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L’editore Olschki lancia l’edizione italiana del trattato di Rohde su “La cura dei giardini storici”

Il celebre manuale di Michael Rohde, “La cura dei giardini. Teoria e prassi”, viene riproposto dall’editore Olschki in una brillante edizione italiana curata da massimo de Vico Fallani, direttore dei più importanti giardini demaniali del nostro Paese – I giardini storici sono i più difficili da mantenere ma il trattato è pieno di consigli preziosi.

L’editore Olschki lancia l’edizione italiana del trattato di Rohde su “La cura dei giardini storici”

Una bellissima e tragica metafora dell’esistenza è il giardino ridente di cui parla Giacomo Leopardi nello Zibaldone, apparentemente gradevole e rigoglioso ma, a guardar bene, infestato da patimenti, insetti e parassiti di ogni genere. Una analogia che rivela la vulnerabilità dell’arte dei giardini, un’arte quanto mai difficile e precaria se si pensa che i suoi materiali costitutivi, le componenti naturali, sono soggette a tutte le possibili trasformazioni climatiche e ambientali. 

Eppure, i giardini sono “natura modellata e opere viventi di arte figurativa” come sostiene Michael Rohde, un’arte che esiste da lungo tempo e si è espressa in forme sublimi. Arte autonoma a pieno diritto, non certo semplice contorno decorativo per ville e palazzi, come ci ricordano Sanssouci a Potsdam, Boboli a Firenze o Villa d’Este a Tivoli. Quante difficoltà, quanto lavoro, tuttavia, dietro quelle armoniche ed equilibrate composizioni e ricomposizioni di natura, spazi e ambienti, frutto non solo di un complesso intreccio di competenze manuali e professionali ma anche di ricostruzione filologica, di ricerca e di teorizzazione. 

La cura dei giardini storici. Teoria e prassi, il bellissimo trattato pubblicato nel 2008 da Michael Rohde, massimo specialista in materia e direttore del più vasto complesso di giardini e parchi tedeschi, patrimonio dell’UNESCO, testimonia autorevolmente di quale  importanza sia l’approccio scientifico e rigoroso a questa arte. Il libro, che offre una risposta concreta agli interrogativi teorici e pratici posti dalla manutenzione dei giardini storici, è stato scritto in collaborazione con storici e architetti attivi sul campo e  tradotto in italiano da Massimo de Vico Fallani, architetto e direttore dei più importanti giardini demaniali italiani da quello di Boboli a quelli dell’Appia Antica e dei Fori romani, studioso e autore di numerose pubblicazioni sulla storia dei giardini. 

La traduzione di Fallani e la splendida edizione di Olschki, rendono ancora più preziosa quest’opera, ricca di schemi grafici, illustrazioni a colori e stampe antiche, che colma una grave lacuna di carattere scientifico e di tecnica manutentiva nella patria del giardino rinascimentale, quel “giardino all’italiana” che tanta influenza ha esercitato sull’intera Europa e sul mondo. La concezione di questo libro è il risultato di due progetti di ricerca condotti dall’Istituto di architettura del paesaggio dell’Università  Leibniz di Hannover e finanziati da enti e fondazioni. Il primo risale al 2000 e riguarda l’architettura dei viali nei giardini storici, il secondo è stato condotto nel 2002/2003 sui criteri di cura dei fiori, piante legnose e opere idrauliche. 

La partizione del manuale distribuisce i due filoni delle ricerche in quattro motivi che si sviluppano simmetricamente nelle prime due parti dell’opera. Una prima parte, dove vengono individuate ed illustrate delle forme specifiche relative a cinque epoche storiche dal Rinascimento al XX secolo, è dedicata alla teoria e alla storia della progettazione dei giardini. La seconda, riguardante la prassi delle tecniche manutentive e di restauro contemporanee, prende in esame trenta importanti casi reali di impianti tedeschi tra il 2000 ed il 2003. Piante legnose, fiori, viali e opere idrauliche vengono esaminate e documentate nelle loro diverse funzioni e criticità. I fiori sono, ad esempio l’elemento decorativo del giardino mentre le piante legnose ne definiscono spazi e forme.

Costose ed impegnative sono le esigenze di manutenzione e restauro di viali e opere idrauliche. Infine, le raccomandazioni della terza parte valutano comparativamente le tecniche giardiniere e le metodiche esecutive, passando dagli indispensabili interventi manutentivi alla discussione di soluzioni sperimentali e nuove.Partendo dalla convinzione che i giardini storici sono i più difficili da mantenere rispetto a beni culturali di pari rango – edifici, castelli o ville, opere figurative, sculture e dipinti costituiti di materia inerte – l’Autore osserva che i giardini sono fortemente condizionati dall’ambiente. Inoltre, di rado i finanziamenti ed il personale sono disponibili per le necessarie operazioni di cura giardiniera e, a causa dei cambiamenti climatici, una tendenza all’intensificazione di alcune incombenze può portare a danneggiamenti irreversibili mentre la crescita eccessiva di specie legnose o l’impaludamento possono condurre alla perdita delle specie piantate in origine e all’instabilità ecologica.

I giardini storici richiedono perciò un complesso apparato di assistenza che coniuga la tradizione e l’esperienza con la ricerca e la competenza scientifica insieme a risorse e strutture come vivai e terreni produttivi propri. Un manuale ampio e poderoso di grande rigore filologico e scientifico che, tuttavia, resta aperto a suggerire nuovi sviluppi di documentazione e ricerca. Particolarmente interessante per gli operatori del nostro Paese  dove la disciplina è ancora troppo trascurata e dove le conoscenze e le indicazioni di studio proposte possono essere particolarmente efficaci ed utili. 

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