Si sgonfia il rimbalzo dei listini che chiudono comunque in territorio positivo, con l’eccezione di Londra, spinti dalle attese per il bazooka della Bce. Per il membro austriaco del board Bce Ewald Nowotny esistono margini per conferire al fondo salva stati permanente della zona euro la licenza bancaria. Il che significherebbe poter moltiplicare la potenza di fuoco dello scudo anti spread. Occhi quindi puntati sul Mario Draghi che è intervenuto sabato scorso a difesa dell’euro e alla Fed che, dopo i preoccupante dato sulla vendita delle case, potrebbe con sempre maggiore probabilità mettere in campo nuovi stimoli per l’economia già dal prossimo vertice del Fomc del prossimo 31 luglio. L’euro recupera sul dollaro a quota 1,2130 (+0,57%) e lo spread Btp chiude a 518 dopo un massimo intraday a 546 punti, il rendimento è al 6,44%. Anche il differenziale Bono-bund chiude in calo a 611.
Milano, migliore d’Europa, guadagna l’1,17%, Francoforte lo 0,25%, Parigi lo 0,23% mentre Londra si ferma appena sotto la parità a -0,02%. Madrid +0,82% e Atene +0,25%. A Wall Street alla chiusura europea gli indici viaggiavano contrastati: il Dow Jones +0,44% e il Nasdaq -0,71%. Débacle di Apple -4,8% dopo la delusione per le vendite di iphones. Dopo la riduzione delle stime del Fmi sulla crescita cinese (all’8% dall’8,25%), gli occhi del mercato sono puntati sull’immobiliare Usa: le vendite a giugno hanno archiviato un inatteso crollo dell’8,4% a 350mila unità (tasso annualizzato). Il dato è il più basso dal gennaio scorso ed è peggiore delle attese degli analisti, secondo i dati raccolti da Bloomberg. Il petrolio è in calo a 87,17 dollari al barile (-1,50%) dopo l’aumento delle scorte Usa.
Cattive notizie sul fronte macro pure dalla Gran Bretagna che entra ufficialmente in recessione archiviando il secondo trimestre consecutivo di riduzione del pil. Mentre i problemi dell’Eurozona si fanno sentire sempre più anche a Berlino: l’indice Ifo he misura la fiducia negli affari delle imprese tedesche, è sceso in giugno a 103,3 punti contro i 105,3 del mese precedente, mentre gli analisti fsi attendevano un dato a 104,5 punti. Eppure, nonostante gli scricchiolii di casa Merkel, la fame di bund non sembra placarsi: stamattina il Tesoro tedesco ha collocato 2,32 miliardi di Bund a 30 anni ad un rendimento minimo record del 2,17% dal 2,41% dell’asta precedente.
E aumenta il pressing di Madrid su Berlino che, a quanto riferisce la stampa spagnola, non punterebbe a ottenere un piano di salvataggio piuttosto un intervento della Bce per far scendere la febbre dello spread. Intanto dopo la smentita di Parigi e Roma sull’appello congiunto di ieri con la Spagna sull’attuazione delle misure del summit Ue, Hollande fa marcia indietro e chiede la rapida attuazione degli accordi.
A Piazza Affari chiude positivo il comparto bancario: sul Ftse Mib svetta Ubi Banca +7,62%. Più contenuti i guadagni di Intesa +1,42%, Unicredit +1,37%, Mps +0,89% che perdono slancio rispetto alla mattina. Bene anche Bpm +1,30% all’indomani della presentazione del piano industriale che punta a una drastica riduzione di costi e a una maggiore semplificazione.
Bankitalia fa però notare che nel secondo trimestre dell’anno la stretta attuata dalle banche nei criteri per l’offerta di credito al sistema economico è rimasta invariata rispetto al trimestre precedente. E l’Abi prevede ancora conti economici insoddisfacenti, con il taglio dei costi che rimane centrale.
Banca Generali (+0,00%) archivia un semestre sopra le attese con utili in crescita dell’80%. Fra i titoli migliori di Piazza Affari si mettono in luce Stm +4,77%, Buzzi Unicem +4,40%, Fiat Industrial +4,10% e Prysmian +3,65%. Fiat sale del 2,38%, insieme al comparto auto europeo che beneficia dei buoni risultati di Daimler.
TelecomItalia guadagna il 2,05%, dopo che le autorità brasiliane hanno dato motivo di speranza per una rapida eliminazione delle sanzioni imposte alla controllata Tim Brasil. Invariata Eni dopo aver sofferto con il resto del comparto petrolifero del calo del petrolio. In fondo al Ftse Mib Mediaset -1,68%, Enel Green Power -1,54%, Atlantia -0,99%, dopo che Ubs ha confermato buy ma ha tagliato il target price a 13,5 euro da 14,2 euro. Gli analisti si attendono una flessione del traffico pari al 7,5% rispetto al -5% previsto. Riviste al ribasso anche le stime di eps. Terna cede lo -0,78% dopo la diffusione dei conti.