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Liberalizzazioni: luce e gas al bivio della concorrenza

La prossima settimana il Ddl Concorrenza inizia la discussione in commissione alla Camera. Lobby già in agguato. Nel settore dell’energia è in gioco il destino di 26 milioni di famiglie e piccole imprese ancora sotto tutela: non ci sono solo rischi, ma anche grandi opportunità

Liberalizzazioni: luce e gas al bivio della concorrenza

Liberalizzare elettricità e gas per ottenere significative diminuzioni sui prezzi delle bollette pagate da famiglie e piccole imprese. E’ questo uno degli obiettivi, e in un certo senso anche delle scommesse, del disegno di legge Concorrenza, firmato dal ministro allo Sviluppo Federica Guidi. E’ un provvedimento corposo e ampio: il suo raggio d’azione va dalle assicurazioni ai carburanti, dalle farmacie ai notai, dagli avvocati alle banche, poste e comunicazioni. Dopo il via libera in Consiglio dei ministri il 20 febbraio ha avuto una lunga gestazione tra firme dei vari ministri e relazioni di accompagnamento ma ora sta per iniziare il suo percorso alla Camera dove le commissioni Finanze e Attività produttive (presidenti Daniele Capezzone di Forza Italia e Guglielmo Epifani pd) cominceranno ad esaminarlo dalla prossima settimana, Italicum permettendo.

LOBBY IN AGGUATO

Siamo dunque arrivati alla vigilia di un dibattito che, inutile farsi illusioni, scatenerà le lobby coinvolte (farmacisti, notai e avvocati sono già in pole position). Non bastasse, i due presidenti delle commissioni interessate non sono una roccaforte della maggioranza: Capezzone è in aperta opposizione dopo il dietrofront di Fi, Epifani si oppone invece dall’interno del pd. Nel governo, poi, Ncd con il ministro alla Salute Beatrice Lorenzin e il sottosegretario allo Sviluppo Simona Vicari, ha già modificato il testo prima ancora che entrasse in consiglio dei ministri eliminando la vendita dei farmaci di fascia C nelle parafarmacie. Federica Guidi dovrà dunque battersi per ottenere i risultati indicati dalla relazione di accompagnamento al provvedimento: aumentare la dinamica concorrenziale in Italia nei settori interessati per migliorare il reddito (pil) e l’occupazione nel medio-lungo periodo. 

FINE DELLA TUTELA

Nel settore dell’energia, strategico per il Paese, i capitoli aperti sono più d’uno. Il ddl prevede l’abolizione, nel 2018, del sistema di “maggior tutela” in vigore: oggi infatti è l’Authority a fissare le tariffe per la maggioranza dei consumatori italiani sia per la luce che per il gas. Nel caso dell’elettricità infatti, solo 1 cliente su 4 è passato al mercato libero dal 2007; nel gas solo 1 su cinque dal 2003. Troppo poco. E chi lo ha fatto, in genere, ha cambiato l’offerta ma mantenuto lo stesso operatore che aveva prima. Come spingere verso una maggiore mobilità? Come si declinano in concreto gli obiettivi e come si evita il rischio che la liberalizzazione porti con sé, contrariamente agli auspici, un aumento dei prezzi? Molti aspetti saranno definiti da decreti attuativi e da provvedimenti dell’Autorità per l’Energia che dovrà anche controllare i prezzi prima e dopo il D-Day del 2018. Il 2016 e il 2017 saranno dunque decisivi per preparare la rivoluzione voluta dal governo Renzi.

Nel gas il percorso si preannuncia più semplice. Oggi il venditore (Eni, Enel e i loro concorrenti) sono impegnati a vedere il gas anche al prezzo stabilito dall’Authority se ciò è richiesto dal cliente. Abolendo la “maggior tutela” dell’Autorità il venditore in automatico farà un prezzo libero: se il cliente l’accetta bene, altrimenti cambia operatore.

Nell’elettricità il percorso è più complesso. Oggi a comprare l’elettricità per il mercato tutelato è l’Acquirente Unico (100% Tesoro tramite il Gse) che poi la cede agli operatori che a loro volta la cedono ai clienti. E qui è il primo nodo: esclusa Enel, che ha diviso in due società separate il business della maggior tutela e quello del mercato libero, tutti gli altri accorpano i due business in un’unica società di vendita. Ovviamente, con molta meno trasparenza. Cosa succede se scompare l’Aquirente Unico? La tutela muore ma resterà un meccanismo di salvaguardia, che a detta di molti sarebbe opportuno rafforzare rispetto al sistema dei bonus oggi in vigore, per le persone più bisognose, malate e vulnerabili: 5 milioni di italiani, secondo le ultime statistiche, vivono in una condizione di povertà. 

Come regolarsi per tutti gli altri? E soprattutto: nel passaggio al sistema liberalizzato, i clienti elettrici  resteranno in dote al loro attuale fornitore o dovranno scegliere con chi andare? La prima soluzione è quella caldeggiata dai soggetti “integrati”: Enel, Eni, A2A, Hera, Acea e le altre multiutility. A favore va detto che non è semplice spostare di colpo 26 milioni di clienti: occorre una struttura di call center, assistenza al consumatore, fatturazione, particolarmente impegnativa e non tutti sono in grado di offrirla. Contro invece va ricordato che la mobilità è il sale della concorrenza.

Quali soluzioni sono dunque allo studio? Un’ipotesi di cui si discute sarebbe quella di dare alle famiglie un tempo, per esempio sei mesi, per scegliere con chi andare. Ma molti clienti sono inerziali. Si pensa dunque anche ad un sistema di aste per assegnare il cliente all’operatore più vantaggioso su base territoriale.

MERCATO CONCENTRATO E TURISMO ENERGETICO

Sullo sfondo rimangono due nodi: sul mercato tutelato oggi vengono venduti a famiglie e piccole imprese 59-60 miliardi di kilowattora (sui 300 miliardi consumati in totale in Italia). L’Enel controlla il 76% di questa fetta, l’Acea poco più del 4%, l’Eni non arriva al 4% e l’Edison segue in quarta posizione. Il mercato è molto concentrato. Per ridurre questa concentrazione occorre ridurre i costi di acquisizione del cliente (pubblicità, fatturazione, customer care, etc.) e aggredire il nodo cruciale del recupero crediti.  Il sistema informativo integrato, in gestazione da anni ma ancora incompleto, sarebbe un aiuto fondamentale per gli operatori perché consentirebbe di conoscere il profilo del cliente prima di acquisirlo. Oppure, si torna a parlare di black list per contrastare il “turismo energetico” di chi cambia operatore e lascia la bolletta da pagare. Tutti temi aperti che la liberalizazione dovrà affrontare e risolvere.

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