La Commissione europea corregge al ribasso le stime di crescita del Pil dell’Italia: secondo le previsioni economiche d’autunno pubblicate oggi, aumenterà dello 0,7% per il 2024 (anziché dello 0,9% calcolato in primavera), dell’1% per il 2025 (invece dell’1,1% valutato a maggio) e dell’1,2% per il 2026 (anno non esaminato ancora nelle precedenti analisi). Il tasso per il 2026, in particolare, si mostra al momento il più basso sia nell’area euro che tra i Ventisette.
Non solo. Sempre secondo le previsioni economiche d’autunno pubblicate da Bruxelles, aumenta il rapporto tra debito e Pil dell’Italia. Il tasso è previsto al 136,6% nel 2024, al 138,2% nel 2025 e al 139,3% nel 2026. Un dato corretto al ribasso rispetto alle previsioni di primavera quando veniva stimato al 138,6% nel 2024 e al 141,7% nel 2025.
E ancora: cala il rapporto tra deficit e Pil. Secondo le previsioni della Commissione sarà del 3,8% nel 2024, del 3,4% nel 2025 e del 2,9% nel 2026. Un quadro migliore rispetto a quello pronosticato a maggio, quando le stime fissavano il rapporto al 4,4% nel 2024 e al 4,7 nel 2025.
Superbonus spinge il debito
L’effetto del Superbonus continuerà a pesare nei prossimi anni sul debito pubblico italiano, che – lo si è detto qualche riga sopra – dovrebbe salire oltre il 139% del Pil nel 2026. E dunque, per la Ue l’aumento previsto del debito pubblico è provocato da aggiustamenti nei flussi legati all’impatto ritardato sull’indebitamento di cassa dei crediti d’imposta per ristrutturazioni immobiliari, che influiscono sui disavanzi degli anni precedenti.
Nel contempo, il differenziale del tasso di crescita degli interessi diventa meno favorevole. La situazione, tuttavia, è meno negativa, anche per il debito, rispetto al quadro che emergeva nelle previsioni di primavera, sei mesi fa: per il 2024, il debito/Pil era visto al 138,6% e per il 2025 al 141,7%. Il debito pubblico resta comunque alto: anche se le due economie non hanno dimensioni paragonabili, la Grecia nel 2026 dovrebbe avere un debito/Pil del 142,7%, 3,4 punti percentuali al di sopra di quello italiano (quest’anno il divario è di 16,5 pp).
Stime Pil sull’area euro
La Commissione europea ha limato le stime di crescita rispetto alle stime di metà maggio: nell’area euro il pil dovrebbe crescere quest’anno dello 0,8% come previsto in primavera, ma nel 2025 è valutato crescere dell’1,1% contro il precedente 1,4%. Nel 2026 la stima è +1,6%. Per la Ue 0,9% quest’anno (1% stimato a maggio), 1,5% l’anno prossimo (contro 1,6%), 1,8% nel 2026. Il tasso di inflazione nell’area euro è previsto al 2,4% quest’anno, al 2,1% l’anno prossimo e all’1,9% nel 2026 (sotto il livello di riferimento della Bce al 2%).
I 5 punti chiave secondo Gentiloni
Sono 5 i messaggi chiave con i quali il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, ha sintetizzato le nuove stime della Commissione Ue. L’economia ha ripreso una crescita moderata in un contesto sempre più difficile; l’inflazione dei servizi è destinata a guidare il processo di disinflazione; il mercato del lavoro europeo ha retto bene nella prima metà del 2024 e si prevede che rimarrà forte, nonostante un certo raffreddamento dovuto alla decelerazione del ritmo di crescita dell’occupazione; i deficit pubblici sono destinati a ridursi, ma i rapporti debito/pil tornano a salire, invertendo la tendenza al rapido calo osservata negli ultimi tre anni; i rischi al ribasso e l’incertezza sono aumentati.
Gentiloni e il focus sulla Germania
“Si prevede – ha detto ancora Gentiloni focalizzandosi poi sulla situazione critica della Germania – che l’attività economica in Germania diminuirà dello 0,1% nel 2024. Questo è il secondo anno consecutivo con una crescita negativa (dopo il -0,3% nel 2023). L’elevata incertezza ha pesato su consumi e investimenti. Le prospettive commerciali sono state deboli, riflettendo la debolezza della domanda globale di beni industriali. Nei prossimi anni, la domanda interna è destinata a riprendersi, guidata dall’aumento dei salari reali, mentre la competitività nelle industrie ad alta intensità energetica rimane gravata dagli elevati costi energetici. Si prevede che il Pil reale rimbalzerà dello 0,7% nel 2025 e crescerà dell’1,3% nel 2026″.
Gentiloni: dazi Usa dannosi
“Una possibile svolta protezionistica nella politica commerciale degli Usa – ha poi sottolineato Gentiloni parlando degli Stati Uniti e della nuova presidenza Trump – sarebbe estremamente dannosa per entrambe le economie. La Commissione collaborerà con la nuova amministrazione statunitense per promuovere un’agenda transatlantica forte e garantire che i canali commerciali internazionali rimangano aperti, rendendoli al contempo più sicuri”.
E poi: “Il rapporto commerciale tra Stati Uniti e Unione europea è uno dei più grandi e strategicamente significativi al mondo. Nell’ultimo decennio, il commercio tra Ue e Usa è più che raddoppiato. Nel 2023, il commercio di beni (importazioni ed esportazioni) ha raggiunto circa 850 miliardi di euro e il commercio di servizi ha aggiunto 650 miliardi di euro. L’Ue ha un surplus commerciale per i beni rispetto agli Usa pari all’1,2% del Pil e un deficit per i servizi pari allo 0,7% del Pil, anche se questo è quasi interamente guidato da uno Stato membro, l’Irlanda. Nonostante le controversie commerciali e le divergenze normative, entrambe le regioni mantengono un interesse comune nel mantenere standard elevati, una concorrenza leale e la stabilità nei mercati globali”, ha aggiunto.