Pubblichiamo il testo di una lettera aperta scritta da un gruppo di economisti (i nomi sono in calce) all’indirizzo del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. L’obiettivo del testo è chiedere al Tesoro di tutelare in tutti in modi l’indipendenza dei tecnici al servizio dello Stato, che non devono essere sottoposti al vaglio della politica, malgrado i partiti attualmente al Governo auspichino una sostanziosa epurazione delle figure giudicate scomode.
Illustre Ministro Prof. Giovanni Tria,
l’Italia deve rimanere una democrazia rappresentativa nel rispetto in ogni sua parte della nostra Costituzione.
Siamo pertanto rimasti profondamente allarmati dall’ “avvertimento” che a Lei è stato rivolto da una parte politica del Governo di cui Lei fa parte, nei confronti dei “tecnici” del Suo Ministero, in cui si afferma che “tutto il Movimento è convinto che alcuni tecnici del Mef non svolgono il proprio ruolo con indipendenza e professionalità. Ci sorprende che il ministro Tria invece di fare valutazioni di merito e pulizia nel suo Ministero li difenda a prescindere”. Sinistra considerazione condivisa inopinatamente dal Presidente Conte, che ci ha lasciato allibiti per la evidente condivisione della parola “pulizia”; che a molti di noi richiama prassi eversive della democrazia già sperimentate nei tempi cupi del ventennio fascista.
Non è la prima volta che il Governo di cui Lei è parte attacca proditoriamente alcuni servitori dello Stato: il Governatore della Banca d’Italia prima e il Presidente dell’Inps poi.
Signor Ministro, Le è noto che il bilanciamento dei diversi poteri dello Stato è condizione essenziale per la sopravvivenza di ogni democrazia. Invece, malauguratamente, la posizione assunta dall’intero Governo sta violando l’articolo 98 della nostra Costituzione che sancisce inequivocabilmente che “I pubblici impiegati sono al servizio esclusivo della Nazione”, e non al servizio di una coalizione politica pro tempore al potere.
Signor Ministro, Le è sicuramente noto che molti di noi sono assai critici della politica economica del governo di cui Lei è parte importante, ma a fronte dell’“avvertimento” indirizzatole, abbiamo fiducia che Lei sappia esercitare il diritto/dovere di rigettare siffatto “avvertimento”. In caso contrario non sarebbe solo la Sua credibilità come Ministro a essere messa in gioco presso l’opinione pubblica internazionale, ma la stessa immagine dell’Italia come paese autenticamente democratico.
Cordialmente
Alberto Albertini, Alfredo Macchiati, Andrea Scagliarini, Angelo Drusiani, Anna Soci, Anna Stagni, Antonio Pedone, Carlo D’Adda, Cristina Marcuzzo, Filippo Cavazzuti, Francesco Vella, Franco Amatori,Gianpaolo e Carla Girotti, Giorgio Basevi, Giuseppe Marotta, Guido Rey, Manuela Rondoni, Marcello Messori, Marco Onado, Michele Alacevich, Michele Salvati, Nicola Acocella, Paolo Pombeni, Pippo Ranci, Renzo Costi, Salvatore Bragantini, Silvia Giannini, Stefano Cenni, Vera Negri Zamagni, Stefano Zamagni.
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