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Le Borse rimbalzano sulla scia di Wall Street: Nexi boom

I listini europei centrano un frazionale rimbalzo in apertura di settimana, nonostante il crollo del petrolio e quello delle borse cinesi, che hanno bruciato 420 miliardi di dollari di capitalizzazione alla ripresa delle contrattazioni dopo la chiusura per le festività del Capodanno locale. Milano sale dello 0,96% (a 23.460 punti) ed è una delle piazze migliori, davanti a Francoforte +0,49%, Parigi +0,45%, Madrid +0,36%. In rialzo Londra +0,57% dopo l’addio alla Ue e il calo della sterlina (-1,5% contro il dollaro, cambio 1,3). Brilla, nella City, Ryanair, +6,66%, che ha chiuso il terzo trimestre con un utile di 88 milioni di euro.

Dall’altra parte dell’Oceano, l’opening bell è intonata a Wall Street, che si sta muovendo in progresso con Amazon e Nike, il rimbalzo delle compagnie aeree e i dati macro soddisfacenti. 

Il coronavirus di origine cinese continua a fare paura e a pesare invece sul petrolio, tanto che il Brent crolla del 3,6% e scambia intorno a 54,59 dollari la barile. I cinesi oltretutto non sono per niente contenti di come gli Usa stanno affrontando la questione e dopo la schiarita sul fronte commerciale accusano Washington di aver diffuso il panico sull’epidemia decidendo di limitare i viaggi in Cina e favorendo i rimpatri dal paese asiatico. 

Nel complesso però i mercati sembrano aver ritrovato un po’ di fiducia, sostenuti anche dalle mosse della banca centrale cinese volte e a migliorare la liquidità e ad alleviare le pressioni sull’economia. L’oro, bene rifugio per eccellenza, si muove in calo a 1583,25 dollari l’oncia e anche i prezzi dei titoli di stato americani viaggiano in ribasso dopo il sell-off della scorsa settimana. Arretrano yen e franco svizzero, mentre il dollaro resta tonico: il cambio fra euro e biglietto verde è intorno a 1,106. 

Resta positiva anche la carta italiana: lo spread con il decennale tedesco scende 139 punti base (-1,52%) e il rendimento del Btp cala a 0,92%.

Un andamento che ha riflessi sulle banche di Piazza Affari, anche se la big cap migliore di oggi  è Nexi, +4,92%. La società di pagamenti elettronici guarda con ottimismo alla fusione tra le francesi Worldline e Ingenico per la nascita del quarto operatore mondiale nel settore, perché potrebbe contribuire ad accelerare il matrimonio con Sia.

Fra le blue chip in denaro c’è inoltre Prysmian, +3,98%, dopo le recenti perdite. Bene titoli finanziari come Finecobank +2,27%; Mediobanca +2,24%; Intesa +1,76%. Fra le banche resta negativa Bper -0,82%. Fra le utility Enel: +1,41%.

L’andamento del petrolio pesa sui titoli connessi: Saipem -1,63%; Tenaris -1,16%; Eni -0,38%. Male la Juventus -0,83%. Perdite anche per Telecom, -0,99%, che ha ricevuto una multa da 114 milioni di euro dall’Antitrust nell’ambito del procedimento contro la fatturazione a 28 giorni.

Fuori da listino principale Mediaset sale dello 0,88%. Il Biscione ha invertito la rotta, passando in positivo dopo la decisione del giudice del Tribunale civile di Milano, Elena Riva Crugnola, che ha rigettato le richieste di Vivendi e di Simon Fiduciaria dichiarando cessati gli effetti del provvedimento con cui il 4 novembre scorso era stato sospeso il progetto MFE, approvato dall’assemblea degli azionisti di Cologno Monzese del 4 settembre scorso. Comparando gli effetti che subirebbe Vivendi dall’esecuzione del progetto e quelli che subirebbe Mediaset dallo stop, la giudice ha valutato “la maggior rilevanza del pregiudizio in capo alla convenuta in caso di accoglimento delle istanze cautelari, istanze che vanno quindi rigettate”. Vivendi però annuncia un ricorso contro questa decisione. 

Ancora una seduta sugli scudi per Ascopiave, +2,38%, a seguito del doppio ingresso nel capitale di Hera (+0,24%) e A2A (+0,64%), rispettivamente con il 2,5% e il 4,16%

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