Se giovedì notte l’euro era sorprendentemente risalito sul dollaro, comprato nella sessione asiatica, durante le prime ore di venerdì il pessimismo sull’esito della crisi greca ha prevalso: la coppia Eur/Usd viene venduta e tocca i minimi trimestrali a quota 1,2906 poco dopo le 8.
Allo stesso tempo la moneta unica perde terreno anche rispetto allo yen: il cross Eur/Jpy tocca quota 102,97, mentre sul fronte euro/sterlina il biglietto europeo tocca i minimi degli ultimi mesi, rimbalzando sul supporto a quota 0,7996 per poi riassestarsi, alle ore 9, a quota 0,8018.
Ma in attesa di novità da Atene – in queste ore sembra aprirsi qualche spiraglio – sono i dati provenienti dalla Cina in nottata a muovere i mercati. La vittima, stavolta, non è stato l’euro ma il dollaro australiano.
A partire dalle 3.30 di stanotte una sfilza di statistiche da Pechino ha fotografato il rallentamento dell’economia del dragone. Soprattutto i dati sulla produzione industriale su base annua, in aumento del 9,3% contro il 12% previsto, la diminuzione delle vendite al dettaglio, in crescita del 14,1% contro il 15,2% pronosticato dagli analisti, la staticità delle spese per costruzioni, hanno scatenato un’ondata di pessimismo in Australia, primario fornitore di materie del gigante asiatico.
Gli effetti? Una corsa alla vendita del dollaro di Down Under verso i lidi sicuri del franco svizzero: il biglietto australiano è scivolato da quota 0,9360 a 0,9320 nell’arco di poche ore, consolidando un trend che dura ormai da diversi mesi.
Sul fronte euro/dollaro, la giornata si preannuncia molto calda: alle ore 11.10 verranno comunicati i dati sulle aste italiane di Bot a 3 e 12 mesi, mentre alle 14.30 saranno rese note le cifre sui prezzi di produzione americani su base annuale e mensile. Alle 15.55 toccherà invece all’università del Michigan pubblicare la misura dell’inflazione attesa nei prossimi 12 mesi. Chiude la giornata sul fronte Eur/Usd, alle ore 16.30, il rapporto Ecri, indicatore della crescita economica americana, che non dovrebbe però pesare particolarmente sul mercato.
La giornata si preannuncia importante, invece, per le contrattazioni con base dollaro canadese: alle 14.30 il tasso di partecipazione, di disoccupazione, e la variazione del livello di occupazione consentiranno movimenti rialzisti della divisa locale qualora le statistiche annunciassero un miglioramento del quadro macroeconomico.