Un incontro “interlocutorio”, in cui “ciascuno è rimasto sulle sue posizioni”. Così fonti parlamentari e di Palazzo Chigi commentano la riunione di questa mattina fra il presidente del Consiglio, Enrico Letta, e il segretario del Pd, Matteo Renzi. Non c’è stato quindi alcun riavvicinamento: il braccio di ferro tra i due leader prosegue, a meno di 24 ore dalla direzione del Partito democratico (anticipata rispetto alla convocazione del 20 febbraio) che obbligherà alla resa dei conti.
Dopo il colloquio con Renzi, Letta ha confermato che nel corso del pomeriggio terrà una conferenza stampa, durante la quale è probabile che venga presentato il patto di coalizione annunciato ieri. Il nuovo programma punta a rilanciare l’azione del Governo, prolungando la vita dell’attuale Esecutivo almeno fino alla fine del semestre di presidenza italiano all’Ue (luglio-dicembre 2014). Al momento, quindi, il Premier non ha intenzione di farsi da parte. E alcune indiscrezioni parlano di una sua reazione piuttosto dura al pressing dei renziani: “Mi devono sfiduciare”, avrebbe detto il Presidente del Consiglio.
Quanto a Renzi, a termine dell’incontro a Palazzo Chigi si è recato al Nazareno senza rilasciare dichiarazioni. Da alcune ore, tuttavia, circola una lista dei nomi più gettonati per un eventuale Governo retto dal sindaco di Firenze. La poltrona più incandescente è senz’altro quella del ministero dell’Economia: per sostituire Fabrizio Saccomanni sarebbero in corsa Lorenzo Bini Smaghi (già nel board della Bce), Piercarlo Padoan (ex capo economista dell’Ocse e nuovo presidente dell’Istat), Fabrizio Barca (ministro per la Coesione territoriale nel governo Monti) e Andrea Guerra (patron di Luxottica).
Quanto agli altri dicasteri, Graziano Delrio (attuale ministro per gli Affari regionali e lo Sport) è dato all’Interno; Tito Boeri, Guglielmo Epifani o Marianna Madia al Lavoro; Maria Elena Boschi alle Riforme; Alessandro Baricco alla Cultura; Michele Vietti alla Giustizia; Federica Mogherini o Roberta Pinotti alla Difesa; Oscar Farinetti all’Agricoltura; Michele Emiliano alle Infrastrutture; Maurizio Martina allo Sviluppo economico; Roberto Giachetti ai Rapporti con il Parlamento. Infine, Emma Bonino, Beatrice Lorenzin e Andrea Orlando potrebbero essere confermati rispettivamente agli Esteri, alla Sanità e all’Ambiente.
Sul fronte dei numeri, non è escluso che Renzi possa contare su una maggioranza più ampia rispetto a quella che al momento sostiene il governo Letta. Il segretario potrebbe ottenere la fiducia anche da alcuni transfughi del Movimento 5 Stelle e di Sel.