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Libra bocciata al G7: “Non può diventare una valuta”

FIRSTonline

Libra, la criptovaluta messa in cantiere da Facebook, è riuscita nell’impresa di mettere d’accordo i grandi del G7. “Non può diventare una valuta sovrana – ha sentenziato Bruno Le Maire, ministro dell’Economia francese e padrone di casa della riunione, che si tiene a Chantilly – Bisogna considerate tutti i rischi legati al riciclaggio di denaro e al finanziamento del terrorismo internazionale”.

Su Libra “condivido le preoccupazioni del ministro del Tesoro Usa, Steven Mnuchin – ha continuati Le Maire – Ci sono una serie di requisiti, di regole che hanno le valute sovrane e che non sono rispettati dal progetto Libra. Prima di tutto è un problema di sovranità: non possiamo accettare di avere una nuova valuta con lo stesso potere di una valuta sovrana ma senza le stesse regole prudenziali, impegni e obblighi. Inoltre, abbiamo speso molti anni prima di avere regole condivise sull’antiriciclaggio e il finanziamento del terrorismo”, che Libra non rispetterebbe.

Mnuchin aveva detto lunedì che Libra “preoccupa seriamente”, perché pone un “tema di sicurezza nazionale”.

Al G7 era presente anche il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, che il 12 luglio all’assemblea Abi aveva avvertito sulla possibilità che Libra possa “cambiare le modalità con cui si manifestano i tradizionali rischi di liquidità, di mercato e di insolvenza, ma non può eliminarli”. Anzi, se ne aggiungono altri: protezione delle risorse dei risparmiatori, privacy, riciclaggio, finanziamento del terrorismo, evasione fiscale ed “effetti negativi sulla stabilità monetaria e finanziaria”, visto che Libra potrebbe essere usata da 2,4 miliardi di persone.

Anche il direttore generale ad interim del Fmi, David Lipton, ha individuato vari rischi: “L’emergere potenziale di nuovi monopoli, con implicazioni su come i dati personali vengono monetizzati; l’impatto sulle valute più deboli e l’espansione della dollarificazione; le opportunità per le attività illecite; le minacce alla stabilità finanziaria e le sfide per le aziende che emettono e dunque guadagnano una grande quantità di denaro, cosa che prima era appannaggio delle banche centrali”.

Tuttavia, Facecook respinge le accuse, sostenendo che Libra è “un’alternativa efficiente, a basso costo e sicura, uno strumento di pagamento e non di investimento, non interferirà con la politica monetaria e punta a prevenire il riciclaggio di denaro”.

AGGIORNAMENTO

In un documento ufficiale pubblicato alla fine del G7 si legge che le nuove criptovalute come Libra, definite “stable coin” per il loro sottostante rappresentato da una o più valute sovrane, possono essere sviluppate se vengono rispettati alcuni “paletti”.

E ancora: “L’accesso ai servizi di pagamento deve migliorare in molte aree del mondo e i pagamenti cross-border devono essere più veloci e meno cari. Le nuove tecnologie hanno la possibilità di ovviare alle carenze presenti oggi e offrire maggiori benefici agli utilizzatori dei servizi di pagamento”.

Il documento individua quattro aree principali. Innanzitutto, le “stable coin” devono garantire la fiducia del pubblico rispettando al massimo le norme regolamentari ed essere soggetto a supervisione e vigilanza prudente.

Il secondo punto del lavoro coordinato da Benoit Couré, membro francese del Consiglio Bce, e presentato al G7, indica che le stable coin “dovrebbero dimostrare una solida base giuridica, in tutte le giurisdizioni, per garantire una protezione adeguata e garanzie a tutte le parti interessate e agli utilizzatori. Come minimo, gli emittenti di stable coin dovrebbero spiegare chiaramente la natura dell’impegno che stanno facendo ai possessori delle loro monete e eventuali rischi connessi con la proprietà di questo bene”.

Il terzo paletto riguarda il quadro di governance e gestione dei rischi, che dovrebbe garantire la resilienza operativa e cibernetica.

Infine, il quarto punto riguarda le attività sottostanti che devono essere sicure, prudenti, trasparenti e coerenti con la natura degli obblighi nei confronti di, o delle aspettative ragionevoli per i possessori di monete al fine di garantire, tra l’altro, l’integrità del mercato e la fiducia dei titolari di monete, sia in tempi buoni che in tempi difficili.

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Categories: Finanza e Mercati