L’esito del primo turno delle presidenziali francesi fa sentire i suoi effetti non solo in Borsa, ma anche sui mercati valutari e obbligazionari.
Questa notte l’euro si è impennato fino a segnare un picco di 1,0938 dollari, il valore più alto dalla metà dello scorso novembre. Nelle ore successive la valuta comune ha ridotto in parte i guadagni e in tarda mattina si attesta a 1,0868 dollari. Guadagni anche sulla sterlina britannica, che scivola a 0,8474 euro.
Intanto, lo spread Btp-Bund è sceso fino a 183 punti base (-8,7%), un ribasso notevole considerato chela settimana scorsa il differenziale viaggiava oltre quota 200. Il minimo di giornata è stato addirittura sotto i 180 punti base, a 179,8.
Tornando al mercato valutario, gli analisti mostrano posizioni variegate sulle prospettive dei cambi euro-dollaro. Gli esperti di Ing vedono un freno ai rialzi dell’euro solo in caso di eventuali manovre restrittive della Federal Reserve. Se invece la Banca centrale Usa non si dovesse muovere, in base ai valori attuali gli analisti pronosticano un apprezzamento a 1,12-1,13 entro giugno.
Più prudente la previsione di Morgan Stanley. Secondo la Banca d’affari americana è da verificare la capacità di Macron di magnetizzare su di sé il consenso elettorale necessario a vincere e l’euro dovrà rompere stabilmente al rialzo quota 1,0925 dollari prima di poter compiere ulteriori rafforzamenti.