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L’Est re delle Borse: Covid e voto Usa pesano sull’Occidente

Foto di moerschy da Pixabay

Precipita il petrolio, vittima della pandemia che investe l’economia, specie in Europa. S’impenna verso nuove vette il Drago cinese, sostenuto dal recupero ancor più rapido e robusto del previsto della ripresa. Infine, a completare il quadro in avvio di una settimana rovente, le incertezze Usa: i due candidati alla Casa Bianca producono l’ultimo sforzo, la Federal Reserve è in allerta. L’unico dato certo è la conferma del primato d’Oriente, nuova calamita dei capitali caldi. A spingere i listini d’Asia stamane sono gli ottimi dati in arrivo dall’indice Caixin, che misura la congiuntura con un occhio di riguardo per il settore privato, balzato a 53,6 punti, ai massimi dal gennaio 2011. È il sesto rialzo di fila per il gigante asiatico, che tra l’altro coincide con il lancio del censimento.

IL DRAGO SPINGE ANCHE TOKYO E LA COREA

L’aria di boom ha spinto all’insù i mercati, già in fibrillazione. Salgono gli indici cinesi: Hong Kong +1%; continua l’ascesa di Shanghai e Shenzhen. Il rally ha contagiato anche gli altri listini, galvanizzati dagli acquisti di Pechino: si mette in luce il Nikkei di Tokyo così come il Kospi di Seul (+1,3%).

Riparte anche la Borsa indiana. L’indice Pmi manifatturiero è salito sui massimi dal maggio del 2010, arrivando al terzo mese consecutivo oltre la soglia che separa la contrazione dall’espansione. Gli ultimissimi dati mostrano anche un recupero degli investimenti stranierei nel listino azionario indiano. Il problema è che c’è penuria di containers perché l’export corre assai più dell’import.

FT: NEL QUARTO TRIMESTRE PIL EUROPEO -2,3%

L’ottimismo sparisce quando si guarda alle Borse d’Occidente, specie nell’Europa in balia del Covid -19. Secondo le previsioni del panel di esperti del Financial Times, l’economia dell’eurozona, dopo il balzo del terzo trimestre (+12,7%), dovrebbe registrare nell’ultimo trimestre un calo del 2,3%, pari a 68 miliardi di euro. Il cambio euro sterlina a 0,901, in rialzo dello 0,2% dopo un calo settimanale di oltre l’1%.

BREXIT, L’ACCORDO È VICINO. E LA BOE PENSA AD UN NUOVO QE

Bloomberg riporta che ai negoziati sul divorzio della Gran Bretagna dall’Unione Europea sarebbe stata raggiunta un’intesa di massima sulla pesca nella Manica, un tema economicamente non rilevante ma caldissimo dal punto di vista politico. Giovedì si riunisce la Bank of England, che dovrà affrontare le conseguenze del nuovo lockdown: sono scontate nuove misure per scongiurare la deflazione. C’è chi prevede che l’istituto allarghi il quantitative easing tra i 50 e i 150 miliardi di sterline.

ELEZIONI, WALL STREET TEME IL QUASI PAREGGIO

L’attenzione dei mercati è concentrata sulle elezioni Usa di domani. Secondo gli osservatori, il calo dei mercati Usa nell’ultima settimana (-5,3% l’indice S&P nelle ultime cinque sedute) riflette il timore che dalle urne non esca un risultato chiaro, a prova di contestazioni. Che vinca Trump o Biden, insomma, per Wall Street l’importante è poter proclamare subito “the winner is…”.

In linea generale, la storia insegna che le presidenze democratiche hanno fatto meglio alle azioni di quanto non sia avvenuto con quelle repubblicane. Dal 1952, è il calcolo della banca, il rendimento medio annuo è stato del 10,6% nel primo caso e del 5,2% nel secondo. Quel che potrà cambiare sensibilmente sarà la composizione delle azioni che potranno trarre beneficio da una presidenza Biden: dentro l’energia green, le infrastrutture, il settore dell’educazione e il manifatturiero tradizionale, fuori le industrie inquinanti e la finanza, mentre il tech sembra avere già corso molto.

IN ARRIVO I DATI PMI. BREXIT PIU’ VICINA

Giovedì, quando forse non sarà ancora deciso l’esito della battaglia per il Campidoglio, si terrà il board della Federal Reserve. La Banca centrale più potente del pianeta potrà fare una prima analisi della situazione e, se necessario, intervenire per spegnere incendi speculativi: senz’altro verrà confermata la politica espansiva assieme ai tassi bassi.

È previsto in settimana anche il taglio dei tassi da parte della Banca centrale dell’Australia.

IL BRENT SCIVOLA AI MINIMI DA MAGGIO

Si farà sentire sui listini azionari la nuova frana del petrolio, vittima della frenata della congiuntura. Il Brent in calo dell’1,5% a 36,7 dollari il barile dopo aver toccato un minimo di 35,74 dollari in Asia: la scorsa settimana il greggio del mare del Nord ha perso il 10,3%, peggior risultato da aprile. Il presidente della National Oil Company della Libia, Mustafa Senalla, ha detto che la produzione giornaliera è arrivata a 800.000 barili al giorno, in vista dell’obiettivo di 1,3 milioni a inizio 2021.

AL VIA UN’ALTRA MANOVRA. PRONTO UN NUOVO BTP FUTURA

In Italia l’esecutivo è al lavoro da stamane sul testo della manovra che deve essere trasmesso in Parlamento. Possibile un nuovo passaggio della legge di bilancio in Consiglio dei ministri, per il varo definitivo dopo l’approvazione salvo intese della settimana scorsa.

Venerdì sera il Tesoro ha reso note le caratteristiche della seconda emissione del Btp Futura, il titolo di Stato dedicato esclusivamente al risparmiatore retail, che verrà collocato da lunedì 9 novembre a venerdì 13 novembre 2020. Il titolo avrà una scadenza di 8 anni e sarà previsto un premio fedeltà pari all’1% del capitale investito, che potrà aumentare fino ad un massimo del 3% dell’ammontare sottoscritto, sulla base della media del tasso di crescita annuo del Pil nominale dell’Italia registrato dall’Istat.

RATING ITALIA, VENERDÌ L’ESAME DI MOODY’S

La settimana si chiuderà con il verdetto di Moody’s sul rating Italia.

Lo scorso 8 maggio l’agenzia aveva rinviato l’esame sul nostro Paese lasciando il rating a Baa3 (a un solo notch dal segmento high yield o anche junk, spazzatura) con outlook stabile. Il 23 ottobre invece, a sorpresa S&P ha confermato il rating a BBB, alzando l’outlook da negativo a stabile.

INTESA SANPAOLO ED ENEL GUIDANO I CONTI DI PIAZZA AFFARI

Settimana densa di appuntamenti sul fronte societario in Italia e fuori. Usciranno le trimestrali delle banche più importanti a partire da Intesa Sanpaolo (conference call 5 novembre), Banca Bpm, Unicredit, Monte Paschi, Bper, Banca Generali e altri istituti. Ora dei conti anche per l’industria, a partire da Leonardo, Cnh e Ferrari.

Da segnalare in serata l’uscita del dato delle immatricolazioni auto di ottobre. In arrivo in settimana i conti di General Motors e di Toyota.

Riflettori accesi anche su Enel che, prima grande utility globale, ha fissato un obiettivo di riduzione delle emissioni coerente con l’impegno delle Nazioni Unite a limitare l’innalzamento massimo della temperatura mondiale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali.

IN SERATA I NUMERI DELL’AUTO: FERRARI, GM E TOYOTA

Da segnalare in serata l’uscita del dato delle immatricolazioni auto di ottobre. In arrivo in settimana i conti di Ferrari, General Motors e di Toyota.

Ma il calendario internazionale presenta numerosi di interesse. La trimestrale di Pay Pal permetterà di valutare l’impatto dell’apertura del sistema di pagamenti al bitcoin. Sotto i riflettori Astra Zeneca, una delle società impegnate nella corsa al vaccino.

PROVA D’APPELLO PER ING E SOC GEN

Tra i finanziari, occhio alle trimestrali delle banche francesi, Bnp Paribas e Crédit Agricole. Il mercato attende con particolare attenzione i conti dell’olandese Ing, che nel secondo trimestre ha accusato un calo dei profitti dell’80 per cento. Lo stesso vale per Société Générale, reduce da un rosso di 1,26 miliardi e per Commerzbank.

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