La nuova legge elettorale e le elezioni si avvicinano. Oggi toccherà alla Direzione del Pd approvare il cosiddetto modello tedesco, cioè un sistema elettorale proporzionale con sbarramento al 5% che mette a rischio il ritorno in Parlamento dei piccoli partiti, tra cui quello del ministro degli Esteri Alfano, che minaccia la crisi di governo, e Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.
Ma la novità di ieri è stato il via libera alla riforma del Movimento 5 Stelle che, una volta scoperte le carte e pur di bruciare i tempi del ricorso al voto, si ritrova oggi sull’asse Renzi-Berlusconi. Tutti uniti, Lega e Bersani compresi, per il modello tedesco e per le elezioni anticipate subito dopo l’estate, in settembre o al massimo in ottobre, anche se resta il nodo della manovra economica che ha messo in allarme i mercati.
Salvo incidenti dell’ultima ora, la nuova legge elettorale ha buone probabilità di arrivare al traguardo dell’approvazione parlamentare e di far finire prima del previsto sia l’opera del governo Gentiloni che quella della legislatura, la cui conclusione dovrebbe arrivare dopo le elezioni tedesche di settembre ma prima della fine naturale di febbraio. Ma il problema vero è un altro ed è stato evidenziato ieri dal brusco calo della Borsa e dalla corsa all’insù dello spread Btp-Bund e cioè il pericolo di ingovernabilità che un sistema elettorale proporzionale, osteggiato solo da personalità come Romano Prodi e Giuliano Pisapia e dai piccoli partiti, rischia di proiettare sulla scena politica.
Il sistema proporzionale spinge alle grandi coalizioni, come in Francia e in Germania, ma, stando ai sondaggi attuali, sarebbe difficile formare un governo nella prossima legislatura perché, sulla carta, né l’asse Renzi-Berlusconi né l’asse Grillo-Salvini avrebbero la maggioranza e i mercati se ne sono accorti.