Il riscaldamento globale rappresenta un altro esempio della verità del vecchio detto, legato alle teorie del caos: il battito delle ali di una farfalla nelle Amazzoni può provocare un tifone a Tokyo (o, come poeticamente descritto in una composizione di Francis Thompson: “Thou canst not stir a flower/Without troubling of a star” – “Non puoi toccare un fiore/senza disturbare una stella”).
In questo caso all’origine della catena degli eventi c’è qualcosa di più del battito delle ali di una farfalla: c’è il calore emesso dalle grandi città, dove gli agglomerati bruciano combustibili per il riscaldamento, emettono gas di scarico, proiettano calore dalle lampade ad incandescenza… Ma la distanza fra causa ed effetto può essere egualmente grande, e il calore delle città può cambiare il clima a migliaia di chilometri di distanza.
Un rapporto appena pubblicato dalla rivista “Nature Climate Change” rileva che il calore emesso nelle maggiori città dell’emisfero settentrionale finisce nelle correnti atmosferiche e influenza il clima in grandi aree dell’Asia del Nord e della parte più settentrionale del Nordamerica.
Secondo Aixue Hu, del National Center for Atmospheric Research in Colorado (autore dello studio), in alcune località remote l’effetto di riscaldamento puù arrivare a 1,8° in più, mentre in alcune zone dell’Europa ci può essere un effetto di abbassamento della temperatura, dovuto al fatto che queste emissioni cambiano la circolazione delle correnti atmosferiche.
Allegati: China Post