Condividi

Letta: “L’Europa di oggi non basta, servono risposte su lavoro e evasione”

Il Premier è intervenuto questa mattina al Senato per illustrare le politiche europee dell’Italia alla vigilia del vertice Ue – “Chiederò con una lettera a Hermann van Rompuy che il Consiglio parli della disoccupazione giovanile” – Quanto all’evasione, “discuteremo il principio dello scambio automatico di informazioni fiscali”.

Letta: “L’Europa di oggi non basta, servono risposte su lavoro e evasione”

“L’Europa di oggi non ci basta. Vogliamo molto di più e molto di meglio”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Enrico Letta, intervenendo questa mattina al Senato per illustrare le politiche europee dell’Italia alla vigilia del Consiglio Ue. “L’Unione europea è la bussola di questo Governo”, ha proseguito il Premier, sottolineando però che “la stessa Europa deve offrire un ambiente che ampli la politica nazionale”, deve dare risposte e non essere “solo una gabbia di vincoli”. 

Il Governo italiano considera i prossimi appuntamenti europei fondamentali per ampliare i margini di manovra delle economie nazionali in affanno. In particolare, sarà decisiva la decisione che l’Ue prenderà a breve sulla golden rule, che secondo un’interpretazione estensiva potrebbe consentire di escludere dal calcolo del deficit, oltre agli investimenti infrastrutturali, anche quelli produttivi come i fondi per l’occupazione. Ma l’Italia ha anche altre richieste da portare a Bruxelles.

POLITICHE PER IL LAVORO

“Domani – ha detto ancora Letta – chiederò con una lettera a Hermann van Rompuy che il Consiglio parli della disoccupazione giovanile: l’Europa non può avere un futuro se non dà speranza a chi questo futuro dovrà viverlo. Servono misure concrete, facili da attuare e da spiegare, che facciano la differenza subito, nel breve periodo”.  Il Premier ha fatto poi alcuni esempi: “Politiche per l’occupazione giovanile, il riconoscimento di spazi nei bilanci perché gli Stati possano investire nelle politiche per il lavoro e per i giovani”. 

LOTTA ALL’EVASIONE

Se avremo sviluppi in ambito europeo “sarà più efficace la lotta all’evasione all’interno del nostro Paese, piaga cronica che combatteremo senza tregua e senza cedimento alcuno – ha proseguito Letta –. L’aspetto centrale della discussione di domani riguarderà l’affermazione del principio dello scambio automatico di informazioni fiscali come standard di trasparenza nelle relazioni tra Stati membri all’interno dell’Unione e tra l’Unione e i Paesi terzi. Si tratta di estendere in questo campo la collaborazione tra autorità fiscali, includendo tutte le tipologie di redditi attraverso una revisione della direttiva del 2011 sulla cooperazione amministrativa”.

Per quanto riguarda il nostro Paese, “sull’autoriciclaggio e il falso in bilancio dobbiamo fare molto di piu, anche per attrarre gli investimenti esteri questo. E’ uno dei punti assolutamente fondamentali”.

SVILUPPO RINNOVABILI

Letta ha poi ribadito che “la priorità assoluta in campo energetico per noi è lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Il Consiglio tornerà sui temi dell’energia domani, due anni dopo la riunione del febbraio 2011, per valutare i progressi nella costruzione di una politica energetica europea e affrontare in particolare quattro punti: il completamento del mercato interno dell’energia dal punto di vista sia della regolazione sia delle infrastrutture fisiche dell’interconnessione di rete, comprese le reti intelligenti; la promozione di investimenti, anche nell’ambito della definizione di un quadro di riferimento per le politiche in materia di cambiamento climatico ed energia dopo il 2020; la diversificazione delle fonti di approvvigionamento e lo sfruttamento delle fonti di energia prodotte in Europa; infine, l’efficienza energetica.” 

IL POTERE CONTRATTUALE DELL’ITALIA

Quanto all’Italia, uscire dalla procedura d’infrazione per deficit eccessivo “è una priorità per noi – ha spiegato il Presidente del Consiglio –, perché cambiare obiettivo a un passo dal traguardo significherebbe vanificare i sacrifici degli italiani e sollevare nei mercati dubbi sulla nostra azione di risanamento. Ci riporterebbe all’ultimo banco, oggetto di scherno. Possiamo permetterci tutto questo? No, non possiamo. Uscire dalla procedura consentirà di beneficiare di tassi più bassi e di più risorse per aiutare l’economia e la ripresa. Aiuterà le imprese ad accedere al mercato del credito oggi asfittico. Essere tra i virtuosi ci darà margini maggiori per investimenti produttivi che aumentino la crescita potenziale. L’esempio è il pagamento dei debiti della P.A., operazione che vogliamo accelerare e alla quale diamo priorità”.

L’Italia avrà quindi “una duplice forza – ha concluso il Premier –. Un’ampia maggioranza in Parlamento e il bilancio in ordine. Questa forza politica dobbiamo farla pesare con i nostri interlocutori, con chi sventola la bandiera della Ue e poi va avanti con spinte intergovernative”.

Commenta