CONTI AMARI PER IL TECH: APPLE -7%, MICROSOFT -4%. IN EUROPA IL TORO FRENA IN ATTESA DEL VOTO DI ATENE
Warren Buffett ha emesso un comunicato per annunciare che a notizia di un suo interesse per l’acquisto di un’isola greca è “una bufala del tutto inventata”. Nel frattempo, non meno inverosimile ma vera, arriva la notizia della promozione del rating di Atene da parte di S&P: da CCC- a CCC+, ovvero sempre in area default ma con qualche speranza. Chissà se questo aiuterà Alexis Tsipras nella battaglia parlamentare di oggi per l’approvazione delle misure più severe concordate con l’Eurogruppo.
I mercati, nel frattempo, hanno già “digerito” il superamento del Grexit. I riflettori dei mercati si sono già spostati sul fronte delle trimestrali Usa, con un occhio di riguardo per la regina dei listini: Apple.
LA MELA DELUDE WALL STREET: SFUMATI 66 MILIARDI DI CAPITALIZZAZIONE
La risposta del mercato ai risultati Apple nel dopo Borsa è stata negativa. Il titolo della Mela ha perduto il 7% a fronte di risultati in linea con pe previsioni degli analisti: utile di 1,85 dollari per azione (1,81 le stime), entrate per 49,6 miliardi (contro 49,31). Non c’è stata dunque alcuna sorpresa positiva, come si aspettavano in molti. Per giunta iPhone e iWatch hanno venduto meno del previsto. 47,53 milioni di iPhone contro una previsione di 48-49 milioni di pezzi. Anche l’oWatch (2,64 milioni venduti) è rimasto al di sotto dell’obiettivo (3 milioni). Il titolo ha bruciato nell’after hours 66 miliardi di capitalizzazione.
Negativo anche il verdetto per Microsoft -4% nel dopo Borsa. Sui risultati del colosso del software pesa la svalutazione di Nokia e la caduta degli introiti sulle licenze del software per i pc, legato alle minori vendte di personal. Di qui una perdita di 3,2 miliardi di dollari, la peggiore in un trimestre condizionato pure dalla forza del dollaro. Più modesta la discesa di Yahoo -1,84%: calano gli utili ma aumenta il volume d’affari.
Ieri Wall Street aveva già fatto ieri un passo indietro sotto la pressione delle vendite su Ibm (-5%) e United Technologies (-7%). Il Dow Jones ha perduto lo 0,99%, S&P -0,43%. Ha tenuto meglio il Nasdaq -0,21%. In scia alle note negative in arrivo dagli Usa e dall’Europa s’interrompe la serie positiva di Tokyo -1,3% e di Sidney -1,1%. Positive Shanghai +0,2% e Shenzhen +1,2%.
ORO E PETROLIO, UNA MINIRISCOSSA
Rimbalzano oro e petrolio. Il metallo giallo, dopo il tonfo di lunedì (-6%) è stato scambiato a 1.106 dollari l’oncia (+0,6%). Il greggio Wti risale sopra la soglia dei 50 dollari al barile. Brent a 57,1 dollari (+0,9%). Il recupero del petrolio ha favorito la tenuta di Eni invariata. Salgono Saipem +1,7% e Tenaris +1,4%. Le difficoltà di Wall Street favoriscono il rimbalzo dell’euro che risale oltre il livello di 1,09 sul dollaro.
SCIVOLA MILANO. VENDITE SUI BTP
Prese di beneficio ieri sui listini europei dopo i forti rimbalzi seguiti all’accordo con la Grecia. Piazza Affari ha chiuso la seduta con un ribasso dell’1,32%, il più marcato tra i listini europei. Francoforte ha chiuso in calo dell’1,12%. Perdite frazionali, invece, per il Cac parigino -0,7% e il Ftse 100 di Londra -0,29%. Secondo Morgan Stanley, tuttavia, “la volatilità causata dalla Grecia ha portato molti mercati periferici su livelli interessanti”. Forti vendite nel pomeriggio anche sui Btp: il rendimento el decennale è salito all’1,96% (dall’1,87% della mattinata). Lo spread si è allargato a 118 punti base.
ATENE, OGGI IL VOTO SULLE RICHIESTE DI BRUXELLES
Il governo greco ha presentato ieri in Parlamento la seconda tranche di riforme chieste dai creditori come precondizione del piano di salvataggio del Paese. Le misure recepiscono le nuove regole Ue per il salvataggio delle banche in difficoltà, il così detto bail in, e una riforma del sistema della giustizia civile, con lo scopo di accelerare i processi e ridurre i costi. I negoziati tra Atene e Bruxelles partiranno immediatamente dopo il voto del Parlamento sulla nuova tranche di riforme, che ci sarà domani, e che si concluderanno entro il 20 agosto.
A condizionare al ribasso Piazza Affari sono stati soprattutto i valori bancari, in ritirata dopo i fuochi d’artificio dei giorni scorsi. Frenano in articolare i titoli più speculati in vista del previsto risiko delle Popolari. Bper -3,03% ha guidato i ribassi del comparto, seguita da Bpm -2,7%. In calo anche il Banco Popolare -2,1% che ha lanciato con successo il bond senior a cinque anni da un miliardo con rendimento fissato a 240 punti base.
Sotto pressione anche i Big: Intesa Sanpaolo –2,3%, Unicredit –1,6%, Mediobanca –1,2%. Monte Paschi -0,64% ha limitato i danni. Nel risparmio gestito corregge Azimut -2,7%: Main First ha ridotto il prezzo obiettivo da 25 a 19 euro.
ZALANDO TRASCINA GIU’ YOOX. FERRAGAMO STRONG BUY
Giornata a corrente alternata per i titoli del lusso, nonostante la spinta favorevole di Hermès che ha annunciato un aumento delle vendite nei primi sei mesi del 20,6%, grazie alla domanda del Giappone ed all’euro debole.
Ferragamo chiude in rialzo dello 0,8%. Il broker Usa Raymond James ha alzato il giudizio a strong buy da outperform. Il target price sale a 33 euro da 27.
Chiude invece in ribasso Yoox -3% nel giorno in cui l’assemblea ha dato il via libera alla fusione con Net-a-Porter annunciata a marzo. Dopo l’operazione il colosso Richemont avrà nella nuova società il 50% del capitale ma solo il 25% dei diritti di voto. L’assemblea ha anche approvato un aumento di capitale fino a 200 milioni da riservare all’ingresso di nuovi soci strategici ancora da individuare.
Ha pesato sul titolo il tonfo a Francoforte di Zalando -5%, su cui pesano le vendite contrassegno: in Germania e Svizzera è possibile pagare con questa formula al ricevimento della merce. Il risultato è che sale il fatturato ma cala la redditività. In terreno positivo Tod’s +0,9%. Debole Moncler -0,4%. La frenata del dollaro pesa su Luxottica -2,02%.
EXOR INCRINA LA RESISTENZA DI PARTNER RE
Debole la scuderia Agnelli. Rallenta la corsa Fiat Chrysler -0,77%. Cnh -1% ha chiuso in calo nonostante la promozione di Natixis che ha alzato il target price a 10 euro da 9,3 cofermando la raccomandazione buy. Debole anche Exor -1,6%, che è riuscita ad ottenere un’apertura da PartnerRe per avviare una fase di due diligence, Il cda della compagnia Usa ha ammesso che l’ultima offerta della holding torinese “potrebbe probabilmente risultare in una proposta superiore” rispetto all’accordo di fusione con Axis Capital.
ASTALDI-DE LONGHI. FANNO CENTRO LE MULTINAZIONALI TASCABILI
Da segnalare la ricorsa di De Longhi +3,5% che peri ha stabilito un nuovo massimo storico. A sostenere la marcia della multinazionale tascabile trevigiana i risultati del secondo trimestre: I ricavi consolidati nel primo semestre sono stati pari a 791 milioni di euro, in crescita del 12,9% anno su anno (7,9% a cambi costanti) mentre nel secondo trimestre la crescita è stata del 16,6% (9,6%) con ricavi pari a 422 milioni di euro, grazie al boom dell’area Asia Pacific.
Segna il passo Astaldi -0,3% che pure ha firmato ieri un contratto per la progettazione e la costruzione di due lotti dell’autostrada Mosca-San Pietroburgo in Russia, per un totale di 140 chilometri. L’importo complessivo del contratto ammonta a 68 miliardi di rubli, pari a circa 1,1 miliardi di euro. La quota di pertinenza del gruppo romano è pari al 50%, quindi 550 milioni di euro.