Cari amici economisti, il vostro appello in favore dell’indipendenza della Banca d’Italia rischia di aprire per le nostre istituzioni e per la nostra democrazia più problemi di quanti vorrebbe risolverne. Infatti il vostro testo rischia di minare ulteriormente la legittimità del Parlamento mettendo alla berlina la “politica” che viene di fatto additata come un elemento inquinante del corretto funzionamento della società economica e civile.
Di fatto si rischia di alimentare la già vivace campagna di discredito che viene quotidianamente rovesciata sul Parlamento da forze populiste che peraltro sono del tutto prive di qualsivoglia programma politicamente praticabile. È questo richiederebbe una maggiore attenzione da parte degli intellettuali e delle forze autenticamente democratiche.
Io credo di essere titolato a parlare di questa delicata materia essendo l’unico parlamentare (e sottolineo unico) che si è alzato, come deputato di Scelta civica, a parlare lunedì scorso nell’aula della Camera contro la mozione dei 5 Stelle cercando di contestarla non tanto nel metodo (e cioè se doveva considerarsi ammissibile o irrituale la presentazione di una mozione) ma contrastando nel merito molte delle loro affermazioni sulla base delle quali chiedevano il ricambio al vertice della banca centrale.
Quello che non condivido del vostro appello sono le argomentazioni in base alle quali contestate di fatto l’intervento del Parlamento che invece, essendo sovrano, può decidere di occuparsi anche di questa materia. È questo non può in alcun modo essere classificata come indebita ingerenza della politica, né si può dire che in questo modo si mette a rischio l’indipendenza della Banca d’ Italia e la sua credibilità internazionale.
Sorte ha voluto che nella stessa pagina de Il Sole-24 Ore che, come FIRSTonline, ha pubblicato il vostro appello, sia apparso un articolo che descrive le consultazioni del presidente Trump per scegliere il futuro capo della Fed, il quale poi dovrà passare all’esame di una commissione parlamentare. È da noi la nomina del Governatore da chi è fatta? Dalla politica, ed anzi in diverse occasioni precedenti la lotta politica è stata assai aspra, forse sotterranea, ma aspra. Ricordo solo l’ultima, quella che portò Visco alla carica di governatore. Tremonti aveva un suo candidato, il Quirinale preferiva l’allora direttore generale Saccomanni.
E tra i due litiganti alla fine spuntò un terzo nome, quello di Visco. Questi contrasti hanno messo in discussione l’autonomia della banca o minato la sua credibilità presso la Bce? Se così fosse, questo sarebbe un formidabile capo d’accusa nei confronti dell’attuale governatore.. Sarebbe stato invece assai più efficace e soprattutto meno distruttivo per le nostre già traballanti istituzioni, se il vostro appello avesse portato qualche elemento di giudizio in base al quale si potevano confutare le affermazioni contenute nelle varie mozioni (sia detto per inciso, la stragrande maggioranza del Parlamento era per un avvicendamento del vertice della banca centrale, e tutti si stavano posizionando per contrastare, anche nelle piazze, la decisione del Governo).
Portare cioè alcuni elementi di fatto capaci di dimostrare il buon funzionamento della Vigilanza. Sia chiaro questo non vuol dire che alcuni partiti politici abbiano combinato pasticci ed abbiamo portato il nostro Paese in una situazione di pericolosa stagnazione anche culturale. Ma questo si contesta con la politica, cioè con idee diverse e non con il generico discredito verso le istituzioni. Siamo già molto vicini all’implosione del sistema. Attenzione a non dare, anche involontariamente, ulteriori picconate.