I listini europei chiudono in rosso, privi del faro di Wall Street, nel giorno del Labor day, festa del lavoro americana. Milano si ferma a 21.790 punti, -0,31%, con le banche e la moda in ribasso; positivi Leonardo +3,85% e i petroliferi, mentre la situazione si va normalizzando in Texas, dopo il devastante passaggio dell’uragano Harvey.
La piazza peggiore è Madrid, -0,8%. Più simili a Milano risultano Parigi, -0,38%; Londra, -0,36%; Francoforte, -0,33%. Gli investitori guardano con preoccupazione alle tensioni internazionali, all’escalation che potrebbe derivare dai comportamenti della Corea del Nord. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu oggi si è riunito d’urgenza per parlare dell’ultimo test nucleare e discutere sulla possibilità di un nuovo turno di sanzioni internazionali, mentre gli Usa chiedono “le misure più forti possibili”. La situazione favorisce, come prevedibile, i beni rifugio, in particolare i metalli preziosi. L’oro tocca i massimi da un anno. Al momento 1334,785 (+0,75%) dollari l’oncia. Il petrolio invece arretra: Brent -0,66%, 52,4 dollari al barile.
Il dollaro perde terreno verso le principali valute, fra cui l’euro. La moneta unica guadagna circa lo 0,3% e il cross si porta oltre 1,91, proprio all’inizio di una settimana clou, per il vertice di politica monetaria della Banca Centrale Europea, in calendario giovedì. La divisa europea resta sorvegliata speciale, dopo le preoccupazioni espresse in luglio su un euro forte
Sul secondario, in attesa del meeting della Bce, la carta italiana si mantiene stabile, con il rendimento del Btp 10 anni al 2,11% e lo spread con il Bund a 173.70 punti base, -0,34%.
In Piazza Affari i venti di guerra fanno volare Leonardo. Seduta brillante per Tenaris +1,61%. La multinazionale, leader nella produzione di tubi d’acciaio per l’oil&gas, rende noto che tutte le sue strutture a Houston, Freeport e Bay City stanno gradualmente riprendendo le operazioni e non hanno subito grandi danni. Nel settore risultano positive anche Saipem +0,19% e Eni +0,15%. Brillante Stm, +1,29%. Generali, +0,6%, sfrutta il giudizio positivo di Hsbc e la prospettiva di novità imminenti su alcune dismissioni in Belgio. Le prese di profitto si abbattono su Exor, -2,21%, dopo le dichiarazioni di Sergio Marchionne a proposito di Fiat (-1,27%), al Gran Premio di Monza e cioè la società “non ha ricevuto alcuna offerta d’acquisto e non sta lavorando a una grossa operazione di M&A”. Piatta Ferrari.
Deboli le banche. Le peggiori sono Banco Bpm -2,29% e Bper -1,5%. Arretra Finecobank -1,53%. Le vendite penalizzano la moda, in particolare Ferragamo -1,56% e Ynap -1,72%.
Fuori dal listino principale Fincantieri, +7,26%, chiude una seduta esuberante, in attesa del vertice dell’11 settembre a Roma fra Padoan e Le Maire per discutere il dossier Stx. Ancora sugli scudi Caltagirone Editore +13,64%, a cinque giorni dalla conclusione dell’opa finalizzata a togliere le azioni dalla Borsa. Una situazione che annulla in pratica le chance di riuscita dell’operazione. Gli acquisti si sono scatenati a partire da venerdì, dopo le indiscrezioni stampa sulla volontà di diversi fondi di investimento di assumere una posizione consistente nel capitale del gruppo editoriale romano in modo da contrastare il progetto di delisting a 1 euro per azione promosso da Francesco Gaetano Caltagirone attraverso il veicolo Chiara Finanziaria. I rumors sono stati confermati dall’aggiornamento delle partecipazioni diffuso da Consob che ha certificato come Amber Capital Uk sia arrivato a detenere il 5,515% mentre la quota nelle mani della famiglia Benetton, pari al 2,2% circa, è già stata ceduta sul mercato. In rialzo l’Aeroporto Marconi di Bologna, +1,01%, nel giorno delle dimissioni di Gabriele Del Torchio, consigliere di amministrazione non esecutivo.