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Legge elettorale, Pd spaccato: Cuperlo attacca l’Italicum, ma in Direzione vince Renzi

Il Partito democratico si spacca, ma approva l’Italicum, ovvero la riforma elettorale proposta dal segretario Matteo Renzi dopo l’accordo raggiunto con il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi. Il testo dovrà arrivare in Aula alla Camera entro il 27 gennaio. La Direzione del Pd ha dato il via libera all’intesa con 111 voti favorevoli, 34 astenuti e nessun voto contrario. La divisione all’interno del partito è però lampante: il presidente democratico Gianni Cuperlo ha definito l’Italicum “una proposta non convincente, che non garantisce né agli elettori il diritto di scegliere i loro rappresentanti né una sicura governabilità”. 

La risposta di Renzi non si è fatta attendere: “Chi parla di preferenze non avrebbe dovuto farsi candidare nel listino bloccato schivando le primarie. Almeno Fassina ha preso 12 mila preferenze…”. L’attacco personale ha fatto infuriare Cuperlo, che in aperta polemica ha deciso di abbandonare anzitempo i lavori della Direzione. E c’è già chi parla di possibili dimissioni.

Di tutt’altro segno l’accoglienza riservata al discorso di Renzi dal Cavaliere: “L’intervento del segretario è all’insegna della chiarezza e del rispetto reciproco”, si legge in una nota. In particolare, Berlusconi è soddisfatto perché la trattativa con il segretario Pd lo ha investito nuovamente del ruolo di catalizzatore del centrodestra. Sul piano elettorale, inoltre, il numero uno di Forza Italia punta a sfruttare la soglia non troppo alta prevista dall’Italicum per il premio di maggioranza (al 35%) e giocarsi tutto al primo turno. 

Una strategia che non potrà prescindere dall’alleanza con il Nuovo centrodestra di Angelino Alfano, il quale ieri ha promosso l’impianto generale della proposta di riforma elettorale, ma ha annunciato battaglia per introdurre le preferenze. Una posizione tattica, secondo i renziani, volta esclusivamente ad acquisire potere negoziale. 

D’altra parte, sull’accordo Berlusconi-Renzi non sembrano esserci margini d’intervento. “Questo è il pacchetto completo, compresa l’abolizione del Senato e la riforma del Titolo V della Carta – ha chiarito il segretario –. O si prende così com’è, o salta tutto”. 

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Categories: Politica