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Libri, la (lieve) ascesa dell’ebook e l’inesorabile caduta del cartaceo

In due anni, il fatturato è calato del 14% – Le vendite di ebook sono raddoppiate, ma si parla sempre di numeri a una cifra, e pure bassa (dall’1 al 2%) – E mentre le librerie si svuotano o chiudono, aumentano le persone che ordinano i volumi via Internet e se li fanno mandare a casa – Ma la crescita dell’online non basta a salvare il mercato del libro

Libri, la (lieve) ascesa dell’ebook e l’inesorabile caduta del cartaceo

Le pagine sono sempre più ingiallite. E libri, tomi, volumetti, tascabili e hard cover rimangono sugli scaffali delle librerie, a prendere polvere e ad accelerare la chiusura della saracinesca. In Italia si vende poco e le persone che entrano in un negozio, sfogliano qualche opera e poi vanno in cassa sono quasi il 14% in meno di due anni fa. In compenso, aumentano quelli che – armati di tablet – si scaricano un ebook comodamente seduti sulla propria poltrona. Ma l’aumento della pattuglia dei lettori hi-tech non basta a salvare un settore in crisi.

Nei primi otto mesi del 2013, il mercato del libro registra un -5,4% nei canali trade – vale a dire librerie, Internet e grande distribuzione – rispetto allo stesso periodo del 2012, l’annus horribilis dell’editoria. In due anni, il fatturato è sceso del 13,6%. I dati sono contenuti nel Rapporto a cura dell’ufficio studi dell’Associazione Italiana Editori sul mercato editoriale 2012 e i primi mesi del 2013.

L’anno scorso – l’apocalittico 2012 – i canali trade erano calati del 7,8%, mentre il mercato complessivo era arrivato a un -8,4%. Il giro d’affari del settore va poco oltre i 3 miliardi di euro. Ma se escludiamo il cosiddetto “non book” (gadget et similia e usato), si scende a 2,86.

Il mercato degli ebook è raddoppiato, ma bisogna considerare che fino a poco tempo fa si era ancora all’anno zero. In realtà, è in generale Internet a salvare – almeno parzialmente – la situazione. Perché se nelle librerie ci entrano in pochi, sono sempre di più le persone che ordinano un volume on line e se lo fanno recapitare a casa: nel 2008 erano il 3%, oggi l’11%. Per gli ebook, in realtà, il calcolo non è così semplice, causa assenza dei dati di vendita di molti editori. Sembra comunque che il settore nel 2012 abbia raggiunto una quota di mercato compresa tra l’1,8 e il 2 per cento. Alla fine del primo semestre 2011 si era sotto lo 0,5%. A dicembre di quell’anno la percentuale era 0,9. Con questi ritmi, anche se si parla di numeri modesti, gli esperti si aspettano un risultato vicino al 5% entro fine 2013.

Secondo i dati degli editori, in Italia il 46 per cento della popolazione sopra i 6 anni è costituito da lettori attivi. Si tratta di oltre 26 milioni di persone. I lettori considerati medi o forti (chi legge più di 7 libri l’anno) comprano tra il 39 e il 43% dei libri in vendita.

Dalla Fiera del libro di Francoforte, Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori, fa precise richieste alla politica: una vera promozione del libro e della lettura, un’IVA parificata tra ebook e libri di carta, il riconoscimento della centralità dei contenuti all’interno dell’agenda digitale, un aggiornamento serio, non improvvisato, delle normative sul diritto d’autore.

Insomma, oggi – nel 2013 – i sussidi non servono più, né c’è bisogno di chiederli. Quel che serve sono solo – e banalmente – lettori. On line e off line. Ovunque essi siano.

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