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Le Borse temono i falchi Bce e il Ftse Mib scivola sotto quota 26 mila

Imagoeconomica

Il rischio di una stretta da parte delle banche centrali, nel momento in cui il ritmo delle ripresa può essere frenato dalla variante Delta, spaventa i listini europei, che chiudono la seconda seduta consecutiva in calo, mentre Wall Street viaggia in ribasso. Continua inoltre a rafforzarsi il dollaro. L’euro cede lo 0,3% contro il biglietto verde e corre sul filo di 1,18 alla vigilia della riunione della Bce, in attesa delle nuove stime sulla crescita e forse di una riduzione del ritmo degli acquisti del piano pandemico da qui alla conclusione, nel marzo 2022. Per Robert Holzmann, governatore della banca centrale austriaca e componente ‘hawkish’ del board, l’istituto potrebbe dare una stretta alla politica monetaria prima di quanto molti si aspettino, dato che le pressioni inflazionistiche potrebbero rivelarsi più persistenti.

Nell’attesa Piazza Affari perde quota 26 mila e cede lo 0,75%, con il gruppo delle blue chip in ribasso guidato da Stellantis -2,86%. È in verde però il secondario: lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata chiude a 107 punti base (-1,39%) e calano leggermente i rendimenti. Il tasso del titolo italiano si ferma a +0,74%; quello dei titolo tedesco -0,32%. Il bilancio di giornata è peggiore a Francoforte -1,5%, dove pesa il tonfo di Siemens; sono negative Parigi -0,85%, Amsterdam -0,72%, Madrid -0,55% e Londra -0,76%.

Oltreoceano Wall Street, che ieri ha chiuso contrastata, si muove in ribasso su tutti fronti e anche il Nasdaq, reduce dai nuovi massimi toccati alla viglia, è in rosso. Dopo che Goldman Sachs ha abbassato le stime per l’economia Usa, si fa sentire il declassamento del rating delle azioni a stelle e strisce da parte di Morgan Stanley che prevede un “settembre-ottobre accidentato”, con forti rischi per la crescita e l’agenda politica. Al contrario Credit Suisse mantiene la propria valutazione sull’Europa Continentale come “top overweight” ritenendo che l’area abbia maggior spazio di recupero del pil perso a causa della pandemia rispetto agli Usa (-3% in Europa ancora contro -1% negli Stati Uniti) e dove il potenziale di crescita per il 2021 e il 2022 non sia ancora pienamente apprezzato dal consensus. Secondo gli economisti del gruppo elvetico, il rimbalzo del pil nell’eurozona sarà supportato da politiche fiscali meno stringenti rispetto al passato e dall’alto tasso di risparmio oltre che dalla minore pressioni inflazionistica rispetto a quanto non si registri oltre Atlantico. All’interno dell’area euro, Credit Suisse vede come best performer l’Italia e la Spagna.

Nell’azionario americano è oggi sotto i riflettori il titolo di PayPal, che ha annunciato l’acquisto di Paidy, operatore nipponico specializzato nel credito al consumo online, per 2,7 miliardi di dollari.

Si muove positivamente l’obbligazionario, con i prezzi dei titoli di Stato in rialzo e i rendimenti in calo, dopo il balzo dei giorni scorsi. Prosegue inoltre il dibattito su un avvio di tapering da parte della banca centrale nordamericana, al quale si dice favorevole oggi James Bullard della Fed di St Louis, perché, nonostante la debole crescita di nuova occupazione, negli Usa ”c’è domanda di lavoratori”. Lo conferma anche il rapporto Jolts sulle offerte di lavoro a luglio che sono aumentate per il settimo mese consecutivo a 10,934 milioni, dato record, contro attese di 10,049 milioni. Alle 20 ora italiana uscirà il Beige Book della Federal Reserve, rapporto che viene elaborato ogni sei settimane sulla base delle informazioni raccolte nei 12 distretti in cui la banca opera.

In questa fase così delicata la Fed è al centro dell’attenzione anche per la nomina del presidente, con il mandato di Jerome Powell che scade a febbraio. Contro l’attuale numero uno si schiera in un’intervista il premio nobel Joseph Stiglitz, secondo il quale il presidente John Biden, per fedeltà alla sua agenda politica, non dovrebbe confermare Powell nel ruolo di banchiere centrale. Tra le materie prime rialza la testa il petrolio, con il Brent che si apprezza di oltre un punto percentuale intorno a 72,50 dollari al barile. Il super dollaro penalizza invece l’oro, che si conferma debole, in lieve calo, attorno a 1792,40 dollari l’oncia.

Tornando all’azionario di Piazza Affari, la caduta di Stellantis è da imputare prevalentemente al fatto che la casa automobilistica cinese Dongfeng Motor Group Co Ltd ha ceduto con Abb l’1,15% del capitale per 600,4 milioni di euro al prezzo di 16,65 euro per azione. L’azienda cinese manterrà una partecipazione del 4,5% in Stellantis al completamento della vendita delle azioni. “La mossa non ci sorprende dato che post fusione il suo ruolo (che era strategico quando Psa era indipendente) è stato ridimensionato e ci aspettiamo che nel breve/medio termine possa uscire totalmente”, scrive il broker Equita nel daily.

Perdono terreno Prysmian -2,76%; Cnh -2,32%; Interpump -1,92%; Nexi -1,9%; Stm -1,79%. Le banche sono prevalentemente negative. Unicredit (-0,71%), secondo fonti stampa, dovrebbe ottenere dal ministero del Tesoro una proroga sulla scadenza dei negoziati per rilevare il pacchetto azionario di Mps (-0,4%). È in controtendenza Mediobanca +0,22%

Dopo lo stop di ieri, torna in auge Diasorin +2,75%, vicina ai massimi storici. Chiudono in verde le utility: Snam +1,46%; A2a +1,45%; Hera +0,94%. Fuori dal paniere principale Ferragamo (+5,74%) festeggia il ritorno all’utile operativo nella semestrale presentata ieri, che le vale la promozione da parte di vari analisti. La maison fiorentina nei mesi di luglio e agosto ha registrato ricavi vicini ai livelli prepandemia. A mercati chiusi anche Tod’s (-1,38%) mostrerà i suoi conti semestrali. Bene Webuild +1,04% che ha annunciato la vittoria, in consorzio, di una gara da un miliardo in Norvegia. 

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