Il settore dello spettacolo e intrattenimento ha generato 54 miliardi di ricavi nel 2022, superando del 2% il livello del 2019. Ha recuperato, dunque i livelli pre-Covid e promette di crescere ancora nel 2023 per arrivare a 55,8 miliardi a fine anno. Sono alcuni dei dati dell’ultimo Market Watch di Banca Ifis, il primo dedicato a “Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento”, realizzato in occasione dell’avvio del Festival di Sanremo di cui l’istituto bancario è uno degli sponsor.
Lo studio realizzato da Banca Ifis nell’ambito di Kaleidos, il proprio laboratorio di valutazione dell’impatto sociale, si propone di fotografare lo stato di salute del settore e misurarne il valore economico e sociale. La parte del leone, in un Paese come l’Italia appassionato di bel canto, la fa la musica, uno dei comparti maggiormente apprezzato dagli italiani che la ascoltano per 20,5 ore in media ogni settimana e che ritengono un’importante fonte di benessere individuale, con il 75% degli italiani interpellati che dichiara di sentirsi meno stressato quando ascolta la propria canzone preferita.
Il valore economico e sociale dell’Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento
L’analisi dei costi e ricavi del Festival di Sanremo e i suoi numeri positivi sono solo la punta dell’iceberg di una Economia italiana dello Spettacolo e dell’Intrattenimento che è tornata ad essere in salute dopo le sofferenze del biennio pandemico. Nel 2020, proprio la pandemia aveva molto frenato un settore che ha scontato la sospensione delle attività live in teatri, sale da concerto e altri luoghi di aggregazione. La ripresa del biennio 2021-22 ha invece riportato il peso dell’Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento all’1,5% del Pil nazionale, un valore in linea col passato.
L’analisi delle attività dell’Economia dello Spettacolo e dell’intrattenimento
Entrando nel dettaglio, il settore risulta composto da due differenti comparti. Da un lato ci sono le attività core, ovvero quelle che contribuiscono alla realizzazione di spettacoli e intrattenimento come editoria (libri, giornali, periodici, ecc), prodotti per l’intrattenimento (giochi, videogiochi, ecc), ideazione e produzione di spettacoli (fotografia, danza, ecc) e artisti (cachet, diritti d’autore, ecc). Nel 2022, queste hanno registrato ricavi per 26,8 miliardi di euro, in crescita del +7% rispetto al 2019.
Dall’altro lato ci sono le attività funzionali, cioè abilitanti alla realizzazione di materiale e alla distribuzione dei prodotti del comparto core come diffusione di contenuti (cinema, teatri, ecc), riparazione e restauro (strumenti musicali, ecc), supporto alle rappresentazioni (noleggio apparecchiature, ecc), media (televisioni, ecc). Queste ultime hanno registrato ricavi nel 2022 per 27,3 miliardi di euro, facendo segnare ancora un leggero decremento del -2% rispetto ai livelli del 2019.
Complessivamente, secondo i dati del Market Watch, il settore dello spettacolo e dell’intrattenimento si stima in crescita nel 2023 di +3% con i ricavi previsti a 55,8 miliardi di euro, grazie allo slancio nella produzione e distribuzione di contenuti, soprattutto per televisione e cinema.
La musica e il suo ruolo nella vita degli italiani
All’interno dell’Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento, il comparto musicale merita un focus a sé. Gli italiani passano 20,5 ore a settimana ad ascoltarla e anche per questo motivo, il mercato discografico italiano si dimostra in buona salute con un valore di mercato a fine 2021 che si attestava a 332 milioni di euro e un outlook di crescita del +18% nel primo semestre del 2022 (ultimo dato disponibile). Numeri che, proiettati a livello internazionale, rendono quello italiano il decimo mercato discografico per valore.
La musica per gli italiani ha anche un forte valore sociale. Secondo le risultanze del Market Watch sull’Economia dello Spettacolo e dell’Intrattenimento, il 75% degli italiani si sente meno stressato quando ascolta la propria canzone preferita. Gli impatti positivi della musica si riflettono poi anche sulla produttività lavorativa: il 59% del campione ritiene che questa sia maggiore quando si ascolta musica e addirittura l’85% la ascolta sul luogo di lavoro perché ha impatti positivi sull’umore.
Infine, le modalità di ascolto della musica. Restando fermi al 2022, solo il 14% degli intervistati ha dichiarato di aver acquistato un CD musicale e solo il 9% un vinile nei 30 giorni precedenti l’intervista. E sempre più si affermano i servizi di streaming, utilizzati dal 70% delle risposte. La radio si conferma come la modalità di fruizione preferita e viene scelta dal 20% degli intervistati che comunque la condividono con lo streaming.