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Le Borse rimbalzano spinte da tech e petrolio, Tim brilla a Milano

I listini europei chiudono in rialzo l’ultima seduta di una settimana in altalena, spinti dal rimbalzo del petrolio e dal ritrovato ottimismo nella ripresa economica. L’indice Ifo che misura la fiducia delle imprese tedesche è salito a marzo, oltre le attese, a 96,6 punti.

La propensione al rischio parte da Wall Street, dove i titoli tecnologici e finanziari sono in rialzo, mentre gli investitori puntano su quella che dovrebbe essere la crescita più rapida dal 1984. A iniettare ottimismo è l’aggressiva campagna di vaccinazione anti-Covid messa in atto negli Usa, mentre l’Unione Europea sta cercando di usare tutte le sue armi per uscire dall’impasse iniziale e superare il rischio di carenza di vaccini per mancate consegne. Intanto c’è il via libera dell’Ema al commercio in Ue del vaccini prodotti nel sito tedesco di Pfizer e nel sito olandese di AstraZeneca. Secondo il Commissario per il mercato interno dell’Unione Thierry Breton l’Europa dovrebbe diventare il principale produttore al mondo di vaccini contro il coronavirus entro la fine dell’anno, con 52 fabbriche coinvolte nel processo in tutto il continente. Sul mercato valutario l’euro recupera qualche posizione sul dollaro e il cambio sfiora 1,18.

A guidare i rialzi del Vecchio Continente è Amsterdam che si porta sui massimi storici arrivando al traguardo di giornata con una crescita di +1,65%. Francoforte e Londra si apprezzano di un punto percentuale; fa ancora meglio Madrid +1,12%; è più arretrata Parigi +0,61%.

Milano guadagna lo 0,72%, trascinata da Telecom, +3,48%, in festa a seguito dell’assegnazione, fino al 2024, dei diritti tv della Serie A a Dazn, che su questa partita si è mossa con il supporto tecnologico dell’azienda di telecomunicazioni guidata da Luigi Gubitosi. Secondo fonti Reuters in base a questo accordo Tim garantirà il pagamento di oltre il 40% di quanto dovuto da Dazn alla Serie A.

Rimbalzano i titoli petroliferi, al termine di un’ottava sulle montagne russe insieme ai prezzi del greggio. Tenaris si apprezza del 36,4%. Più arretrate Saipem +1,35% ed Eni +1,19%. Bene Maire Tecnimont (+2,71%) e D’Amico (+5,48%), società attiva nelle petroliere per il trasporto del greggio. Si ricorda che i prezzi del petrolio hanno cominciato a impennarsi nei giorni scorsi, dopo l’incagliamento di una nave nel canale di Suez. La situazione sta costando cara al commercio mondiale, ma 13 petroliere ancora in fila per passare, con tempi incerti, spingono i costi dei future della materia prima. Il contratto Brent maggio 2021 si apprezza del 4,3% circa a 64,60 dollari al barile. Analogo andamento per il Wti che scambia attorno a 61,10 dollari. Ieri i prezzi erano crollati, in un clima di preoccupazione per la morsa pandemica in Europa e i conseguenti lockdown.

Tornando in Piazza Affari: performance positiva per Stm +2,29%, in scia ai tecnologici americani. Nella scuderia Agnelli preme sull’acceleratore Ferrari +2,15%, bene Stellantis +1,61%, mentre Exor sale dello 0,31% dopo i conti. Atlantia segna +1,62%, nell’attesa che sia presentata un’offerta per Autostrade per l’Italia, che secondo indiscrezioni di stampa potrebbe valorizzare la società oltre i 9,5 miliardi, anche se ieri Edizione ha detto “no” alla scissione della stessa Aspi. In negativo Diasorin -2,32%; Inwit -0,59%; Pirelli -0,76%. Banche trascurate.

Stabile l’obbligazionario: lo spread è 96 punti base (-0,8%) e il tasso del Btp sale leggermente a +0,61%. L’Ansa riferisce che la Corte costituzionale tedesca ha sospeso il processo di ratifica del Recovery Fund, a causa di un ricorso presentato con procedimento urgente contro il piano finanziato con debito comune. La corte suprema “ha deciso che il testo di legge” sul Recovery Fund, che era stato appena approvato dal Parlamento, “non deve essere firmato dal capo dello stato” in attesa che sia chiarita la situazione ed esaminata la fondatezza del ricorso. Non e’ stato comunicata la tempistica di una decisione sul ricorso.

Intanto in mattinata è andata bene l’asta di 6 miliardi di BoT semestrali e i rendimenti risultano in calo. Nel dettaglio sono stati piazzati buoni con scadenza 30 settembre 2021 con un rendimento medio pari a -0,486%, in calo di 6 punti base rispetto all’asta precedente. La domanda ha superato di poco gli 8,4 miliardi per un rapporto di copertura pari a 1,40.

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