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Le grandi incognite del 2025, De Felice (Intesa Sanpaolo): “L’Europa deve colmare i ritardi su innovazione e investimenti”

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Il 2025 sarà un anno cruciale, segnato da grandi cambiamenti economici e politici su scala globale. L’Europa dovrà accelerare su innovazione e investimenti per recuperare terreno, mentre gli Stati Uniti, con un’agenda aggressiva, influenzeranno gli equilibri internazionali. Per le imprese italiane, la parola d’ordine sarà competitività: innovazione, diversificazione dei mercati e strategie mirate saranno fondamentali per affrontare le sfide e cogliere le opportunità di un contesto in continua evoluzione. Serve agilità, visione e una buona dose di concretezza per trasformare le sfide in opportunità e non restare impantanati nei ritardi accumulati.

È quanto emerso a Milano, presso la sede di Assolombarda, durante la conferenza “Il mondo nel 2025: time to deliver” – organizzata in partnership con Assolombarda e Sace, nell’ambito dell’Osservatorio Geoeconomia di Ispi e Intesa Sanpaolo – un’occasione per riflettere sul futuro e sulle sfide globali che influenzeranno economia, politica e industria.

De Felice (Intesa Sanpaolo): incertezza globale e sfide europee

Gregorio De Felice, chief economist di Intesa Sanpaolo, non ha risparmiato toni realistici: “La grande incertezza per il 2025 è legata alla capacità dell’Unione Europea di rispondere ai ritardi già accumulati in termini di innovazione, produttività e investimenti.” L’eco delle strategie americane – con la presidenza Trump che promette una spinta sulla competitività interna – non lascia indifferente il Vecchio Continente, che rischia di essere il pugile lento contro un avversario dal jab veloce. Sul fronte monetario, De Felice prevede un balletto di tassi: “Gli effetti inflazionistici di breve termine modificheranno il percorso di riduzione dei tassi da parte della Fed, limitandoli a due interventi da 25pb ciascuno. Ci aspettiamo invece che la Bce decida quattro ribassi dei tassi da 25pb già nel primo semestre 2025”. In questo contesto, le prospettive italiane sono moderatamente positive: “Per l’Italia prevediamo una crescita all’1%, fiduciosi in una ripresa dei consumi delle famiglie. Occorre però un rilancio degli investimenti pubblici (Pnrr) e privati (in territorio negativo da metà 2023)”. 

Spada (Assolombarda): l’Europa deve ripensare la propria strategia industriale

Secondo Alessandro Spada, presidente di Assolombarda, la competitività del Paese è strettamente legata alla capacità dell’Europa di rispondere con una visione industriale più incisiva. “Invertire l’attuale ciclo economico difficile è una priorità per la competitività del Paese e delle nostre imprese,” ha dichiarato.

“Davanti ad una nuova stagione politica ed economica dell’America First di Donald Trump e all’evolversi dei diversi nodi geopolitici internazionali”, Spada ha criticato l’approccio “ideologico e l’impianto regolatorio” dell’Unione europea, evidenziando il rischio di compromettere settori strategici come l’automotive: “la nuova Commissione Europea cambi rotta e metta in atto l’Agenda Draghi. L’urgenza di oggi per rilanciare la crescita è legata a due aspetti cruciali per la competitività di una impresa: energia e investimenti. La nostra competitività si gioca su queste partite, non possiamo perdere ulteriore terreno”.

Magri (Ispi): il 2025 sarà l’anno delle grandi prove. Ricci (Sace): puntare su export e innovazione

Paolo Magri, presidente Comitato Scientifico dell’Ispi ha definito il 2025 come “quello in cui i principali attori e le sfide globali saranno chiamati alla prova dei fatti, l’anno in cui trasformare le ambizioni in azioni concrete. È innegabile che sarà soprattutto Trump a fare la differenza: per l’America, per la Cina, per l’Europa, per il mondo intero. E conoscendo l’imprevedibilità, il gusto per le provocazioni, l’approccio negoziale del 47esimo presidente Usa, il 2025 si apre con una unica grande certezza: sarà l’anno della grande incertezza’. 

Alessandra Ricci, amministratore delegato di Sace, ha sottolineato il ruolo strategico dell’export per il sistema economico italiano: “Siamo il quarto Paese esportatore a livello mondiale, dietro solo a Cina, Stati Uniti, Germania e l’export è il principale motore del Pil italiano e dell’occupazione: prevediamo una crescita del 3,5% per il 2025 pari a 679 miliardi di euro”. Per le imprese italiane, la chiave del successo sarà puntare su export e innovazione. “Per essere più competitive possono far leva sulla diversificazione dei mercati di sbocco, diminuendo, di conseguenza, la concentrazione del rischio e sull’ampliamento del numero delle filiere di riferimento, affidandosi all’AI e all’innovazione tecnologica”. 

Le esperienze di Alfasigma e Fontana

Marco Castino, general manager di Alfasigma Italia, ha illustrato l’impegno della sua azienda nel campo delle biotecnologie, evidenziando l’importanza di una visione globale: “In Alfasigma negli ultimi due anni abbiamo investito più di un miliardo di euro in acquisizioni, in particolare nel settore delle biotecnologie. Siamo ambiziosi e concreti nel nostro percorso, nonché consapevoli che nel contesto attuale è cruciale coniugare innovazione, speed to market e un alto standard di qualità. Pensare globalmente e lavorare in team culturalmente diversificati sono alcuni elementi chiave per costruire una cultura orientata all’eccellenza e alla crescita. Il nostro approccio continuerà a tenere insieme pragmatismo e visione, come è sempre stato nel Dna di Alfasigma, con l’obiettivo di rispondere prontamente alle condizioni del mercato e alle esigenze dei pazienti” 

Giuseppe Fontana, ceo di Fontana Gruppo, ha invece sottolineato l’importanza della localizzazione come strategia per penetrare nuovi mercati: “Abbiamo aspettative importanti su diversi mercati al di fuori dell’Europa, su cui intendiamo lavorare anche per supportare la nostra crescita in altri settori oltre l’automotive. La nostra strategia è stata sempre volta alla localizzazione, ovvero a costruire in loco nei diversi mercati strutture e organizzazioni in grado di servire quegli stessi mercati”.

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Categories: Economia e Imprese