Non è la prima volta che l’estrema destra di Marine Le Pen e l’estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon si incontrano e si danno la mano, ma stavolta si profila un salto nel buio che può costare molto caro alla Francia. L’intenzione dei due capopopolo di votare insieme mercoledì la mozione di sfiducia al Governo Barnier provocherà la crisi dell’Esecutivo ma soprattutto può gettare la Francia nel caos e aprire le porte a una crisi finanziaria del tipo di quella che travolse l’Italia nel 2011. La fragilità della Borsa di Parigi e, ancor di più, l’allargarsi dello spread tra i titoli di Stato francesi e i Bund tedeschi, che è arrivato ai livelli della crisi dell’euro del 2012, parlano chiaro e non lasciano spazio alle illusioni. A Le Pen, che corre contro il tempo per evitare il pronunciamento di ineleggibilità della magistratura per i suoi maneggi interni dei rimborsi europei, e a Mélenchon non importa nulla della legge di bilancio, anche se è il pretesto per sgambettare Barnier, e non importa nulla nemmeno dell’ingovernabilità della Francia e dei rischi di crisi finanziaria: a loro interessa solo sfiduciare il Governo per colpire il Presidente della Repubblica Emmanuel Macron nel tentativo di detronizzarlo prima delle elezioni presidenziali del 2027 per la felicità dello zar russo, Vladimir Putin che assapora il gusto della caduta di uno degli ultimo baluardi europei contro la sua politica guerrafondaia.
In una situazione così drammatica è troppo sperare che i socialisti di Hollande e Glucksmann si sveglino e prendano nettamente le distanze dalla politica suicida di Mélenchon ridando ai riformismo socialista la centralità che merita sulla scena politica francese? Non c ‘è da farsi troppe illusioni ma i prossimi giorni ci diranno la verità.