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Lego, in Asia le vendite decollano e l’azienda punta a produrre a Shanghai

La miniera d’oro dei mattoncini è a oriente. Mentre i mercati europeo e americano continua a sonnecchiare, a est degli Urali Lego miete successi.

Nei primi sei mesi dell’anno, l’azienda danese ha venduto mattoncini per 1,84 miliardi di dollari, segnando un +13% di ricavi e mantenendosi saldamente al secondo posto nel mercato mondiale dei giocattoli. Eppure, sarebbe potuta andare meglio.

Lego avrebbe potuto volare molto più in alto. La zavorra, che ha tarpato le ali alla crescita, è negli Stati Uniti e in Europa, dove si registrano – rispettivamente – un +4 e +8%. Numeri più che modesti, se si pensa al +24% raggiunto nello stesso periodo dello scorso anno in America.

In Asia, invece, le vendite sono cresciute del 35%. Il produttore di giocattoli è riuscito a catturare l’interesse dei bambini in oriente, in un momento in cui i genitori cominciano a concedere di più sul fronte giocattoli.

Grazie a una forte rete vendita, Lego ha gradualmente conquistato il frammentatissimi mercato cinese del settore, conquistando l’1% lo scorso anno contro lo 0,6% di cinque anni prima, stando ai dati di Euromonitor International. Possono sembrare cifre basse, ma sono grandi numeri se si considera che il leader – la Guangdong Alpha Animation & Culture, aveva il 4,4% nel 2012.

L’unico ostacolo alla lunga corsa di Lego rimane il prezzo dei prodotti. Comprare a Pechino un Friends Adventure Camper costa circa 57 dollari, contro i 28,99 dollari se si acquista la stessa scatola a New York. E poi ci sono i concorrenti locali, che spesso mettono in vetrina giocattoli simili a prezzi sensibilmente più bassi.

La prossima mossa del colosso danese è aprire una fabbrica a Jiaxing, a circa 100 chilometri da Shanghai che nel 2017 dovrebbe arrivare a produrre il 70-80% dei mattoncini che saranno venduti in Asia.

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