Si riparte dei massimi di Wall Street, trainata al rialzo dagli ottimi dati sull’occupazione. Il vento propizio d’oltre Oceano dovrebbe assicurare un decollo positivo della settimana finanziaria, l’esatto opposto di quanto capitava dodici mesi fa, quando la svalutazione del renminbi, unita a una nuova massiccia caduta della borsa di Shanghai, fece perdere per settimane il sonno ai gestori ed agli investitori, preoccupati che si avvicinasse la fine del mondo (finanziario, ben s’intende).
Il clima più positivo non oscura però i problemi che incombono sull’orizzonte d’Europa, alle prese con i problemi della crescita che non solo non decolla ma, che, complice la Brexit,a detta dei mercati s’allontana sempre di più. Basti al proposito citare le condizioni dell’emissione Vodafone di venerdì, la prima dopo le decisioni della Bank of England: il colosso delle tlc ha fatto il pieno con un titolo a 40 anni al tasso del 3,01%.
TONFO DELL’IMPORT IN CINA. NEL 2016 MILANO SOTTO DEL 22,4%
La grande crescita dell’occupazione Usa favorisce una partenza Toro per le Borse.
– Avanza l’Asia: a Tokyo l’indice Nikkei avanza del 2,1%,Hong Kong +1,2%. Debole Shanghai -0,1%. A luglio l’export cinese è sceso del 4,4%. Ma a impressionare è il crollo inatteso dell’import: -12,5%.
– In salita stamane le quotazioni del petrolio: Brenta 44,93 dollari, Wti 41,90.
– Apertura prevista in rialzo stamane anche per le borse del Vecchio Continente. Il rally di venerdì scorso non è stato sufficiente per portare in positivo il bilancio della settimana. Grazie al forte recupero delle banche, l’indice FtseMib è salito venerdì scorso del 2,4%, ma la performance delle ultime cinque sedute è un calo dell’1,4%. La perdita da inizio anno è -22,4%. L’indice complessivo delle Borse europee Stoxx600 ha chiuso la settimana con un calo dello 0,2% (-6,7% da inizio anno).
– A sostenere il rialzo è l’exploit di Wall Street: venerdì l’indice S&P 500 +0,86% e il Nsdaq + 1,06% hanno messo a segno nuovi record.
– All’origine del boom del mercato azionario e del dollaro (+ 0,8% a 1,108 sull’euro) oltre che del calo dell’oro (-1,7% dai massimi) è stata la sorprendente crescita dell’occupazione Usa: 255mila nuovi occupati, contro i 180mila previsti.
TRUMP PUNTA SULL’ECONOMIA, VENERDI’ IL PIL ITALIANO
Il primo incontro tra Vladimir Putin ed il presidente turco Recep Erdogan tiene banco nell’attualità internazionale. Inoltre:
– Stasera Donald Trump, in crisi di consensi in casa repubblicana, illustrerà al Detroit Economic Club il suo programma economico. Tra le proposte sgravi fiscali per le aziende che rimpatriano la produzione in Usa e tariffe protettiva nei confronti della Cina.
– In attesa dell’appuntamento elettorale tiene banco il possibile aumento dei tassi, possibile dopo la ripresa in atto. Wall Street, in cerca di conferme sulla congiuntura in miglioramento, sarà concentrata sui conti trimestrali dei colossi retail (Macy’s), del lusso (Michael Kors) e dell’entertainment (Walt Disney)
– Grande attenzione al dato sull’andamento dei consumi, in frenata da +0,6 a +0,4% a causa del rallentamento delle vendite di auto. E’vista in miglioramento l’indice della fiducia dei consumatori dell’università del Michigan, in uscita venerdì.
– Difficile però che qualcosa si muova prima del prossimo vertice della Fed (21 settembre). Ma, al solito, per capire le tendenze dei banchieri centrali, sarà importante seguire il meeting di Jackson Hole, in programma a fine agosto.
– In Europa riflettori accesi sulla produzione industrial. Si comincia oggi con la Germania, domani tocca alla Gran tedesca, seguita mercoledì dalla Francia. martedì da quella della Gran Bretagna. Mercoledì spazio alla produzione industriale. Giovedì escono i prezzi al consumo di Francia e Italia e le richieste settimanali di disoccupazione Usa. Venerdì sono attesi i dati dei Pil europei , Itali compresa, e di quello dell’Eurozona.
– In Italia tiene banco l’asta per i Bot a 12 mesi per 6 miliardi. Non è invece prevista l’offerta di titoli a medio-lungo termine.
ATLANTE 2, UNA DOTE DEI 2,4 MILIARDI PER LA SFIDA MPS
Fatiche di Atlante atto secondo. Con l’assemblea odierna prende il via la nuova Veneto Banca, al 97% controllata dal fondo Atlante. Nel frattempo è cominciata l’azione pulizia delle sofferenze della Popolare di Vicenza, altra grande sfida affidata alla struttura capitanata da Alessandro Penati.
Ora parte la sfida più delicata: il sostegno al Monte Paschi, -17% in Borsa nell’ultima settimana, nonostante resti in vigore il divieto di vendite allo scoperto. In particolare, Attante 2 dovrà accollarsi il riacquisto di una parte delle sofferenze (27,2 miliardi) di Mps, impresa da realizzare con il contributo di JP Morgan, impegnata anche nella parte equity dell’operazione. Non sarà un’impresa facile: oggi si conclude la raccolta di capitali da parte del fondo. Atlante 2, veicolo privato (ma rimpolpato dai fondi della Sga, l’ex bad bank del Banco Napoli e dalla presenza della Cdp) potrà contare su 2,4 miliardi, tra cui 800 milioni ereditati da Atlante 1. La cifra è inferiore all’obiettivo dichiarato di 5 miliardi, cosa che potrebbe favorire nuove ondate di pessimismo. Ma “l’operazione coraggiosa” (secondo la definizione di Alberto Nagel) può contare sul sostegno di una parte della finanza internazionale, non solo JP Morgan.
Non meno importanti, dopo una settimana sull’ottovolante, i test per altri istituti leader bersagliati nelle ultime cinque sedute: Ubi -12,9%, Banco Popolare -11,7%, Unicredit -10,9%, Pop.Milano -10%.
SOTTO I RIFLETTORI MEDIASET (SENZA MILAN)
La cessione del Milan ad una cordata cinese avrà conseguenze su Mediaste? All’apparenza no. Ma la vendita rafforza senz’altro la posizione finanziaria di Fininvest impegnata nel braccio di fetto con Vivendi. Intanto il conflitto tra Vincent Bolloré, secondo azionista di Mediobanca dietro Unicredit, e il grupo Berlusconi (a sua volta membro del patto di sindacato di piazzetta Cuccia) ha scatenato le speculazioni di stagione sugli equilibri della finanza di casa nostra. Al punto da ipotizzare l’avanzata del finanziere bretone sulle Generali (da sposare con Axa) previa alleanza con Unicredit. Ma anche il veto di Matteo Renzi, deciso ad evitare un nuovo colpo italiano di Bolloré, socio di controllori Telecom Italia.
Non è dato sapere quanto siano fondate queste “indiscrezioni” che, in ogni caso,contribuiscono a mantenere alta l’attenzione del mercato.
ENI- EXXON, OGGI ESAME IN BORSA PER L’ACCORDO IN MOZAMBICO
Grande attenzione merita Eni che nel fine settimana ha concluso con un accordo le lunghe trattative per vendere a Exxon Mobil una partecipazione da diversi miliardi di dollari nel progetto di sviluppo di un giacimento di gas naturale liquefatto in Mozambico.