Parità di accesso negli organi di amministrazione e di controllo delle società quotate: le cosiddette “quote rosa” approdano in aula, alla Camera. La commissione Finanze di Montecitorio in sede referente ha ultimato l’esame del provvedimento: si era in attesa del parere del governo per il passaggio in sede legislativa, ma il parere non è arrivato e così la relatrice, la leghista Silvana Comaroli, proporrà molto probabilmente di trasferire il provvedimento in aula.
Il disegno di legge già era stato approvato dalla Camera, ma è stato modificato dal Senato. Sarà ora l’aula di Montecitorio a dire l’ultima parola. Il provvedimento stabilisce che nello statuto delle società si preveda che il riparto degli amministratori da eleggere sia effettuato in base a un criterio di equilibrio tra i generi. E quello meno rappresentato “deve ottenere almeno un terzo degli amministratori eletti. Tale criterio di riparto si applica per tre mandati consecutivi”. E qualora questa composizione del consiglio di amministrazione non rispetti tali criteri, interviene la Consob pirma con una diffida e poi, in caso di inottemperanza della diffida, con una sanzione pecuniara tra i 100 mila euro e un milione. Tali disposizioni si applicano anche alle societa’ costituite in Italia controllate da pubbliche amministrazioni.
Le quote rosa approdano alla Camera
Il disegno di legge, già modificato al Senato, arriva alla commissione Finanze di Montecitorio, per l’ultimo esame – Il provvedimento prevede che almeno un terzo del Cda delle aziende sia rappresentato da donne.