Piazza Affari accelera al ribasso nella seconda parte della seduta e chiude in calo dello 0,9%, scendendo a 23.622 punti, con Stm in profondo rosso (-6,28%) e le banche miste. La stessa debolezza lambisce anche gli altri listini europei: Londra -1,14%; Francoforte -1,07%; Parigi -0,72%; Madrid -0,44%. Wall Street, dopo un’apertura record, al momento viaggia contrastata. Si rafforza il Dow Jones, con alcune trimestrali come Caterpillar, mentre il Nasdaq perde terreno.
La seduta è segnata dal super euro contro dollaro. Il biglietto verde tocca il suo punto più basso poco dopo le 16, quando, (per un euro, ci vuole 1,24 dollari) mentre il segretario del Tesoro Usa Steven Mnuchin a Davos definisce “positiva” l’attuale debolezza della divisa statunitense per le attività commerciali Usa e per le opportunità che offre, sottolineando di non essere preoccupato per il livello del cambio nel breve termine.
Al momento il cross è 1,239, ai massimi da tre anni circa e alla vigilia della riunione della Bce e della conferenza stampa di Mario Draghi. Il deciso apprezzamento dell’euro ha già spinto alcuni esponenti della Banca centrale a esprimere preoccupazione per l‘inflazione che potrebbe deviare dal percorso verso il target di Francoforte poco sotto il 2%. Oro in spolvero, oltre quota 1353 dollari l’oncia.
Il petrolio invece cambia più volte direzione. Il Brent, nel tardo pomeriggio, supera anche la soglia dei 70 dollari al barile, ai massimi dell’ultimo triennio, per poi scendere nuovamente sotto. Sono ancora in digestione i dati Eia sulle scorte settimanali Usa, in calo, benché meno della attese. Cautela sui titoli di Stato in vista del meeting della Bce. Il rendimento del Btp 10 anni risale all’1,91%, mentre lo spread con il decennale tedesco si contrae anche oggi, a 132.10 punti base (-0,45%).
Sul listino principale di Piazza Affari brillano molti titoli finanziari, a seguito dell’apertura di Daniele Nouy per un rinvio dell’applicazione delle nuove regole di smaltimento dei crediti in sofferenza. “Fare troppo poco e tardi – ammonisce però il capo della Vigilanza della Bce – non è un’opzione percorribile”. Bene Bper +2,03%; Ubi +1,2%; Unicredit +0,11%. Vendite fitte invece su Intesa -1,47%. Fuori dal Ftse Mib riprende quota Creval, +4,88%.
Gli acquisti premiano anche gli assicurativi, con Generali +1%. Nella moda si afferma Moncler +0,52%, anche grazie alla revisione al rialzo di target price a 31 euro da 27,5 da parte di Jefferies. Ynap, +0,21%, galleggia poco sotto la soglia dei 38 euro per azione.
Le vendite si abbattono su Stmicroelectronics, penalizzata dal taglio del target price da parte di JP Morgan (da 26 a 23 euro) e dalle stime sotto le attese del colosso americano Texas Instruments per il primo trimestre dell’anno. che mette sotto pressione tutto il comparto dei semiconduttori a livello europeo. L’azienda italo-francese dei microchip pubblicherà domani i risultati contabili, così come Fca (-0,66%).
In calo Campari -2,1%; Cnh -2,13%; Leonardo -1,79%; Terna -1,93%. La performance è debole anche per Telecom, -0,81%, che però smentisce le indiscrezioni di stampa sull’uscita dell’amministratore delegato, Amos Genish, da poco alla guida del gruppo. Più fonti parlano di tensioni crescenti fra il manager e il primo azionista Vivendi.