Il prossimo bilancio pluriennale europeo 2021-2027 potrebbe penalizzare l’agricoltura italiana con una perdita secca di 2,7 miliardi di euro. Sostegni in meno che comprometterebbero tutti i piani di rilancio concepiti negli ultimi anni. A pagare le conseguenze di un simile taglio, oltre al milione e mezzo di aziende agricole, sarebbero le Regioni e i Comuni che aiutano il comparto agricolo. I Presidenti delle Regioni sono allarmati e hanno inviato a Bruxelles un durissimo documento firmato insieme a Karl-Heinz Lambertz, Presidente del Comitato europeo delle Regioni e Antonio De Caro, Presidente dell’Associazione dei Comuni italiani.
L’agricoltura italiana è la terza in Europa per fatturato e numero di addetti. L’ultima rilevazione di Nomisma ha accertato una cresciuta di redditività dal 7,8% del 2011 all’8,6% del 2016. Il documento che fa temere il peggio per le ricadute ambientali e gli effetti sui sistemi di produzione, chiama in causa anche il governo italiano. Al Ministero dell’Agricoltura c’è il leghista Gian Marco Centinaio e tutto farebbe pensare ad un suo sostegno alla nota delle Regioni. Ma non è certo , perché il documento spedito a Bruxelles critica fortemente le tendenze sovraniste, autoreferenziali di alcuni governi, che a giorni alterni sembrano toccare l’esecutivo italiano. Il Ministro saprà scegliere. Le ansie dei governatori italiani sono parte di una preoccupazione più ampia che – dall’immigrazione, alle politiche di bilancio, alle sanzioni alla Russia, alla lotta ai cambiamenti climatici – sta presentando all’Europa aspetti inediti, prima soltanto temuti. I muscoli mostrati inquietano ,ma si possono sgonfiare con contenuti e competenze .
Le vicende economiche, come sempre aiutano a capire meglio di ogni altra cosa le poste in gioco. Sovranista? Antieuropea? Protezionista? L’Europa deve dare risposte forti alle aspettative dei cittadini. “ Purtroppo le proposte della Commissione europea per il prossimo bilancio a lungo termine rischiano invece di aggravare la situazione e aumentare ancora la distanza tra Europa e cittadini”. Quindi l’agricoltura, le produzioni ecosostenibili che diventano il terreno di scontro contro tagli insopportabili. Ma anche le decurtazioni complessive del 10% per tutti comparti. “A peggiorare la situazione interverrebbero anche nuove condizionalità sugli aiuti – non solo sulla disciplina fiscale ma anche sulle riforme strutturali – e una tendenza ad accentrare sul livello nazionale indicatori e procedure” hanno scritto a Bruxelles.
Alla fine i rappresentanti italiani dei poteri locali vogliono affermare un ruolo di ricucitura tra cittadini ed Europa. Guardano anche avanti e vanno presi senza secondi fini personali o di gruppi. Ad anno dalle elezioni europee del 2019 , lanciano la consultazione popolare – “Riflettere sull’Europa” – contro l’ astensionismo elettorale e l’ ascesa dei nazionalismi. Ricordano che spetta a loro attuare il 70 % delle decisioni e dei progetti approvati in sede Ue . Se smettono di avere fiducia, se non hanno l’aiuto del loro governo tutto può crollare. A partire dai settori che fino ad oggi hanno premiato l’economia del loro Paese.