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Le Pen: indagine della procura su presunti finanziamenti illeciti per la campagna del 2022. RN alla resa dei conti

In seguito a una segnalazione della Commissione nazionale per i conti delle campagne elettorali, la Procura di Parigi ha aperto un indagine su presunti finanziamenti illeciti risalenti alle presidenziali (perse) del 2022. Continua la resa dei conti nel Rassemblement National dopo la sconfitta del 7 luglio

Le Pen: indagine della procura su presunti finanziamenti illeciti per la campagna del 2022. RN alla resa dei conti

Per Marine le Pen è davvero un periodo da dimenticare. Dopo le elezioni perse a sorpresa dal Rassemblement National, arriva una nuova tegola sulla leader dell’estrema destra francese. La procura di Parigi ha aperto un’indagine preliminare su presunti finanziamenti illeciti risalenti alla campagna elettorale per le presidenziali del 2022, perse da Le Pen contro l’attuale capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron.

Le Pen: l’indagine della procura

Secondo quanto rivela BfmTv, l’indagine sarebbe stata aperta lo scorso 2 luglio in seguito a una segnalazione arrivata lo scorso aprile dalla Commissione nazionale per i conti delle campagne elettorali e il finanziamento politico. L’Autorità che esamina le spese e i finanziamenti elettorali dei candidati, aveva segnalato irregolarità alla Procura che adesso vuole vederci chiaro. Fra le ipotesi di reato ci sarebbero appropriazione indebita nell’esercizio di funzioni pubbliche, truffa e falso.

I precedenti 

Già nel dicembre di due anni fa, la stessa commissione aveva rettificato la spesa per i lavori di verniciatura di 12 pullman affittati con il simbolo della candidata e del partito, per un ammontare di 316.182 euro. La spesa era stata considerata come “irregolare”. All’epoca Marine Le Pen decise di fare ricorso davanti al Consiglio costituzionale, salvo poi rinunciare in seguito. Non solo, anche per la campagna elettorale per le elezioni del 2017 (perse anche queste), furono segnalate alcune voci irregolari. 

E andando ancora più a ritroso, lo scorso giugno, la Cassazione ha definitivamente convalidato la condanna del Rassemblement National (RN) per le fatture gonfiate per i kit della campagna elettorale utilizzati dai candidati dell’estrema destra nelle elezioni legislative del 2012 e rimborsate dallo stato. 

Sempre Marine Le Pen è in attesa di giudizio, con altre 24 persone e il RN, nel processo che la vedrà accusata dal 30 settembre per appropriazione indebita di fondi europei, nel caso della remunerazione di assistenti di eurodeputati fra il 2004 e il 2016. 

Continua la resa dei conti nel Rn dopo le elezioni perse

Nel frattempo continua la resa dei conti all’interno del Rassemblement National dopo le elezioni perse a sorpresa dal partito, arrivato contro ogni pronostico al terzo posto dietro le sinistre riunite nel Nuovo Fronte Popolare ed Ensemble, l’alleanza politica guidata dal presidente Emmanuel Macron.

Il candidato premier Jordan Bardella, da parte sua, ha ammesso di aver commesso “errori”, assumendosi la sua “parte di responsabilità”. Il ventottenne delfino di Le Pen ha evocato in particolare “l’investitura di alcuni candidati” poi accusati di frasi discriminatorie, complottiste e razziste che “non rispondono”, dice, alla sua “linea politica”. E proprio la scelta dei candidati sembra essere il motivo alla base delle dimissioni del direttore generale del partito, Gilles Pennelle, considerato principale artefice del cosiddetto “Piano Matignon”, ovvero della strategia organizzativa e logistica che avrebbe dovuto portare il Rn alla vittoria. Sarebbe infatti stato lui a scegliere molti dei candidati rivelatisi poi determinanti per la sconfitta elettorale del 7 luglio.

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