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Legge di bilancio 2023: flat tax, pensioni, reddito di cittadinanza, tetto al contante. Ecco le ultime novità

Photo by Mathieu Stern on Unsplash

La Legge di Bilancio 2023, la numero 1 del governo Meloni, entra nel vivo. Lunedì sarà varata dal Consiglio dei ministri, oggi venerdì 18 novembre, la premier ha convocato un vertice di maggioranza per richiamare i partiti che la sostengono a uno sforzo di concretezza sulla manovra che – almeno nelle intenzioni della premier – conterrà alcune misure-bandiera per caratterizzare il cambiamento voluto dal governo, ma dovrà anche restare orientata alla concretezza. La manovra avrà una portata di 30-35 miliardi, 21 dei quali sono in deficit e saranno impegnati sulle misure di sostegno a famiglie e imprese per ridurre i costi delle bollette di elettricità e gas.Per il resto bisognerà trovare le coperture.

Nella Legge di Bilancio 2023 rientrerà anche l’aumento da 1.000 a 5.000 euro del tetto al contante, misura sbandierata dalla Lega come essenziale ma stralciata in extremis dal decreto Aiuti quater (oggi ne è prevista la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) dopo i rilievi del Quirinale. Mancano infatti i requisiti di necessità e urgenza per poterla inserire nel decreto legge appena approvato dal governo. Vediamo allora le principali misure della Legge di Bilancio 2023 che il governo dovrebbe adottare lunedì.

Legge di Bilancio 2023: pace fiscale sì, flat tax forse

Nel pacchetto fiscale ci sarà la cosiddetta pace fiscale o «tregua fiscale» come preferisce chiamarla il viceministro Leo. Previsti sconti sulle cartelle o la loro cancellazione. Tutte le cartelle esattoriali fino a 1.000 euro e fino al 2015 saranno infatti cancellate. Quelle fino ai 3mila euro (fino al 2015) saranno ridotte del 50%; interessi e sanzioni potrebbero essere del tutto cancellati. Possibile anche una nuova rateizzazione dei pagamenti per chi non è riuscito a onorarli in tempo negli ultimi 3 anni: avrà più tempo ma senza sanzioni. Allo studio inoltre una «voluntary disclosure» per il rientro dei capitali dall’estero ma che non dovrebbe comportare anche una cancellazione delle responsabilità penali. Potrebbe portare nelle casse statali da 3 a 5 miliardi secondo le prime stime.

Più incerto il destino della cosiddetta flat tax incrementale che potrebbe essere rimandata ed affidata ad un successivo provvedimento di riforma più organica del fisco. Potrebbe essere estesa la flat tax al 15% a beneficio delle partite Iva e degli autonomi con ricavi fino a 85 mila euro (ora il tetto è a 65 mila). Più difficile invece introdurre la flat tax incrementale per i lavoratori dipendenti. Il governo pensa alla possibilità di un intervento per ridurre la tassazione sui premi di produttività: fino a 3 mila euro con aliquota al 5% (ora al 10%), oltre i 3 mila euro al 15%, anziché progressivo. Confermato invece il taglio del cuneo fiscale di due punti – e non più cinque –  in favore dei lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro. La misura era stata varata dal governo Draghi per il 2022 e sarà prorogata.

Legge di Bilancio 2023: per le pensioni quota 103

Per scongiurare il ritorno alla legge Fornero dal 1 gennaio 2023, il governo pensa ad una “quota 103” ovvero alla possibilità di andare in pensione per chi ha raggiunto 41 anni di contributi e almeno 62 anni di età. Si scavallerà così la quota 102 (64 anni più 38 di contributi), che scade il 31 dicembre. La misura interesserebbe una platea potenziale di 50 mila lavoratori, che potrebbero uscire con circa uno o due anni d’anticipo rispetto alla soglia ora prevista per la pensione anticipata: 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne. La misure costerebbe 700 milioni ma si tratta ancora di stime da mettere a fuoco. Quota 103 dovrebbe valere solo per il 2023, in attesa di una riforma complessiva.

Reddito di cittadinanza: come potrebbe cambiare

Il reddito di cittadinanza costa circa 8 miliardi. Meloni ha più volte detto di volerlo cambiare. Ma l’operazione è complessa sia per la difficoltà di trovare lavoro a persone spesso con scarso livello di istruzione e scarsa esperienza lavorativa alle spalle, sia perché il rischio recessione espone proprio le fasce più deboli. Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon è stato prudente:“Siamo ancora nella fase di studio. Abbiamo proposto di non estenderlo più a vita ma con una tempistica precisa per chi è abile al lavoro: 18 mesi di reddito con sei mesi di stop con formazione e inserimento nel mondo del lavoro, poi un décalage di 12 mesi. Arriviamo a un percorso di 36 mesi di reddito e poi si esce”. Queste le intenzioni.

Ponte sullo Stretto, extra-profitti delle imprese energetiche, cedolare secca sugli affitti dei negozi

Nella legge di Bilancio potrebbe intanto esserci la revoca dello stato di liquidazione della società Stretto di Messina Spa. L’azienda, partecipata da Rfi, Anas (gruppo Fs), regione Calabria e Sicilia negli anni si è occupata di progettazione e studi di fattibilità dell’opera ed è stata posta in liquidazione da Palazzo Chigi ad aprile 2013. Al momento ci sono in essere contenziosi e penali per oltre 700 milioni. L’udienza di Appello è stata fissata a settembre 2023.

Si parla poi di alzare la tassa tassa sugli extraprofitti. Seguendo le norme Ue, saranno tassati gli utili delle società energetiche e non più il fatturato Iva. L’aliquota potrebbe salire dal 25% al 33%. L’Eni ha già pagato 1,4 miliardi allo Stato sulla base della tassa introdotta dal governo Draghi.

Infine potrebbe rientrare nella legge di Bilancio la cedolare secca sugli affitti dei negozi. La “tassa piatta”al 21% era stata introdotta nel 2019, quando la manovra finanziaria aveva introdotto la possibilità di applicarla al posto del regime ordinario. La misura però non è stata confermata: il possibile dietrofront comporta però la ricerca non facile della copertura finanziaria.

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