87.314 dipendenti, il 28% in più rispetto a un anno fa. Se la notizia diffusa dal Wall Street Journal fosse confermata, sarebbe la prima volta in 18 anni di storia che la società attua una riduzione di personale così marcata. 

Secondo il quotidiano economico statunitense, gli imminenti licenziamenti a Meta riguarderanno “migliaia di persone”. Il tutto allo scopo di tagliare i costi del 10%. Sui profitti della società, infatti, pesa non solo la crisi economica globale innescata dalla guerra in Ucraina da parte della Russia, ma anche le ricadute dell’investimento sul Metaverso.

Il mese scorso, Meta ha registrato un calo del 50% dei profitti trimestrali e il suo secondo calo consecutivo delle vendite. Il colosso di Menlo Park ha spiegato che avrebbe “apportato cambiamenti significativi su tutta la linea per operare in modo più efficiente”, anche riducendo alcuni team e assumendo solo nelle aree di massima priorità.

“Nel 2023 concentreremo i nostri investimenti su un piccolo numero di aree di crescita ad alta priorità – ha detto il CEO Mark Zuckerberg nella call con gli analisti – Ciò significa che alcuni team cresceranno in modo significativo, ma la maggior parte degli altri rimarrà stabile o si ridurrà nel prossimo anno. Nel complesso, prevediamo per concludere il 2023 con all’incirca le stesse dimensioni o addirittura con un’organizzazione leggermente più piccola di quella che siamo oggi”. 

Twitter richiama alcuni dei dipendenti licenziati

Nel frattempo, in casa Twitter, Elon Musk fa un parziale dietrofront. Dopo aver licenziato venerdì scorso metà della sua forza lavoro, la società sta ora contattando decine di dipendenti, pregandoli di ritornare al loro posto. A rivelarlo è Bloomberg. Secondo l’agenzia, alcuni dipendenti sono stati mandati via per errore, mentre per altre funzioni, Twitter si è resa conto di quanto fossero importanti alcuni lavoratori dopo averli messi alla porta. 

E le altre Big Tech?

Amazon, la settimana scorsa, ha annunciato di aver congelato le assunzioni. “Prevediamo di mantenere questa pausa in atto per i prossimi mesi e continueremo a monitorare ciò che stiamo vedendo nell’economia e nel business per adeguarci come riteniamo sensato”, ha affermato Beth Galetti, senior vice-president of People Experience and Technology presso Amazon.

E ancora: Il colosso dei pagamenti Stripe ha annunciato il licenziamento del 14% dei suoi dipendenti a causa dell’aumento dell’inflazione, dei timori su una possibile recessione, dei tassi di interesse più elevati e via dicendo. Lyft, licenzierà il 13% della sua forza lavoro, ovvero oltre 680 dipendenti, per ridurre i costi dell’azienda e far fronte all’indebolimento dell’economia, Snap, la società madre di Snapchat, aveva licenziato il 20% dei suoi dipendenti già ad agosto.

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