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Le Borse tentano il rimbalzo sperando in negoziati sui dazi. Dopo tre giorni di crolli Tokyo guida il rialzo

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Un raggio di speranza con grande cautela si leva tra i mercati asiatici martoriati dalle imposizioni tariffarie di Trump: è il Giappone a guidare il rialzo con un +6% sulle aspettative che otterrà la precedenza nei colloqui commerciali con gli Stati Uniti, mentre la Cina è stata sostenuta da aiuti istituzionali. Anche i titoli del Tesoro sono in rialzo dopo la brusca svendita di lunedì, insieme ai contratti futures su Wall Street, che ha chiuso ieri sera vicino alla parità. Il petrolio ha guadagnato mentre l’oro risale per la prima volta in quattro giorni. Il dollaro è scivolato rispetto ai principali omologhi. I futures indicano un rimbalzo anche per le borse europee.

La parola magica ora è “negoziati”

Sul tema cruciale dei dazi c’è ancora molta confusione, ma la parola più ricorrente è “negoziati”. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha detto che in alcuni casi potrebbero essere permanenti e in altri potrebbero essere negoziati e ha addirittura raddoppiato la posta in gioco nei confronti della Cina, minacciando ulteriori imposte del 50% che porterebbero il totale complessivo ben al di sopra del 100%. Successivamente, nel corso della serata, il Segretario al Tesoro Scott Bessent ha fornito qualche precisazione nel corso della solita intervista a Fox News. Le tariffe doganali, si spera, potrebbero scendere con l’avvio di negoziati a largo raggio con i partner commerciali. Per i Paesi che non fanno ritorsioni, quello annunciato la scorsa settimana, è da considerarsi il livello tariffario massimo. Il segretario del Tesoro ha detto che forse quasi 70 paesi si sono avvicinati agli Stati Uniti, “quindi sarà un aprile intenso”, maggio, forse fino a giugno”.

Persino Elon Musk, il fondatore di Tesla e un importante consigliere della Casa Bianca, ha fatto appello direttamente al presidente Trump per ridurre la severità dei suoi dazi commerciali. Secondo quanto riportato dal Washington Post, Musk aveva presentato personalmente il suo caso a Trump, ma alla fine non è riuscito a far cambiare idea al presidente. Sebbene Tesla produca tutte le auto vendute negli Stati Uniti sul suolo americano, importa comunque diversi componenti dalla Cina e da altri Paesi oggetto dei dazi imposti dagli Usa.

Ma non tutti sono ottimisti. L’amministratore delegato di JP Morgan, Jamie Dimon, ha messo in guardia dall’inflazione e da un rallentamento dell’economia americana, mentre l’ad di BlackRock, Larry Fink, ha detto che i mercati azionari potrebbero subire un ulteriore calo del 20%, in quanto i forti dazi statunitensi inducono alcuni investitori a ritenere che l’economia americana possa già subire una contrazione.

Wall Street recupera nel finale e chiude vicino alla parità

Wall Street non ha esattamente avuto una giornata stellare, anche se una chiusura complessivamente piatta rappresenta una gradita tregua dopo il crollo del 10% nelle due sessioni precedenti. La cosa più notevole delle contrattazioni di lunedì è stata la volatilità, con il VIX (.VIX), l’indicatore della paura che è salito sopra i 60 solo per la seconda volta dalla pandemia. Il Dow Jones chiude in calo dello 0,91%, proseguendo la serie di tre ribassi consecutivi, iniziata giovedì scorso. l’S&P-500 ha perso lo 0,23%, chiudendo a 5.062 punti. Sulla parità il Nasdaq 100 (+0,19% e l’S&P 100 (-0,06%).

Il Giappone guida il rialzo dell’Asia con un +6%

L’assestamento di Wall Street ieri ha aperto stanotte la via al rimbalzo delle borse dell’Asia Pacifico. Gli indicatori di riferimento a Tokyo sono saliti di oltre il 6%: il Giappone sembra destinato ad avere la priorità nelle trattative sui dazi statunitensi, passando in testa a una serie di Paesi che stanno cercando di ridurre i dazi prima dell’entrata in vigore. Le azioni di Nippon Steel salgono dell’11%, dopo che il presidente Donald Trump ha avviato una nuova revisione del piano di acquisizione della rivale statunitense U.S. Steel, bloccato dall’ex presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. Lo yen torna a indebolirsi, a 147,2 su dollaro, dai massimi degli ultimi sei mesi toccati ieri. “Mi aspetto che il Giappone ottenga la priorità, tra i partner commerciali per essersi fatto avanti molto rapidamente”, ha detto Bessent nel corso di un’intervista. A trattare, a fianco di Bessent, ci sarà Jamieson Greer. A Tokyo, il primo ministro giapponese, Shigeru Ishiba, ha convocato per oggi una riunione dell’intero gabinetto: dal vertice dovrebbe uscire il nome del capo della delegazione incaricata di portare avanti la trattativa a Washington. “Qualsiasi tregua dai dazi cambierebbe notevolmente la traiettoria della crescita del Giappone e le prospettive politiche – scriveTaro Kimura, economista di Bloomberg Intelligence – ma Trump rimane profondamente preoccupato per il deficit commerciale degli Stati Uniti con il Giappone, in particolare nel settore automobilistico”.

La Cina avverte Trump che non si piegherà. Le istituzioni intervengono a sostegno del mercato

La Cina invece non si piega, ma intanto compra azioni: le azioni sono salite poiché i fondi collegati allo stato hanno rastrellato asset e la banca centrale ha promesso prestiti per aiutare a stabilizzare il mercato. Rimbalza l’Hang Seng di Hong Kong +1,5%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzhen +1%. Invece cade nuovamente l’indice Taiex di Taipei, -4,5%. Perde terreno lo Yuan, a 732 su dollaro: la valuta cinese tocca i minimi dal 2023. Un gruppo di fondi d’investimento collegati allo stato cinese stanno pianificando di acquistare azioni, nel tentativo di sostenere il mercato. China Reform Holdings ha stanziato 80 miliardi di yuan (10,9 miliardi di dollari) per aumentare le partecipazioni in imprese statali e in aziende tecnologiche, nonché per acquistare fondi negoziati in borsa. In precedenza, ieri, simili intenzioni erano state annunciate dai fondi sovrani Central Huijin Investment e China Chengtong Holdings Group. “Acquistare direttamente sul mercato è uno dei modi in cui la Cina può affrontare immediatamente l’impatto dei dazi statunitensi e stabilizzare un po’ il sentimento”, ha dichiarato Steven Leung, direttore esecutivo di UOB Kay Hian a Hong Kong. “Ma dovranno anche fare più stimoli”, compresi i tagli ai tassi e la spesa fiscale. Un paniere di otto fondi negoziati in borsa ha registrato ieri un afflusso netto record di 42 miliardi di yuan.

Nel frattempo, Pechino avverte Washington che non si piegherà alla minaccia di nuovi dazi da parte di Donald Trump. “Abbiamo sottolineato più di una volta che fare pressione o minacciare la Cina non è il modo giusto per interagire con noi. La Cina salvaguarderà fermamente i suoi legittimi diritti e interessi”, ha detto alla France Presse Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata di Pechino negli Stati Uniti. La Cina non accetterà mai la “natura ricattatoria” degli Stati Uniti e considera le ultime minacce di dazi avanzate dal presidente americano Donald Trump “un errore su un altro errore“. Così stanotte un portavoce del ministero del Commercio cinese. Tuttavia, il Presidente degli Stati Uniti ha anche promesso imposte aggiuntive del 50% sulle importazioni cinesi, se Pechino manterrà i suoi dazi di ritorsione, limitando l’ottimismo.

La borsa di Mumbai sale, indice BSE Sensex +1%. Il governo indiano non ha sinora reagito ufficialmente alla tariffa del 26% sulle importazioni decisa dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump. L’Ansa scrive che il paese, non reagirà, mentre filtrano informazioni circa collogui tra il governo indiano e Washington. I mercati emergenti asiatici sono stati puniti con una delle tariffe più elevate di Trump, senza alcuna tregua nella corsa alle azioni. Il benchmark della Thailandia è sceso al minimo degli ultimi cinque anni e l’Indonesia è tornata dopo una pausa di una settimana con un crollo del 9% del mercato azionario e un minimo storico per la rupia. Il Vietnam acquisterà più beni americani, tra cui prodotti per la difesa e la sicurezza

L’Unine Europea tiene pronta la lista delle contromisure

L’ Unione Europea ha stilato ieri sera un elenco di prodotti statunitensi a cui ha intenzione di applicare tariffe del 25% come contromisura alla decisione di Trump del mese scorso di imporre tasse sulle importazioni di alluminio e acciaio. Invece ha escluso la programmata tariffa del 50% sul whisky americano, come richiesto da adversi stati membri nel tentativo di risparmiare ai produttori europei di vino e champagne i dazi del 200% minacciati da Trump come ritorsione.

La Commissione europea, organo esecutivo dell’Unione, ha condiviso un documento in cui sono elencate decine di categorie di prodotti di vario genere e comprende diamanti, motociclette, imbarcazioni da diporto, elettrodomestici, vetri di sicurezza, carte da gioco, tabacco, pollame e altri prodotti agricoli. La maggior parte di essi è soggetta a una tariffa del 25%, ma alcuni sarebbero colpiti da un’aliquota del 10%.

Gli stati membri dell’UE mirano ad approvare il piano entro la fine della settimana e dovrebbe entrare in vigore il 15 aprile, anche se la maggior parte dei dazi non verrebbe riscossa prima di metà maggio. Le tariffe sulla soia e su diversi tipi di noci entrerebbero in vigore il 1° dicembre.

Le Borse europee tentano il rimbalzo. A Piazza Affari occhi su Banco Bpm e Mediobanca

Gli investitori europei, ancora in difficoltà a causa del crollo di quasi il 12% registrato in tre giorni dal loro indice di riferimento azionario regionale, si stanno svegliando con un mercato dei future che punta a un rialzo del 2,4%.

Snam: acquista il 24,99% di Open Grid Europe per 920 mln. Oge, spiega una nota, e’ il piu’ grande operatore indipendente di trasporto del gas in Germania, che gestisce una rete lunga circa 12.000 chilometri, con circa 21 miliardi di metri cubi all’anno di volumi riconsegnati e oltre 400 clienti finali.

Stellantis ha chiesto a McKinsey valutazioni su Alfa Romeo e Maserati alla luce dei recenti dazi Usa. Lo ha affermato un portavoce dei due marchi, i quali lavorano ai loro piani di sviluppo sotto il responsabile Santo Ficili. Bloomberg aveva inizialmente riportato che Stellantis ha chiesto una consulenza strategica a McKinsey su Maserati e Alfa, incluse opzioni per il futuro dei due brand.

Eni sta valutando nuove possibili cessioni di attività upstream dopo il recente accordo con Vitol in Africa.

Bper, che ha lanciato un’offerta d’acquisto tutta in azioni sulla Popolare di Sondrio, ha acquistato lo 0,34% a 8,8365 euro per azione.

Fincantieri e Carnival Corporation hanno firmato un accordo per la costruzione di due nuove navi da crociera destinate ad Aida Cruises, la compagnia leader nel mercato crocieristico di lingua tedesca. Il valore dell’accordo è stato definito come “molto importante”. Per la prima volta Fincantieri realizzerà navi da crociera per Aida Cruises, rafforzando così la propria partnership strategica con Carnival Corporation. Le due navi saranno consegnate, rispettivamente, all’inizio del 2030 e alla fine del 2031.

Banco BPM, che detiene il 5% del capitale della banca senese, sarebbe pronto a sostenere l’Ops lanciata da Mps su Mediobanca, mossa che può aprire la strada a un matrimonio a tre. Lo scrive La Stampa

Enel. HSBC alza il target price.

Italgas. Dopo l’appoggio da parte di Cdp Reti, maggior azionista con il 26%, anche Lazard, socio con il 9,7%, sottoscriverà all’assemblea del 10 aprile, l’aumento di capitale, che servirà all’acquisizione di 2i Rete Gas, secondo quanto riporta Mf

Pirelli. In un’intervista a la Repubblica, il vice presidente Marco Tronchetti Provera ha detto che in alcuni stati Usa sono state sollevate riserve sulla presenza dell’azionista cinese Sinochem. Con Sinochem “stiamo lavorando in modo costruttivo, abbiamo proposto soluzioni market friendly”, ha spiegato Tronchetti. “Troveremo un modo, nell’interesse di Pirelli, per adeguarci alle leggi americane. È un mercato troppo importante per non poter giocare ad armi pari con i nostri competitor”, ha detto.

Prysmian . Goldman Sachs taglia il target price.

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