Sono otto le società che rientrano nel pacchetto privatizzazioni del Governo. Il piano è stato annunciato oggi dal premier Enrico Letta insieme al ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e dovrebbe garantire risorse per 10-12 miliardi di euro: metà della somma sarà impiegata per la riduzione del debito nel 2014, mentre l’altra parte servirà alla ricapitalizzazione della Cdp. Le aziende coinvolte sono Eni, Stm, Enav, Sace, Fincantieri, Cdp Reti, Tag e Grandi Stazioni.
“Abbiamo intenzione d’intervenire su alcune partecipazioni, dirette e indirette, con la cessione al mercato di quote non di controllo – ha spiegato il Presidente del Consiglio – tranne che per Sace e la parte commerciale di Grandi Stazioni”. Quanto ad Eni, il piano prevede “la cessione di un 3%, senza che questo comporti la discesa sotto il 30%, attraverso il buy back che la società ha già annunciato”, ha chiarito ancora Letta.
Il numero uno del Tesoro ha precisato che “la quota pubblica nel capitale di Eni, per effetto del buy back, risulterà cresciuta fino al 33%: così possiamo cedere il 3%, che ci consente di mobilizzare 2 miliardi senza scendere sotto il 30%”, ovvero la soglia d’Opa.
Saccomanni ha aggiunto che sul mercato andranno una quota del 60% di Sace e Grandi Stazioni. Per Enav e Fincantieri si tratta del 40%, mentre “nel complesso delle privatizzazioni che riguarderanno le reti in mano alla Cdp saremo nell’ordine del 50%”.
La discussione del primo pacchetto di privatizzazioni “è un elemento importante – ha proseguito il ministro –. Avevo già sostenuto che la legge stabilità non era affatto stata bocciata dalla Ue: ora questo nuovo intervento aggiunge un elemento di concretezza. Già a Bruxelles avevo ricordato che i provvedimenti in via di definizione avrebbero riportato sotto controllo il debito”, e il commissario Olli Rehn “aveva detto che di fronte a questi passi operativi ulteriori l’Italia avrebbe potuto sfruttare la clausola sugli investimenti”.
Domani l’Eurogruppo dirà la sua sui giudizi che la Commissione europea ha stilato in merito alla Legge di Stabilità italiana e Saccomanni spera che la valutazione finale garantisca al nostro Paese la possibilità di operare investimenti aggiuntivi.