Le banche penalizzano Piazza Affari che chiude piatta, -0,03%, una seduta positiva per gli altri listini europei. Francoforte sale dello 0,8%; Parigi +0,46%; Madrid +0,29%. Fuori dalla zona euro brilla Zurigo, +1,26%; bene Londra, +0,66%.
Wall Street vive una mattinata altalenante. Attualmente il Dow Jones è in verde, lo S&P 500 in frenata dopo aver toccato i massimi da 5 mesi e il Nasdaq in lievissimo calo. Alphabet (Google) regge il colpo della multa miliardaria da parte della Ue e si muove poco sotto la parità. Brilla Morgan Stanley (+3,3%) alla luce di una trimestrale superiore alle attese, con utili in crescita del 39%. I tecnologici arretrano dopo i recenti rialzi, ma Amazon diventa la seconda società dopo Apple a raggiungere una capitalizzazione di 900 miliardi di dollari.
Il tema dazi resta in secondo piano, nonostante l’allarme di Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, secondo la quale le tensioni commerciali “stanno già lasciando un segno, ma l’entità del danno dipenderà da cosa faranno i politici” e poiché “sfortunatamente la retorica è diventata realtà come effetto delle misure protezionistiche”, ci potranno essere danni sull’economia globale. Gli fa eco il presidente della Fed, Jerome Powell, in un’audizione alla commissione servizi finanziari della Camera, secondo il quale il protezionismo è negativo per l’economia mondiale. Intanto Pechino, in una nota, annuncia nuove e generiche misure supplementari contro gli Usa.
Il dollaro non si scoraggia troppo e, dopo le rassicurazioni sulla crescita ieri, sempre da parte di Powell, resta ben intonato sull’euro, con il cambio in area 1,164. Scende invece la sterlina versus la moneta unica (0,8919), per l’inflazione britannica sotto le attese. L’inflazione dell’Eurozona a giugno non riserva grosse sorprese (+2% annuo, +0,9% il dato core).
Il petrolio sbanda cercando un rimbalzo che al momento non trova e torna in rosso con il dato settimanale sulle scorte Usa, superiore alle attese. Brent -0,5%, 71,8 dollari al barile.
Anche l’oro tende al rosso, 1225.41 dollari l’oncia.
La seduta è negativa per l’obbligazionario italiano dopo il rally dei giorni scorsi: il rendimento del decennale risale al 2,52%, lo spread con il Bund si porta a 217.60 punti (+2,26%). La carta tricolore soffre parzialmente il fatto che la Clearing House, struttura interbancaria che agisce da cassa di compensazione nella compravendita di titoli, abbia aumentato i margini sulle obbligazioni italiane portate in pegno. Per i titoli dai 2 ai 4,5 anni l’incremento dei margini supera il punto percentuale, per i Cct supera i tre punti percentuali. La mossa è stata spiegata con l’aumento della volatilità, avvenuto nelle ultime settimane. La decisione pesa anche sulle banche in Piazza Affari. In fondo al listino principale ci sono Unicredit -1,5%; Banco Bpm -1,03%; Ubi -1,16%; Bper -0,79%. Le vendite prevalgono anche su Luxottica -0,68%.
Gli acquisti premiano invece Stm, +3,18%, sulla scia della trimestrale della concorrente Asml (utile in rialzo a 584 milioni di dai 540 del trimestre precedente). Recupera Cnh, +1,48%. Bene il risparmio gestito sale con Banca Generali +1,74% e Azimut +1,94%, mentre nel settore Oil si apprezza Saipem, +1,07%.
Dopo l’esuberanza di ieri Ei Towers chiude in parità a 56,8 euro, appena sotto il prezzo d’Opa fissato a 57 euro per azione da parte di F2i e Mediaset (-0,64%). Rai Way guadagna l’1,2%.