L’innalzamento a 5mila euro del tetto al contante e lo stop alle sanzioni per chi rifiuta pagamenti con il Pos sotto i 60 euro stabiliti nella legge di Bilancio 2023 potrebbero remare contro gli obiettivi di modernizzazione del Pnrr e la lotta all’evasione. Non solo, la flat tax aumenta le discrepanze di “trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, penalizzando i primi. Si tratta, insomma, di una bocciatura senza mezzi termini quella arrivata da parte di Fabrizio Balassone, capo del servizio struttura economica del Dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, nel corso audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato su alcune delle misure più discusse della Manovra.
Balassone ha aggiunto che per il prodotto interno lordo è previsto “un indebolimento nel trimestre in corso”, ma anche un’ espansione “nella media del 2023, ma con un forte rallentamento dei tassi di crescita rispetto agli ultimi due anni”. Secondo l’economista, inoltre “la piena attuazione delle riforme e investimenti del Pnrr potrà fornire un contributo determinante alla crescita economica e di riflesso al miglioramento della finanza pubblica”.
Bankitalia: Manovra lorda da 39,2 miliardi, 4 miliardi dagli extraprofitti energetici
Ammonta 39,2 miliardi di euro “l’importo lordo della Manovra. Vedremo se nei prossimi giorni ci sarà da ragionare ulteriormente su questo aspetto”, ha detto Fabrizio Balassone nel corso dell’audizione sulla legge di Bilancio, premettendo che “gli allegati tecnici alla Manovra sono stati resi disponibili mercoledì scorso”, dunque potrebbe “esserci qualche arrotondamento”. Secondo i calcoli della Banca d’Italia, “le misure espansive ammontano a 13 miliardi nella media del biennio 2024-25. Le coperture ammontano a 18,1 miliardi nel 2023 e a 14,2 nel 2024-25.
“Tra le coperture la principale misura di entrata è l’introduzione di prelievi temporanei sulle imprese del settore energetico (4 miliardi il prossimo anno); dal lato delle spese i maggiori risparmi derivano dalla modifica dei criteri di indicizzazione al costo della vita delle pensioni (3,3 miliardi nel 2023 e circa 6,5 in ciascuno dei due anni successivi, al lordo degli effetti sulle entrate)”, ha evidenziato Balassone. “Tra i provvedimenti che accrescono le spese si segnalano per entità quelli relativi alla sanità, al pubblico impiego e alle pensioni (complessivamente 4,9 miliardi nel 2023)”
Bankitalia: le previsioni su Pil e debito
“In questo difficile contesto la congiuntura ha mostrato per il momento una sostanziale tenuta. Gli indicatori più recenti puntano a un indebolimento dell’attività per il trimestre in corso, in cui è proseguito il rialzo dell’inflazione”, ha spiegato il capo del servizio struttura economica del Dipartimento economia e statistica della Banca d’Italia, che per l’anno prossimo prevede: “L’attività è stimata in espansione nella media del 2023, ma in forte rallentamento nei prossimi mesi e caratterizzata da tassi di crescita relativamente moderati e decisamente inferiori a quelli degli ultimi due anni. È tuttavia opportuno sottolineare che, nel contesto attuale, caratterizzato da rischi di natura estrema, le proiezioni economiche costituiscono un riferimento solo indicativo e sviluppi drasticamente meno favorevoli di quelli prefigurati potrebbero realizzarsi a fronte di mutamenti repentini e imponderabili del contesto esterno”.
“La politica di bilancio mira a un’ulteriore riduzione del rapporto tra debito e Pil nel triennio di programmazione – ha continuato Balassone – Dato l’alto livello del debito pubblico, la richiamata incertezza sulle prospettive macroeconomiche e il tendenziale aumento dei tassi d’interesse, mantenere fermo questo obiettivo è una scelta necessaria“. L’economista ha segnalato inoltre che “la piena attuazione dell’insieme di riforme e investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrà fornire un contributo determinante alla crescita economica e, di riflesso, al miglioramento delle condizioni della finanza pubblica”.
Misure su tetto al contante e Pos in contrasto con Pnrr e lotta all’evasione
“Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del Paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”, ha detto senza mezzi termini Balassone alla Camera, sottolineando che “soglie più alte” per l’uso del contante “favoriscono l’economia sommersa”. Il riferimento è sia all’innalzamento da mille a 5mila euro del tetto all’uso del contante che alla cancellazione delle sanzioni per chi rifiuta pagamenti con il Pos sotto i 60 euro. Tali misure, contrariamente a quanto avvenuto negli ultimi anni, vanno nella direzione di agevolare l’uso del contante”. “L’uso dei pagamenti elettronici” “permettendo il tracciamento delle operazioni ridurrebbe l’evasione fiscale”, evidenzia la Banca d’Italia. Parlando in parole povere, secondo la Banca d’Italia “i limiti all’uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità ed evasione”.
Balassone ha ricordato inoltre che “anche le raccomandazioni Ue muovono in questa direzione”. Inoltre “la definizione di sanzioni amministrative” per chi rifiuta i pagamenti digitali “era inclusa tra i traguardi del Pnrr del primo semestre di quest’anno”. Infine, quanto agli oneri delle transazioni per gli esercenti, “è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza: furti, rapine, errori materiali, assicurazioni. Le nostre stime indicano che per gli esercenti il costo del contante in percentuale del valore della transazione è superiore a carte di credito e debito”.
Sulla questione contante si è espresso anche il presidente del Cnel Tiziano Treu, che durante la sua audizione davanti alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio ha detto: “La lotta all’evasione fiscale è fondamentale. Abbiamo per mesi organizzato un’analisi complessa di tutto il sistema fiscale, con proposte di riforma. Il nostro è un sollecito forte a continuare questa lotta e alcuni provvedimenti non aiutano in questa direzione, ma rischiano di andare in senso contrario, in particolare quelli sull’uso del contante”.
“La diffusione della moneta elettronica è importante perché favorisce la verifica e l’effettività delle risorse trasmesse e anche perché è utile per tante operazioni di tracciabilità per l’Agenzia dell’entrate” – ha continuato, affermando inoltre che “i condoni, anche se si è precisato che non si tratta di condoni veri e propri ma di una rottamazione delle cartelle e della riduzione sanzioni, non aiutano”.
Flat tax aumenta discrepanze tra dipendenti e autonomi
Passando ad un’altra delle misure bandiera della Lega, inserita nella Manovra, Balassone ha affermato che: “alcune delle misure non connesse all’emergenza energetica presentano aspetti critici che la Banca d’Italia ha più volte segnalato anche in passato con riferimento a misure analoghe. La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”. Secondo il Capo Servizio Struttura Economica della Banca d’Italia “in un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’Irpef comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo”, ha aggiunto.
Senza reddito di cittadinanza 1 milione di poveri in più
Citando i calcoli dell’Inps, nel corso dell’audizione, Balassone ha sottolineato che “l’introduzione del reddito di cittadinanza ha rappresentato una tappa significativa all’ammodernamento del welfare del nostro Paese”. Senza questo strumento “ci sarebbero stati “un milione di individui poveri in più”. Secondo via Nazionale, però l’attuale assetto mostra delle criticità soprattutto come misura di accompagnamento al lavoro, e la “riforma annunciata dal governo potrebbe rafforzare” questo aspetto.
Del reddito di cittadinanza ha parlato anche il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, nel corso della sua audizione alla Camera sulla legge di Bilancio. Secondo l’Istituto Nazionale di statistica, la riduzione della durata del reddito di cittadinanza nel 2023 colpirà “circa 846 mila individui, vale a dire poco più di un beneficiario su cinque”. Se si considerano i soli beneficiari in età compresa fra 18 e 59 anni, il taglio riguarderà oltre un terzo di essi, spiega il presidente. “La decurtazione della durata coinvolgerebbe in prevalenza i nuclei familiari di ridotte dimensioni (in particolare coinvolge più della metà degli individui soli) e la componente maschile, e investirebbe quasi la metà dei beneficiari in età compresa fra 45 e 59 anni”, ha aggiunto. Inoltre, la riduzione “comprende un terzo dei NEET fra 18 e 29 anni beneficiari del Reddito, e si caratterizza per livelli di istruzione appena più elevati rispetto alla restante platea dei beneficiari appartenenti alla stessa classe d’età”.