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Le ultime fermano le prime della classe: solo pari per Juve e Roma

Che Davide fermi Golia, nel mondo del calcio, è cosa già di per sé rara, che succeda due volte nella stessa giornata è addirittura unica. Eppure la 23esima di A ha visto le prime della classe pareggiare contro le ultime, per giunta senza poter recriminare nulla. Juventus e Roma avrebbero anche potuto vincere, questo è certo, però Cesena e Parma non hanno assolutamente demeritato, dimostrando anzi di essere ben più vivi di quanto non dica la classifica. La stessa che continua a vedere i bianconeri saldamente al comando, seppur senza quello strappo finale che spegnerebbe le ultime fiammelle giallorosse. Già due settimane fa, in quel di Udine, la Signora non capitalizzò il pareggio della Lupa contro l’Empoli e ieri la storia si è ripetuta. Rispetto al grigio 0-0 del Friuli però al Manuzzi si sono visti spettacolo e gol, a dire il vero più per merito del Cesena. 

E’ stata la squadra di Di Carlo infatti a passare in vantaggio per prima, per giunta dopo aver già sprecato due ottime occasioni pochi minuti prima: al 17’ però Djuric ha sfruttato un erroraccio di Pirlo portando i suoi al clamoroso 1-0. La sberla ha svegliato gli uomini di Allegri, fin lì irriconoscibili, e non a caso, nel giro di un quarto d’ora, il punteggio si è ribaltato del tutto. Prima Morata di testa (27’), poi Marchisio di rapina (33’): un doppio ruggito che sembrava chiudere ogni discorso e non solo per il match del Manuzzi. Il Cesena ha avuto però il merito di provarci per tutto il secondo tempo, sfruttando gli errori della capolista, tradita da quasi tutti gli uomini chiave. Al 70’ Brienza ha trovato il meritatissimo pareggio con un tiro dal limite, capitalizzando una clamorosa quanto indiscutibile superiorità territoriale. 

Al minuto 82 l’episodio che ha certificato la serataccia bianconera: fallo di mano di Lucchini e calcio di rigore decisivo. Sul dischetto è andato Vidal, lo stesso che, un paio di mesi fa, aveva spedito sulla traversa un pallone pesantissimo (per fortuna poi rivelatosi ininfluente) contro l’Olympiacos. Questa volta il cileno è riuscito addirittura a far peggio, calciando fuori a portiere battuto e certificando così la mancata fuga per la vittoria. “E’ stata una brutta partita, giocata male tecnicamente – ha ammesso Allegri. – Peccato, sarebbe stato un passo importante verso lo scudetto ma queste gare ci riportano coi piedi per terra. Abbiamo peccato di presunzione”. A conti fatti, comunque, il punto di Cesena è guadagnato. 

Nel pomeriggio infatti la Roma non era riuscita ad andare oltre al pareggio contro il Parma, un triste 0-0 casalingo che ha scatenato la rabbia dei tifosi. Serviva la vittoria a tutti i costi, invece la tendenza giallorossa del 2015 (2 vittorie in 7 partite) è proseguita sul trend del segno x. Un ruolino che si concilia poco con la corsa al titolo e infatti la squadra di Garcia resta in gara solo grazie alla Juve: se il Napoli non fosse inciampato in quel di Palermo poi parleremmo soprattutto di lotta al secondo posto. “Dovevamo e potevamo vincere, siamo tutti delusi – le parole del tecnico francese. – Nel primo tempo siamo stati troppo lenti, nel secondo invece siamo andati bene ma non siamo riusciti a sfondare il loro muro difensivo. E’ vero, abbiamo tante assenze ma questo non deve essere un alibi…”. 

Nessuna scusa insomma, solo delusione per un obiettivo gridato ai quattro venti (ricordate i proclami scudetto di ottobre?) e ora appeso soprattutto al filo della matematica. Involuzione totale, figlia di un calo fisico che ha trasformato la bella Roma d’inizio anno nella brutta copia attuale. In cui i gol arrivano col contagocce anche adesso che, dalla Coppa D’Africa, sono tornati Gervinho e Doumbia. Garcia ha tentato di scuotere l’inerzia inserendoli entrambi dall’inizio, scelta poco fortunata perché i due (soprattutto il nuovo acquisto) si sono rivelati fuori forma. Resta comunque il rammarico di non aver concretizzato alcune occasioni, su tutte il palo colpito da Cole nel finale, ma non sempre gli episodi possono portare alla vittoria. Per insediare davvero la Juve servirebbe un ritmo ben diverso, ecco perché, matematica a parte, i giochi sembrano proprio avviarsi verso la conclusione. Sempre che, da questo campionato bruttino ma equilibratissimo, non arrivino altri colpi di scena.

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