Da quando è arrivato al vertice di Leonardo Roberto Cingolani ha fatto capire subito che i limiti delle tecnologie possono essere raggiunti ed anche superati.
Guidare un gruppo da 50 mila dipendenti è un orgoglio ed anche una grande opportunità. In particolare quando si lavora con partner come Boeing e si vogliono conquistare altri spazi.
Per lo storico stabilimento di Pomigliano d’Arco l’AD non ha avuto dubbi a puntare sul progetto NEMESI (New Engineering & Manufacturing Enhanced System Innovation) da 420 milioni di euro.
Intelligenza artificiale, robotica, automazione, per sfidare il futuro e vincerlo. L’ innovazione è la moneta vincente e se abbinata a strategie che coinvolgono i lavoratori hanno la strada spianata. Gli ambienti interni ed esterni alle produzioni contano quanto una buona pace sociale. Insieme al Ministro delle Imprese Adolfo Urso e i manager del Gruppo, Cingolani ha presentato il progetto inaugurando anzi tempo un 2024 di ripartenza.
Una smart factory più Industria 5.0
Prima d’ora gli operai non avevano visto e sentito nessuno che spiegasse loro il senso di una scommessa. C’è stato il crollo produttivo e la depressione per il Covid. L’industria aeronautica ha pagato un prezzo altissimo per la caduta verticale dei voli e il fatturato di Leonardo è sceso a 480 milioni di euro.
Con NEMESI si costruisce una smart factory , sostenibile, ecoinnovativa, per mettere sul mercato mondiale aerostrutture frutto di digitalizzazione, realtà virtuale, robotica. Le persone ? Non vanno a casa, l’automazione è un valore, non una minaccia, dice Cingolani.
Nella fabbrica di Pomigliano, dove tutto intorno ricorda la nascita nel dopoguerra di un glorioso polo aeronautico, nei prossimi mesi ci sarà Industria 5.0. 4500 dipendenti diretti più un indotto di altre 10 mila lavoratori saranno la forza di un cambiamento per nuovi prodotti. Se non è retorica a vabtaggio della promozione, tempi e costi si ridurranno del 15%, per arrivare a 46 mila aerei tra 20 anni. ” Abbiamo già ordini per 5-6 anni ” dice il capo divisione Stefano Bortoli.
Dalle stanze accanto ai reparti 70 giovani studenti usciti all’Aerotech Academy creata insieme all’Università Federico II hanno trovato lavoro nel Gruppo. Le scommesse si vincono anche al Sud.