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Le utilities corrono ma petrolio e banche frenano la Borsa

I conti danno sprint alle utilities in Borsa – Hera e A2a in testa – ma Piazza Affari soffre il ribasso dei titoli petroliferi (Saipem perde quasi il 10%) e di quelli bancari – Exploit di Amplifon ed Ima – Attesa per la Fed e per il “processo” agli Over the Top

Le utilities corrono ma petrolio e banche frenano la Borsa

Tramonto rosa per Piazza Affari, dopo un diluvio di semestrali. Il principale listino milanese chiude la sesta seduta di seguito in lieve calo, -0,11%, 19.880 punti base. Agli estremi opposti del listino si collocano Saipem, -9,86% e Amplifon +5,66%. La prima mostra risultati peggiori delle attese e prospettive incerte sull’intero anno a causa dell’emergenza Covid-19. I conti della seconda, pur in regresso, invece non deludono e le previsioni per la seconda metà dell’esercizio 2020 sono incoraggianti. Nel resto del listino si apprezzano Hera +2,55%, Interpump +1,76% e Campari +1,99%. Male Tenaris -4,87%. 

Fuori dal paniere principale le aziende bolognesi fanno la parte del leone, con Datalogic +14,84% e Ima +13,26%. La prima beneficia dell’upgrade di Equita a “Buy” da “Hold”, prezzo obiettivo a 14,5 euro da 13,5 euro precedente e ingresso nel portafoglio small cap della sim italiana. L’azienda di packaging della famiglia Vacchi si muove invece in scia al lancio di un’opa sulla società. Il prezzo delle azioni, a 67,90 euro si avvicina ai 68 euro messi sul piatto, con un premio di oltre il 26% rispetto ai valori di Borsa dell’ultimo mese. L’offerta sarà condotta dalla controllante Sofima (della famiglia) che ha raggiunto un accordo per cedere il 20% a un pool di fondi assistiti da Bc Partners. Obiettivo è il delisting della società e un probabile riassetto azionario nella famiglia, con Alberto Vacchi che intende restare saldamente al timone della società, mentre indiscrezioni vorrebbero che, tra i soci venditori, ci fosse il più famoso Gianluca Vacchi.

Fra i minori strappa anche Italia Indipendent +25%.

La seduta è prevalentemente negativa per le banche, ma non per Intesa (+0,16%) dopo il successo, con un giorno d’anticipo, dell’offerta su Ubi (+0,08%), destinata a dare vita a uno dei più grandi gruppi europei, con utili attorno ai 5 miliardi. Soffrono invece Unicredit -2,84% e Banco Bpm -2,39% strette alle corde dal riassetto nel settore messo in moto dalla banca guidata da Carlo Messina.

Poco mosso l’obbligazionario, che nel finale migliora, con il rendimento del decennale italiano nuovamente sotto quota 1 a 0,99% e lo spread a 149 punti base (-1,81%).

È misto il resto d’Europa: Francoforte -0,12%; Parigi +0,61%; Madrid -0,63%. Sulla borsa spagnola pesa il calo del Santander, -4,2%, reduce dal un trimestre da dimenticare, con una maxi-perdita, la prima in 163 anni di storia, dovuta a svalutazioni legate all’impatto economico della crisi del coronavirus.

Piatta Londra +0,03%.

Wall Street si muove in rialzo, dopo un avvio cauto, sorretta da una serie di risultati positivi delle società e nella speranza di un tono accomodante da parte della Federal Reserve questa sera, al termine della sua riunione di politica monetaria. Non sembra pesare troppo invece l’incertezza sul prossimo piano di sostegno del governo per far fronte alla pandemia. Il Nasdaq viaggia in rialzo di un punto percentuale, in attesa delle trimestrali che presenteranno questa sera una serie di pesi massimi e della fine dall’audizione alla sottocommissione antitrust dei ceo di Amazon, Alphabet – Google, Apple e Facebook.

L’euro è ben intonato contro il dollaro, pur non riuscendo ad agganciare quota 1,18. L’oro resta primo attore, con un rialzo dello 0,3% a 1952 dollari l’oncia. È  positivo il petrolio. Il contratto Brent, ottobre 2020 scambia in rialzo dell’1,01%, a 44,05 dollari al barile.

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