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Le Borse ripartono oggi ma replicare le performance dell’anno scorso non sarà facile

Le Borse asiatiche iniziano il 2025 in calo, con la Cina appesantita da dati deludenti e tensioni commerciali. Singapore sorprende positivamente, il Kospi di Seul risente della crisi politica e il Nikkei di Tokyo è chiuso fino al 6 gennaio. I future Usa ed Europa segnano lievi rialzi, offrendo un barlume di ottimismo

Le Borse ripartono oggi ma replicare le performance dell’anno scorso non sarà facile

Non c’è stato alcun brindisi per le Borse cinesi nel primo giorno di contrattazione del 2025. Con una partenza sottotono, gli investitori hanno dovuto digerire un mix di dati economici deludenti, tensioni commerciali crescenti con gli Stati Uniti e un panorama globale carico di incertezze. Gli indici azionari della Cina continentale e di Hong Kong hanno subito perdite dopo la pubblicazione di un rapporto che ha evidenziato un rallentamento nell’espansione dell’attività manifatturiera a dicembre.

Ma non è solo la Cina a trovarsi in acque agitate. Negli Usa, il 2024 si è chiuso con una nota amara per Wall Street: gli indici S&P 500 e Nasdaq 100 hanno inanellato la quarta sessione consecutiva in calo, bruciando oltre un trilione di dollari in valore di mercato. I future Usa, tuttavia, hanno mostrato un timido rialzo di mezzo punto percentuale, lasciando una piccola speranza per l’inizio del nuovo anno. Anche l’Eurostoxx 50 mostra uno slancio positivo, registrando un incremento dello 0,6%.

Cina: quando l’economia rallenta, i mercati lo sentono

L’indice Shanghai Shenzhen Csi 300 ha registrato una flessione del 2,9%, raggiungendo i livelli più bassi da fine novembre. A pesare sui mercati sono stati dati economici deludenti: l’indice Pmi Caixin ha indicato una crescita manifatturiera più debole del previsto a dicembre, segnalando che l’impatto delle recenti misure di stimolo potrebbe essere stato inferiore alle aspettative.

A peggiorare le cose, i dati ufficiali pubblicati a inizio settimana hanno rivelato un’espansione economica al rallentatore. Mentre il governo cinese prevede una crescita del 5% per il 2024, gli investitori aspettano segnali più chiari su come Pechino intenda rilanciare la seconda economia mondiale nel 2025.

Anche Hong Kong non è stata risparmiata: l’indice Hang Seng perdendo il 2,2%, mentre Sun Art Retail è crollata di oltre il 22%. La ragione? Alibaba ha deciso di vendere la sua partecipazione di maggioranza nell’azienda per 1,6 miliardi di dollari per concentrarsi sul business digitale. Nel frattempo, Byd ha registrato un aumento delle vendite totali, chiudendo il 2024 con 4,25 milioni di autovetture vendute.

Donald Trump e la Fed: il duo che spaventa i mercati

Il presidente eletto Donald Trump ha già promesso di introdurre nuovi dazi alla Cina, alimentando i timori di una guerra commerciale che nessuno desidera. Come se non bastasse, la Federal Reserve ha messo i mercati sull’attenti, segnalando una riduzione dei tagli ai tassi per il 2025, vista un’inflazione che si dimostra tutt’altro che malleabile. La Cina prevede un’espansione economica del 5% per il 2024, secondo quanto dichiarato dal presidente Xi Jinping. Tuttavia, i rendimenti dei titoli di Stato cinesi sono scesi, segnale di maggiore cautela, dopo che la banca centrale ha aumentato il supporto di liquidità a dicembre.

Le azioni delle principali banche cinesi, tra cui Agricultural Bank of China, Industrial & Commercial Bank of China e China Construction Bank, hanno registrato ribassi, in parte legati all’adeguamento dei dividendi.

Commodity: l’oro brilla, il petrolio galleggia

Nel mondo delle commodity, l’oro si è confermato il preferito in tempi di incertezza, registrando un aumento. Il petrolio, invece, ha mostrato un timido rialzo, supportato dai dati sulla riduzione delle scorte negli Stati Uniti. Sul fronte energetico, l’attenzione è rivolta al gas: le forniture di gas russo verso l’Europa attraverso l’Ucraina si sono interrotte, chiudendo una rotta in attività da cinquant’anni, a seguito della scadenza di un accordo di transito.

E nel resto dell’Asia?

I mercati asiatici si sono mossi in ordine sparso. Il Kospi di Seul, nonostante una stabilità apparente, risente della crisi politica in Corea del Sud, dove il presidente in carica Choi Sang-mok ha respinto un tentativo di dimissioni collettive dei suoi consiglieri, mantenendo alta l’instabilità nel paese. L’incertezza politica potrebbe pesare sulla fiducia degli investitori locali nel lungo termine.

Nel frattempo, l’indice Sensex di Mumbai ha registrato un guadagno dello 0,8%, mentre in Giappone il Nikkei di Tokyo è rimasto chiuso per festività e riaprirà il 6 gennaio.

Singapore, invece, si è distinta con un risultato positivo: il Pil del 2024 è cresciuto del 4%, superando le previsioni. Al contrario, in Australia, i prezzi delle case hanno registrato la prima flessione in 22 mesi, riflettendo un mercato immobiliare in raffreddamento.

I titoli da tenere d’occhio oggi a Piazza Affari

A2a ha concluso l’acquisizione degli asset di Enel per la distribuzione elettrica nelle province di Milano e Brescia. L’Antitrust ha deciso di non avviare alcuna istruttoria sull’operazione tra Banco Bpm e Anima. Geox ha approvato una manovra finanziaria a sostegno del piano industriale 2025-2029, con un apporto di capitale fino a 60 milioni e investimenti per 120 milioni. Revo Insurance ha completato la conversione del 40% delle azioni speciali in ordinarie, con lock-up fino al 2026. Stellantis ha ceduto Comau a One Equity Partners, mentre Tim potrebbe accelerare la vendita di Sparkle e valutare la scissione del gruppo. Infine, Unicredit potrebbe vedere un ruolo del governo italiano nella fusione con Banco Bpm.

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