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L’Emilia vara il Reddito di solidarietà ma M5S non lo vota

I cittadini più poveri dell’Emilia Romagna potranno contare presto sul reddito di solidarietà, una variante corrispondente al più noto reddito di cittadinanza che rappresenta uno dei capisaldi del programma del Movimento 5 Stelle a livello nazionale. Ma paradossalmente i rappresentanti pentastellati si astengono nel corso della votazione.

L’Emilia vara il Reddito di solidarietà ma M5S non lo vota

I cittadini più poveri dell’Emilia Romagna potranno contare presto sul reddito di solidarietà, una variante corrispondente al più noto reddito di cittadinanza che rappresenta uno dei capisaldi del programma del Movimento 5 Stelle a livello nazionale. Peccato che i rappresentanti pentastellati si siano astenuti nel corso della votazione in Consiglio regionale.

Coloro che possiedono i requisiti per rientrare nella platea dei beneficiari riceveranno 400 euro al mese per un anno a condizione di partecipare a percorsi di inserimento lavorativo e sociale. Lo ha stabilito il Consiglio regionale varando un provvedimento che andrà a beneficio di 35mila famiglie, anche unipersonali, con un Isee pari o inferiore a 3.000 euro l’anno. Complessivamente il nuovo reddito di solidarietà raggiungerà 80 mila persone.

A proporre e votare la legge è stata la maggioranza presente in Consiglio regionale, formata dal Sel e dal Partito Democratico, che ha previsto lo stanziamento di 35 milioni di euro che si sommeranno ai 37 erogati dallo Stato all’Emilia Romagna per il “Sostegno dell’Inclusione attiva”.

A sorpresa però, i membri del Movimento 5 Stelle presenti in consiglio, nonostante il reddito di solidarietà sia de facto simile al reddito di cittadinanza sostenuto da anni e anni dai grillini, hanno deciso di astenersi (Forza Italia e Lega Nord hanno votato contro). Giulia Gibertoni, consigliera del M5S ha affermato che la legge “è’ un primo passo ma non basterà”. Questo “passo” però non è stato sufficiente a convincere i grillini a votare a favore del provvedimento, affiancandosi, per una volta almeno a livello locale, al tanto “odiato” PD.

Una decisione che da più parti è stata definita incoerente con quanto da sempre sostenuto dal Movimento sul sostegno ai cittadini più in difficoltà e che è stata paragonata alle capriole dei pentastellati sull’Italicum. Dopo anni di dura e infuocata opposizione, nei quali la legge elettorale è stata addirittura definita “fascista”, i pentastellati chiedono oggi di tornare alle urne permettendo agli elettori di utilizzare quello stesso sistema elettorale tanto criticato nel tempo, confermando l’assioma secondo cui “la coerenza, in politica, è una virtù sopravvalutata.”

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