Le indagini durate anni dei vari corpi d’investigazione finanziara americani ha mietuto un’ultima vittima, che decide di arrendersi piuttosto che lasciare approfondire le inchieste Usa. Lloyd, banca inglese controllata per il 25% dal governo britannico, pagherà 370 milioni di dollari per far fermare le indagini sulla manipolazione dei tassi d’interesse, tra i quali il Libor, portate avanti da Dipartimento alla Giustizia americano, Commodity Futures Trading Commission (Cftc), e la britannica Financial Conduct Authority (Fca).
Proprio la fca contesta alla Lloyd Bank di aver intrattenuto contatti sospetti con la banca olandese Rabobank che nel 2013 era stata multata per 1.070 milioni di dollari per manipolazione del Libor. Sempre la Financial Conduct Act precisa le la Lloyd è colpevole anche di aver artefatto anche i tassi d’interesse adatti all’accesso di alcune facility concesse dalla Bank of England per le bacnche in crisi. Dal canto suo la Lloyd fa sapee di aver già rimborsato 13,6 milioni alla banca centrale britannica.
Non basta però a Mark Carney, governatore dell’istituto centrale britannico, che in una lettera al direttivo Lloyd specifica che il comportamento degli individui colpevoli non è solo deplorevole, ma anche illegale e si possono ipotizzare capi d’accusa penali per le persone coinvolte all’interno di Lloyd. Immediata la replica della banca britannica che prende le distanze dalle azioni individuali di alcuni suoi operatori, e si dice completamente disponibile a collaborare per l’individuazione dei responsabili.
Restano i 370 milioni che la Lloyd distribuirà tra Cftc, Fca e Dipartimento di Giustizia americano e i 16 funzionari della banca imputata, di cui quasi la metà dirigenti, al corrente delle manipolazioni sotto accusa.