Legge sulla concorrenza: il tempo stringe. Entro luglio deve essere presentato in Parlamento il primo dei quattro provvedimenti annuali previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Mancare questa scadenza vorrebbe dire essere già in ritardo sulla tabella di marcia stabilita con l’Europa per ottenere i fondi del Next Generatiion Eu, per di più nei giorni in cui l’Italia riceverà da Bruxelles il primo trasferimento di denaro (circa 25 miliardi, pari al 13% dei fondi stanziati per il nostro Paese).
Il confronto fra gli uomini di Palazzo Chigi e i tecnici dei ministeri prosegue da settimane, ma sembra che negli ultimi temi i lavori di stesura della bozza abbiano rallentato proprio a causa delle richieste di alcuni dicasteri. Non è escluso, comunque, che alla fine il testo della legge sulla concorrenza riesca ad approdare in Consiglio dei ministri appena prima della pausa estiva, anche perchè il premier Draghi su tutte le riforme collegate al Next Generation Eu ha dato la sua personale garanzia a Bruxelles e non transige.
Per quanto riguarda i contenuti, il governo dovrebbe seguire in buona parte i suggerimenti dell’Antitrust, che ha inviato a Palazzo Chigi un documento di 60 pagine con circa 80 proposte. La lista degli argomenti è quantomai varia: dai porti ai servizi pubblici locali, dal gas alle auto elettriche, passando per le dighe.
PORTI
Il tema dei porti potrebbe rientrare in una discussione più ampia su appalti e concessioni, due macro-capitoli su cui si è già iniziato a intervenire con la legge delega sui contratti pubblici, che in questo caso la legge sulla concorrenza potrebbe integrare. La questione fondamentale è il divieto di proroga delle concessioni in alcuni settori, nel rispetto delle norme europee sugli affidamenti in house. Il disegno di legge in arrivo potrebbe cancellare gli ostacoli che oggi non permettono ai concessionari portuali di associare le attività in porti di grandi e medie dimensioni. Inoltre, ai concessionari potrebbe essere concesso di fornire da soli i servizi portuali usando le proprie attrezzature.
SERVIZI PUBBLICI LOCALI
Sul fronte dei servizi pubblici locali la novità più attesa è la razionalizzazione delle regole per il ricorso alla procedura di affidamento in house. La nuova norma dovrebbe imporre alle amministrazioni locali di fornire in anticipo una ragione ben circostanziata per spiegare il mancato ricorso alla gara d’appalto. Inoltre, nel trasporto pubblico locale si punta a favorire le unioni fra Comuni, così da ridurre il numero di enti e amministrazioni aggiudicatrici. Potrebbero infine essere semplificate anche le procedure per autorizzare gli impianti per la gestione dei rifiuti.
GAS
Il governo vorrebbe inserire nella legge sulla concorrenza anche un sistema di incentivi all’avvio delle procedure pubbliche in tema di gare per la distribuzione del gas. Su questo versante, però, c’è da superare la resistenza dei Comuni.
AUTO ELETTRICHE
Ben più agevole dovrebbe essere la creazione di nuove regole per diffondere le colonnine pubbliche per la ricarica dei mezzi elettrici. Nel Recovery Plan il governo ha posto come obiettivo la realizzazione di almeno 7.500 punti di ricarica nelle superstrade e di altri 13.750 nei centri urbani. Con la legge sulla concorrenza, l’esecutivo punta a fissare criteri trasparenti per assegnare agli operatori gli spazi dove installare le colonnine.
DIGHE
Infine, le dighe. Il governo potrebbe affrontare la questione delle concessioni idroelettriche con due obiettivi principali: fissare criteri generali e uniformi a livello nazionale e obbligare le Regioni a stabilire i criteri economici alla base della durata dei contratti di concessione. Il problema sarà superare l’opposizione dei governatori leghisti, visto che fu proprio il partito di Matteo Salvini – ai tempi della maggioranza giallo verde – a ottenere la regionalizzazione delle dighe.