Le elezioni Usa di midterm hanno scatenato le Borse. I listini di Wall Street mettono a segno rialzi superiori ai due punti percentuali: Dow Jones e S&P 500 su del 2,13%, Nasdaq + 2,63%. È stata la miglior seduta per la Borsa Usa dal 1982.
Positivi anche i listini asiatici. Tokyo guadagna quasi il 2%, Hong Kong l’1%, Shanghai lo 0,6%, Seoul l’1,3%. Lo scontro commerciale tra Cina e Stati Uniti per ora non ha provocato seri danni: a ottobre le esportazioni cinesi sono salite del 15,6% anno su anno, in accelerazione dal +14,4% di settembre e meglio del +11,7% stimato dagli economisti. Accelerano anche le importazioni (+21% dal +14,5%), sale il surplus commerciale, a 34 miliardi di dollari. Il dollaro si apprezza sia sullo yen (113,7) che sullo yuan (6,93).
Sorprende che a Wall Street le elezioni siano state festeggiate con rialzi record dai titoli legati alla marijuana, l’ultima scoperta della speculazione finanziaria. Ma a giustificare il rally sono le dimissioni di Jeff Sessions, il procuratore generale contrario alla liberalizzazione della canapa per uso terapeutico, costretto a farsi da parte da Donald Trump per non aver fermato l’inchiesta sul Russiagate. Le indagini, dopo che la maggioranza della Camera è passata ai democratici, potrebbero trovare nuovo vigore, ma il Presidente, forte dell’affermazione repubblicana al Senato, ostenta sicurezza: “Lavoriamo assieme, senza rancore”, ha detto ai rivali in conferenza stampa, “ma sappiate che, se volete la guerra, io so farla meglio di voi”.
Wall Street apprezza i nuovi equilibri: i Democratici sono abbastanza forti per bloccare nuovi tagli alle tasse ma non per abrogare la riforma fiscale già in vigore o per redistribuire i fondi delle corporation. Il presidente dovrà rinunciare al muro con il Messico (il peso è in forte ascesa) è condividere con i Democratici le prossime mosse della guerra dei dazi contro la Cina.
Il presidente, poi, dovrà limitare il suo pressing sulla Fed, già sotto pressione per l’intenzione di procedere all’aumento dei tassi. La banca centrale si riunirà oggi ma con ogni probabilità rinvierà il rialzo a dicembre. Intanto ieri il Tesoro ha dovuto prendere atto del flop dell’asta dei titoli a 30 anni: salgono i rendimenti di mercato al 3,41%.
Petrolio Brent poco mosso a 72,1 dollari il barile, dopo la diffusione dei dati sulle scorte di greggio negli Stati Uniti. Le riserve strategiche sono aumentate per la settima settimana consecutiva: +5,7 milioni di barili, a 431 milioni, contro i +2 milioni attesi.
ANCHE L’EUROPA FA FESTA. OGGI LE PREVISIONI UE
Anche i listini europei hanno festeggiato l’esito del voto Usa. A favorire il rialzo ha contribuito anche l’andamento migliore del previsto della produzione industriale tedesca (+0,2% ad ottobre), che ha ridimensionato le paure sullo stato di salute della zona euro. La nota negativa però arriva ancora una volta dal Bel Paese: l’economia italiana rimarrà debole nei prossimi mesi, comunica l’Istat, rilevando che, nel mese di ottobre, “l’indicatore anticipatore registra un’ulteriore flessione, segnalando la persistenza di una fase di debolezza del ciclo economico”. La previsione cade alla vigilia delle nuove stime sulla crescita economica Ue.
SALE MILANO, BANCHE RECORD A MADRID
Il warning non ha impedito alla Borsa di Milano di primeggiare in Europa con un rialzo pari all’1,42% a quota 19.517 punti.
A guidare il rialzo è stata però la Borsa di Madrid (+2,02%). Ma il rally delle banche (rialzi tra il 2 ed il 3%) non è legato al voto Usa: la Corte Suprema ha deciso che gli istituti di credito non sono tenuti a pagare la tassa di bollo sui mutui, consentendo loro così di evitare il possibile rimborso di miliardi di euro ai titolari dei mutui.
Francoforte limita il rialzo allo 0,8%: soffre Adidas (-2,1%) dopo che la società di abbigliamento sportivo ha tagliato il target di fatturato. Parigi +1%, Londra +0,97%.
L’euro/dollaro, che in giornata ha anche superato la soglia di 1,15, si è attestato in chiusura a 1,1470 (contro 1,1412).
ENRIA ALLA GUIDA DELLA VIGILANZA UE
La Banca centrale europea ha scelto l’italiano Andrea Enria per guidare il settore della vigilanza bancaria dopo un testa a testa con l’irlandese Sharon Donnery. Enria sostituirà Daniele Nouy come responsabile del Single Supervisory Mechanism, a cui fa capo la supervisione delle 118 banche principali della zona euro, un settore da 21.000 miliardi di euro. Il banchiere italiano, che non è stato certo aiutato dal governo italiano, ha comunque battuto la candidata irlandese Sharon Donnery. È probabile, a questo punto, che il sostituto del capo economista della Bce Peter Praet sarà l’irlandese Philip Lane.
DRAGHI: ITALIA, DEVI ESSERE PIÙ RESPONSABILE
Intanto è trapelata la notizia di un incontro, a margine dell’Eurogruppo di lunedì scorso, tra Mario Draghi e Giovanni Tria. Secondo il presidente della Bce, Roma deve dimostrare un grado di responsabilità che “vada oltre le regole Ue”, perché il debito pubblico elevato e la bassa crescita richiedono un grado di disciplina che vada oltre la normativa comunitaria.
Giornata positiva per il secondario italiano, in recupero sia sul Bund che sui titoli di Portogallo e Spagna.
SPREAD A 289, LUNEDÌ 5,5 MILIARDI DI BOT
Il rendimento del Btp decennale scende di 7 punti base a 3,31%, da 3,39% di ieri. Lo spread chiude a 289 punti base, dai 295 dell’apertura.
In occasione del collocamento del Bot a 12 mesi di lunedì prossimo 12 novembre, il ministero dell’Economia metterà a disposizione degli investitori 5,5 miliardi di euro, lo stesso quantitativo in scadenza.
INTESA SUPERSTAR GUIDA LE BANCHE
A Piazza Affari ben comprate le azioni delle banche (+1,67 l’indice del comparto), che beneficiano del recupero dei titoli di Stato. Intesa Sanpaolo è salita del 2,67%, festeggiando ancora la trimestrale superiore alle attese. Banca Akros ha promosso la raccomandazione a Buy da Add confermando il target di 2,90 euro. Più prudente Mediobanca che conferma il Neutral, limando il target price a 2,35 euro da 2,40 euro.
Sono tuttavia andate in controtendenza le Ubi (-0,58%), nel giorno dei conti dei primi nove mesi. A penalizzare le azioni sono state le parole del numero uno, Victor Massiah, che ha aperto la porta ad azioni di rafforzamento dei coefficienti patrimoniali.
SBANDA CNH, FRENA BREMBO
Bene Pirelli (+3,42%) insieme a tutto il settore automotive: Fca +2,32%, in ripresa Ferrari (+0,25%) dopo le perdite di ieri. Cnh Industrial (-0,42%) recupera nel dopo borsa per le buone notizie in arrivo da Wall Street su Caterpillar, dopo aver perduto, in seguito alla trimestrale, fino al 5% in apertura. Preoccupa il debito industriale più alto del previsto (2 miliardi di dollari).
Fa eccezione Brembo (-2,54%) che ha invertito la tendenza andando a chiudere in forte ribasso, a 9,60 euro, con un andamento in controtendenza rispetto al mercato. Nell’ultimo trimestre l’ebit ha registrato un calo del 4,4%, a 57,1 milioni da 59,8 milioni. Una nota spiega che resta “alta la tensione causata dagli scenari macroeconomici”, ma la solidità dei fondamentali permette “di essere cautamente ottimisti per la restante parte della gestione 2018”.
DIASORIN MAGLIA NERA DOPO I CONTI
Segnali negativi anche da Diasorin, caduta in ribasso del 6%, a 81,60 euro.
La società attiva nei test diagnostici ha chiuso i primi nove mesi con fatturato, Ebitda e utile in crescita, ma ha sollevato qualche incertezza sull’andamento dell’ultimo trimestre del 2018 scatenando così la reazione negativa del mercato. Una nota ha precisato che “l’eventuale rinvio all’esercizio 2019 di alcune grandi gare nei paesi serviti tramite distributori potrebbe influenzare negativamente la chiusura dei conti dell’esercizio 2018”.L’ad Rosa ha aggiunto un altro fattore di incertezza sul quarto trimestre, ovvero le sanzioni Usa all’Iran.
ENEL ELETTRICA, BRINDA CAMPARI
Positivo invece l’effetto trimestrali su Snam (+2,5%), in scia anche del nuovo piano strategico a quattro anni.
Enel (+1,7%) ha chiuso i primi nove mesi con un utile ordinario di 2,88 miliardi, in crescita dai 2,583 miliardi dello stesso periodo del 2017. Nel terzo trimestre l’Ebitda è salito del 13% anno su anno a 4,27 miliardi di euro, al netto delle voci non ricorrenti, la crescita è del 4%. Conferma i target per il margine lordo e il risultato netto, ma annuncia la revisione al rialzo della stima di indebitamento netto previsto a fine anno. La società presenta il piano industriale il 20 novembre.
Continuano gli acquisti su Campari (+3,59%), grazie all’aumento del target price da parte di Jefferies (a 7 euro da 6,70), RBC (a 6,60 euro da 5,70) e Bofa Merril Lynch (a 7,50 euro da 6,20).
Bene anche Buzzi che sale del 3,07% sulla scia della trimestrale.
Vola a +17,16% Tiscali, che ha reso noto che l’accordo con Fastweb per la cessione delle frequenze dovrebbe perfezionarsi a fine mese.