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Legge elettorale, M5S chiede ok a iscritti

Primi ostacoli all’approvazione della legge elettorale alla Camera. Il modello “tedesco”, che sembrava aver trovato una pacifica convergenza tra i quattro partiti principali, viene ora messo in discussione con 209 emendamenti presentati dai partiti minori e dal Movimento 5 Stelle: su un centinaio di questi emendamenti i centristi e l’Mdp, contrari alla riforma, hanno chiesto e ottenuto il voto segreto, e il primo caso di franchi tiratori si è verificato nella votazione sulle pregiudiziali, per la quale sono mancati diversi voti rispetto alla sommatoria dei 4 gruppi.

“Nelle pregiudiziali ci sono stati 100 voti in meno, vi ricordo cosa accadde quando furono 101…”, ha commentato il capogruppo dem Ettore Rosato all’assemblea del Pd alla Camera, ricordando la mancata elezione di Prodi nel 2013 alla Presidenza della Repubblica. A conti fatti e al netto dei deputati in missione, alla maggioranza che sostiene la riforma della legge elettorale sono in realtà mancati 66 voti sulle pregiudiziali, a quanto risulta dalla lettura dei tabulati della votazione segreta.

L’altro ostacolo è quello del rinvio, chiesto dal Movimento 5 Stelle che però ha negato di aver voluto il voto segreto. “Il Movimento 5 Stelle non ha la volontà di affossare la legge. Vuole votare di fronte agli italiani questa legge elettorale e le migliorie che ritiene importanti”, ha precisato il deputato Danilo Toninelli. Il M5s ha annunciato sul blog di Beppe Grillo di lavorare a modifiche, soprattutto per le preferenze e il voto disgiunto, dicendo che la legge che uscirà dal dibattito in Parlamento dovrà essere rivotata dagli iscritti nel weekend, mettendo così a rischio il patto: “Oggi sono iniziate alla Camera le votazioni sulla legge elettorale. Come già fatto in commissione, anche in Aula cercheremo in tutti i modi di ottenere nuovi miglioramenti, come il voto disgiunto, le preferenze e i correttivi di governabilità. Non sappiamo se ce la faremo perché non dipende solo da noi. Abbiamo già ottenuto importanti risultati come la cancellazione delle pluricandidature e dei capilista bloccati”.

A cercare di attutire gli scricchiolii dell’accordo poco dopo ancora Grillo su Twitter: “Il Movimento vuole la legge elettorale e il voto. Gli iscritti saranno chiamati a ratificare il testo finale: questo è il nostro metodo!”, come a voler sottolineare che la parola data alla base M5s è più una questione di metodo. Il balletto M5s ha puntualmente provocato la reazione del segretario Pd, Matteo Renzi: “I grillini cambiano idea sulla legge elettorale che loro stessi hanno voluto e votato. Sono passati due giorni e già hanno cambiato posizione? Due giorni!”, scrive in un post su Instagram. 

Richiesta, quella del rinvio a lunedì per la votazione, accolta dal Pd e dalla presidente della Camera Laura Boldrini.

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Categories: Politica