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Libri per l’estate: “Contadini e proprietari nelle grandi aziende agrarie toscane” di Olschki

Olschki Editore

Oggi parliamo di un volume edito nel 2024 da Leo Olschki dal titolo: Contadini e proprietari nelle grandi aziende agrarie toscane. Tardo Medioevo-prima Età Moderna a cura di Francesco Borghero e Sergio Tognetti. Il volume parla della trasformazione del paesaggio agrario della toscana e dei rapporti più o meno conflittuali tra contadini e proprietari. Ne emerge un universo agrario come struttura portante della tardomedievale e di antico regime, analizzata grazie ad una accurata ricerca di documentazione notarile e amministrativa degli inventari e libri contabili del periodo.

Un esempio sono le fonti per la proprietà fondiaria del capitolo della Cattedrale di Siena. Un grande patrimonio?

La prima domanda riguarda la possibilità di annoverare il capitolo della cattedrale di Siena tra gli enti ecclesiastici della città e della diocesi. Per stabilire il peso economico del patrimonio capitolare agli inzizi del ‘300 è inevitabile il ricorso alla Tavola delle Possessioni. Il capitolo e i canonici della chiesa maggiore risultano avere un patrimonio stimato in 8.173 lire, 11 soldi e 8 denari. (pag.82)

Terre e contadini della Badia fiorentina

Il monastero di S.Maria a Firenze, meglio noto come Badia fiorentina è un luogo urbano di antica e prestigiosa fondazione, eretto all’interno del perimetro murario tardo-antico e alto-medievale. Ebbe un ruolo centrale nello sviluppo religioso, culturale e politico di Firenze durante i secoli XII, XIII e XIV. La rendita fondiaria era superiore di quasi tre volte quella generata dagli immobili urbani. Il grosso delle terre disponeva in uno spazio suburbano che arrivava sino a quattro-cinque chilometri dalla città. (pag.101,103)

Contadini su terre dei Medici

Nei vent’anni che vanno dal 1427 al 1449 gli investimenti realizzati dai Medici del “ramo di Cafaggiolo” sono particolarmente significativi. Partendo dai dati del catasto del 1427 si evidenzia la concentrazione della proprietà medicea in un’area coesa del Mugello che copre le porte su un territorio centrale nei rapporti con Firenze e il proprio contado. Un territorio che conosciamo bene anche grazie all’affresco per parole dei Ricordi di Giovanni di Pagolo Morelli, dove “il più bel paese che abbia il nostro contado” è descritto del “piano domestico… tutto lavorato e adornato di tutti i beni come un giardino” fino ai poggi e ai “vaghi monti”, e dove l’abbondanza della produzione comprendeva grano, biade, frutti, vino, olio, legname, castagne, “tanto bestiame che si crede che fornisca Firenze per la terza parte”, oltre a formaggio, “panno agnellino” e varia selvaggina. (pag.130)

Proprietari e contadini nelle fattorie serritori tra Valdarno e Valdichiano nella seconda metà del ‘600

La presenza dei Serritori a Fligine fu a lungo una presenza assai ingombrante, anche solo dal punto di vista economico. Se i Serritori rappresentarono in maniera esemplare, fin dal XV secolo e per tutta l’età moderna, nonostante la grande proprietà nella loro terra di origine continuarono ad essere attratti dagli investimenti fondiari anche in altre zone del Granducato. Del resto, la grande proprietà fondiaria continuava ad essere un possibile affare economico per tutto il corso del lungo XVI secolo in una fase di tendenziale crescita della popolazione e di diffusa crisi economica. (pag.162-163)

Gli autori:

Francesco Borghero (Cagliari, 1992), dottore di ricerca in Storia Medievale presso l’Università degli Studi di
Firenze e in seguito borsista e assegnista di ricerca presso il medesimo ateneo e l’Università degli Studi di Siena, si occupa di storia socio-economica e istituzionale del tardo Medioevo italiano, con una focalizzazione sul notariato, sulle istituzioni ecclesiastiche e religiose della Toscana e sulle realtà istituzionali e sociali della Sardegna. Oltre ad articoli e recensioni su riviste scientifiche e volumi miscellanei, è autore della monografia Ser Lando di Fortino dalla Cicogna. Notariato e ascesa sociale a Firenze nel tardo Medioevo, Firenze, Olschki, 2024. Dal 2022 è membro della segreteria di redazione della rivista «Archivio Storico Italiano».
Sergio Tognetti (Firenze 1969) insegna Storia medievale e Storia economica e sociale del Medioevo presso
l’Università di Cagliari. I suoi studi sono rivolti soprattutto alla storia economica del basso Medioevo e del Rinascimento, con particolare riguardo per le vicende del commercio, della banca e delle manifatture. Recentemente si è interessato alla gestione amministrativa e contabile degli ospedali e degli enti religiosi. La sua ultima monografia è Osservanza e partita doppia. La contabilità della Badia fiorentina nel primo Rinascimento, Firenze, Edifir, 2023. Attualmente coordina due progetti di ricerca: “Redde rationem”: ordine, calcolo e ragione nelle società urbane dell’Italia tardo medievale (PRIN) e La ricchezza della Chiesa e dei “luoghi pii” in Italia dal tardo Medioevo all’età contemporanea (progetto finanziato dalla Fondazione di Sardegna).

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