Virginia Raggi può raccontare tutte le bugie che vuole per spiegare il NO alle Olimpiadi di Roma, che le ha imposto Beppe Grillo per stendere un velo pietoso sulle laceranti spaccature del Movimento 5 Stelle, ma non può nascondere la vera anima dei grillini, che si manifesta nella paura delle grandi sfide e delle grandi opere per una profonda insicurezza e un’infinita sfiducia in se stessi e negli italiani.
Il sindaco di Roma aveva tanti modi per rifiutare le Olimpiadi ma non ne ha trovato nemmeno uno davvero convincente. Vediamo nel dettaglio che consistenza hanno le ragioni del NO della Raggi ai Giochi olimpici.
1) I COSTI DEI GIOCHI – È vero: le Olimpiadi hanno un costo, ma chi lo doveva pagare? Roma o lo Stato? L’Italia o il Cio? Ma soprattutto: quanto costa a Roma e all’Italia, in termini di immagine internazionale oltre che di risorse, di investimenti e di posti di lavoro, la rinuncia alle Olimpiadi? Un Paese in crisi economica e politica come il Brasile può fare le Olimpiadi e l’Italia no?
2) LE TANGENTI E L’INCUBO DEI COSTRUTTORI – È un argomento che il sindaco Raggi ha sollevato con forza, ma il Comitato organizzatore delle Olimpiadi, come ha più volte ripetuto il Coni, poteva essere affidato ai rappresentanti della maggioranza grillina che guida il Comune di Roma. Il Movimento 5 Stelle non si fida di se stesso?
3) RUBERIE E CORRUZIONE – In Italia, si dice, i grandi eventi sono sempre occasione di ruberie e mangiatoie. Spesso è stato così, ma le Olimpiadi della neve a Torino e l’Expo (dopo il benefico intervento dell’Autorità Anticorruzione di Cantone) hanno dimostrato l’esatto contrario. Certo bisogna tenere gli occhi aperti ed evitare personaggi da sottoscala che circolano nello staff della Raggi.
4) IL NO DI MONTI E QUELLO DELLA RAGGI – Perché Monti poteva rinunciare alle Olimpiadi a Roma senza essere crocefisso e la Raggi no? Troppo facile nascondersi sotto il comodo ombrello del Governo Monti ignorando che oggi la situazione del Paese completamente cambiata da allora. Perché? Per almeno tre ragioni: 1) l’Italia, anche grazie a Monti, non è più sull’orlo della bancarotta come nel 2011-2012 (controllare lo spread per credere); 2) Roma era allora infestata da Mafia Capitale a cui la magistratura ha inferto colpi decisivi; 3) contro la corruzione allora c’erano pochi argini e pochi controlli: oggi c’è l’Autorità Anticorruzione, istituita dal governo Renzi e guidata con energia da Raffaele Cantone che non fa sconti a nessuno e, come dimostrano le iniziali vicende dell’Expo, sa intervenire con determinazione quando sente l’odore del malaffare.
5) LE OLIMPIADI, PROBLEMA DI ROMA O DELL’ITALIA? – La Raggi ha evocato la sua vittoria elettorale per sostenere che i romani sono contrari ai Giochi, ma dimentica che il voto dei romani alle ultime amministrative era influenzato da mille ragioni politiche e non solo dalle Olimpiadi. Il punto cruciale però non è questo, perché c’è una questione più di fondo che merita di essere sollevata e che resta purtroppo senza risposta: il NO alle Olimpiadi non impegna solo Roma ma tutta l’Italia e se davvero si volesse conoscere che cosa i cittadini pensano realmente e non solo spanne delle Olimpiadi sarebbe ragionevole consultare tutti gli italiani e non solo i romani. O no?
In conclusione: sindaco Raggi, la prossima volta ci racconti un’altra storia ma non si arrampichi sugli specchi come ha fatto per le Olimpiadi. E, se può, la smetta di pensare che gli italiani, anche quelli che la votano, sono tutti allocchi.