Indipendentemente dalla performance nei singoli mercati, Atradius sottolinea come le imprese del settore edile condividano le medesime difficoltà e problemi in tutti i Paesi: forte concorrenza, bassi margini di profitto, ritardi di pagamento da parte dei committenti pubblici e un numero di fallimenti superiore alla maggior parte degli altri comparti industriali. La lentezza dei pagamenti, i problemi di liquidità e la fragilità finanziaria delle imprese più piccole rappresentano un problema per l’edilizia in quasi tutti i mercati. Dopo il crollo del settore a livello mondiale, seguito alla crisi finanziaria del 2008, si iniziano a vedere alcuni segnali di una ripresa che, tuttavia, continua ad essere modesta rispetto ai livelli pre-crisi, a causa della profonda recessione degli ultimi anni.
Nel 2017 il settore edile belga ha continuato a registrare una ripresa dopo il picco negativo registrato nel 2013. Lo scorso anno il tasso di crescita in termini di valore aggiunto è stato del 3,1% ed è prevista una crescita dell’1,3 % per il 2018: i volumi di attività continuano a mostrare un andamento positivo e il settore ha anche approfittato della ripresa generale del comparto nella vicina Olanda. Se le imprese attive nell’edilizia pubblica si sono mostrate in crisi negli ultimi due anni, secondo gli analisti il comparto residenziale dovrebbe beneficiare dei bassi tassi d’interesse e dell’effetto anticipato dell’entrata in vigore dei requisiti di efficienza energetica E40, mentre le attività dell’edilizia commerciale dovrebbero crescere in linea con il miglioramento del contesto economico.
In Italia, nonostante la crescita registrata nel 2017, il settore è ancora lontano da una reale ripresa dal momento che tra il 2007 e il 2016 gli investimenti immobiliari nel Paese hanno subito una flessione di oltre il 35%. Secondo l’associazione di settore ANCE, gli investimenti sono cresciuti soltanto dello 0,2% nel 2017, sostenuti dagli interventi di ristrutturazione (+0,5%) e dalle attività nell’edilizia non residenziale (+0,6%); per contro, il segmento dell’edilizia residenziale ha continuato a registrare una flessione (-1,5%). Nel 2018 si prevede una modesta ripresa degli investimenti (+1,5%) con risultati positivi in tutti i sotto-settori (+1% per quanto riguarda gli investimenti in nuove case e ristrutturazioni, +0,7% nell’edilizia commerciale e +4% nei lavori pubblici). Il governo italiano ha previsto una spesa di 100 mld in edilizia pubblica nei prossimi 15 anni e ulteriori 3,3 mld sono stati stanziati per le attività di ricostruzione nelle regioni colpite dai terremoti.
In Belgio le attività di edilizia residenziale mostrano una chiara propensione verso la costruzione di appartamenti rispetto alle unità abitative singole a causa della carenza di spazi, l’evoluzione demografica e l’orientamento degli investitori. Il governo regionale fiammingo sta attualmente rivedendo le imposte di registrazione sulle abitazioni esistenti e ciò potrebbe causare il rinvio dei progetti di ristrutturazione delle case più grandi. I margini di profitto delle imprese edili, pur mantenendosi bassi, hanno mostrato un lieve miglioramento nel corso del 2017 e dovrebbero registrare un ulteriore aumento anche quest’anno. Inoltre, grazie all’attuale fase di ripresa rispetto al passato le imprese più grandi hanno minore margine di manovra nell’imporre prezzi più bassi e/o termini di pagamento più lunghi ai loro subappaltatori come forma di finanziamento a buon mercato. In questo momento il problema sembra interessare maggiormente le grandi imprese che avevano negoziato gli ordini in portafoglio a prezzi più bassi per far fronte al momento di difficoltà.
Allo stesso tempo il tasso d’indebitamento del settore e la dipendenza dal finanziamento esterno restano elevati, mentre le banche sono piuttosto riluttanti a concedere prestiti alle imprese edili. Le esigenze di capitale circolante del settore sono molto elevate dal momento che in Belgio i pagamenti anticipati sono rari, mentre il processo di approvazione e pagamento da parte del governo è molto lento. In linea generale, i pagamenti nel settore tendono ad essere piuttosto lunghi (60 giorni è la prassi comune). Nel nostro Paese, in aggiunta alle capacità di spesa ancora limitate, le condizioni di credito sfavorevoli da parte delle banche continuano a rappresentare il motivo principale della performance deludente dell’edilizia, cui si aggiunge il fatto che molte imprese del settore sono ancora fortemente indebitate. I nuovi prestiti a favore delle imprese edili sono scesi del 68% in valore tra il 2007 e il 2016, anche se lo scorso anno ha fatto registrare alcuni segnali di ripresa. Non sorprende quindi che i ritardi di pagamento da parte dei committenti pubblici abbiano dato un ulteriore contributo alle difficoltà del mercato. Secondo l’ANCE, nel primo semestre del 2017 circa il 70% delle imprese edili ha registrato ritardi di pagamento da parte dei committenti pubblici (i cui termini di pagamento medi sono di 156 giorni rispetto ai 60 giorni imposti dalle leggi europee). L’unica nota positiva è rappresentata dal fatto che i ritardi medi di pagamento hanno registrato un miglioramento negli ultimi anni, scendendo da 160 giorni nel 2013 e da 112 giorni nel 2016 a 96 giorni nella prima metà del 2017.
In Belgio i pagamenti hanno visto una tendenza negativa negli ultimi due anni; tuttavia, il numero di notifiche di mancato pagamento del settore, benché più elevato rispetto ad altri comparti, ha registrato una flessione nel 2017 e dovrebbe mantenersi stabile quest’anno. I casi d’insolvenza nel settore edile sono cresciuti di oltre il 10% nel 2017 (+7,6% per quanto riguarda l’intero comparto industriale belga); tuttavia, questo aumento significativo è stato principalmente causato dalle modifiche del sistema giuridico, soprattutto nella regione di Bruxelles. Ecco allora che, secondo gli analisti, nel corsod i quest’anno le insolvenze nel settore dovrebbero mantenersi su livelli stabili. La redditività di molte imprese edili italiane resta bassa, ma non si prevede un peggioramento per il 2018: le notifiche di mancato pagamento dovrebbero mantenersi a un livello elevato, anche se non prevediamo un aumento significativo. Lo stesso vale per i casi d’insolvenza, che si manterranno comunque a un livello alto. Alla luce delle attuali difficoltà, la nota positiva è rappresentata dalle imprese attive nelle opere di ristrutturazione, che hanno beneficiato degli incentivi di governo (+20% tra il 2008 e il 2016). Anche se le imprese più grandi e orientate all’export hanno finora mostrato una maggiore elasticità, mentre si guarda con cautela alle imprese attive in Paesi con elevato rischio economico e politico come Algeria e Venezuela.