Tra le tante cose dette dal premier Enrico Letta nel suo viaggio istituzionale negli Stati Uniti, non ci sono solo i contenuti dell’incontro con il presidente americano Barack Obama, ma anche una serie di interviste, tra le quali spicca quella pubblicata oggi dal Washington Post in cui il presidente del Consiglio apre ufficialmente ad alcune privatizzazioni, provocando però un mini-giallo per alcune dichiarazioni su Terna.
“Penso che ora i mercati sono pronti a comprare e noi vendere i beni pubblici”, ha infatti dichiarato Letta al prestigioso quotidiano statunitense, lasciando appunto intendere che il Governo abbia intenzione di procedere con le privatizzazioni annunciate, a partire da Fincantieri, e fin qui tutto pacifico, visto che se ne era parlato fortemente già negli anni scorsi, e dal 49% di Terna, che però attualmente è controllato solo per il 30% dallo Stato (peraltro indirettamente, tramite la Cassa Depositi e Prestiti), e per il restante 70% è già sul mercato. Improbabile, o comunque di difficile interpretazione, l’ipotesi che il premier si riferisse alla metà di quel 30%, visto che la rete elettrica è considerata un asset strategico.
Eppure non si tratta di un errore di battitura della agenzie, né di un possibile refuso del giornalista americano: “We will sell public assets: Fincantieri, for instance. And we will sell one part of Terna, which is the national electric grid. Of course, not 100 percent but 49 percent. We will present this privatization plan, and I think it will be a very important step“. Queste sono effettivamente le parole di Letta, che tradotte danno: “Tra le società da privatizzare c’è Fincantieri, per esempio. E poi venderemo una parte di Terna, che è la rete elettrica nazionale. Naturalmente, non al 100%, ma il 49%. Presenteremo questo piano di privatizzazioni e – ha aggiunto il premier italiano in visita negli Usa – penso che sarà un passo molto importante”.