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Le Borse rimbalzano: due i driver, Leonardo boom

Imagoeconomica

I listini europei rimbalzano nell’ultima seduta della settimana, grazie ad alcune trimestrali, alla ripresa del manifatturiero della zona euro a gennaio (che si è spinto ai massimi da tre anni), a una schiarita sul tema inflazione e aiuti negli Usa. Wall Street infatti si muove in territorio positivo, dopo un’apertura intonata, rassicurata dalle parole della segretaria al Tesoro Janet Yellen sulla necessità del piano di stimoli da 1900 miliardi di dollari. In sintonia con la ex presidente della Fed è il Fondo Monetario Internazionale, secondo cui il rischio inflazione resta basso anche con il piano Biden. Francoforte chiude in rialzo dello 0,78%, Amsterdam +0,84, Parigi +0,79%, Madrid +1,15%. Rimane un po’ indietro Londra +0,13%, r frenata dalla super sterlina, che scambia oltre 1,4 contro il dollaro. 

Nel giorno del debutto del presidente Usa Joe Biden e del premier italiano Mario Draghi all’incontro virtuale del G7, Piazza Affari segue la corrente e recupera lo 0,94%, portandosi a 23.136 punti dopo tre sedute in ribasso. Fra le blu chip è a due cifre la performance di Leonardo, + 10,05%, spinta da indiscrezioni stampa sul ritorno della controllata Drs al Nyse. Il via libera sarebbe atteso da un cda della prossima settimana, per un’offerta pubblica di vendita e sottoscrizione.

La società sarebbe valutata circa 3,5 miliardi di euro e, scrive il Messaggero, “la cessione del pacchetto azionario dovrebbe assicurare al gruppo italiano della difesa e sicurezza un introito pari a circa 2,1 miliardi”. Negli ultimi minuti di scambi Leonardo, su richiesta della Consob, a seguito dell’odierno andamento del titolo, ha reso noto che sta valutando la possibilità di procedere alla quotazione di Leonardo-Drs in un’ottica di creazione di valore per i propri azionisti, ribadendo però, come già comunicato il 9 di novembre 2020, che nessuna decisione formale in merito è stata ancora presa.

Medaglia d’argento di giornata è Moncler +5,42%, premiata per i risultati 2020, pubblicati ieri sera. I ricavi scendono del 12% a causa degli effetti negativi della pandemia, ma si assiste a un deciso recupero nella seconda parte dell’anno al traino della Cina. JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo a 52 euro da 50 euro precedente e Kepler Cheuvreux a 58 euro da 44. Il settore del lusso nel suo complesso di avvantaggia anche dei buoni risultati di Hermes. Salgono Cucinelli +1,93%, Tod’s +1,47%, Ferragamo +0,58%. 

Cnh compie un balzo del 4,16%, incoraggiata dai conti 2020 della concorrente Deere (+10,5% a New York), che ha rivisto al rialzo le previsioni di profitto per il 2021 dopo che l’utile è più che raddoppiato nel primo trimestre grazie a una crescita della domanda di macchinari agricoli e per le costruzioni e a un più alto tasso di adozione per le sue offerte tecnologiche. La società con base in Illinois ora si aspetta un utile netto tra 4,6 e i 5 miliardi di dollari, più dei 3,6-4 miliardi previsti in precedenza.

Gli acquisti sono tornati sulle banche: in particolare Bper segna +3,97%; Unicredit +2,57%; Banco Bpm +1,79%. Goldman Sachs, in un report, sostiene che i risultati del quarto trimestre delle principali banche italiane mostrano la capacità di una gestione efficace delle risorse in un ambiente caratterizzato da pressione sui ricavi e conferma il “buy” su Unicredit e Intesa (+1,37%), estendendolo a Bper, mentre il rating per Banco Bpm ed Mps (+1,92%) è “neutral”.

Il mercato premia Eni, +1,11%, dopo i risultati 2020 e il piano al 2024 (che prevede un incremento della cedola dell’8% e la spinta sulla decarbonizzazione delle attività della major), nonostante il calo odierno del petrolio. Il Brent cede lo 0,75% e scambia a 63,45 dollari la barile, mentre il greggio texano perde oltre un punto percentuale e tratta sotto i 60 dollari, con il cessato maltempo in Texas e dopo che Usa  hanno annunciato di voler avviare colloqui con l’Iran.

Dopo un andamento in rosso sui mercati asiatici è invece in lieve recupero l’oro e il future aprile 2021 sale dello 0,6% a 1785,70 dollari l’oncia. Fra le blue chip di Piazza Affari registrano pesanti ribassi Diasorin -5,2%; Inwit -2,41%; Prysmian -1,84%; Amplifon -1,58%, mentre le perdite sono frazionali per le utility. Lo spread torna a invertire la rotta e oggi scende del 5,86% a 93 punti base, con il tasso del decennale italiano che riavvolge il nastro fino a +0,61%, dopo una fase di crescita in sintonia con un rialzo dei tassi dei bond in tutto il mondo.

Sul mercato valutario l’euro recupera quota 1,21 sul dollaro. A febbraio l’indice Pmi manifatturiero dell’Eurozona si è portato a 57,7 punti dai 54,8 di gennaio: si tratta del massimo da 36 mesi. Secondo Ihs Markit la produzione manifatturiera ha accelerato al ritmo più alto dallo scorso mese di ottobre ed è il secondo incremento più rapido negli ultimi tre anni sostenuto dall’impennata di nuovi ordini. L’indice composito però resta sotto il livello di 50 a febbraio (48,1, sebbene in recupero rispetto a gennaio, 47,8), pagando dazio all’andamento dei servizi, con l’indice pmi ai minimi da tre mesi. In Italia, l’Istat ha tracciato inoltre una ripresa dell’inflazione con un +0,7% a gennaio rispetto al mese precedente.

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Categories: Finanza e Mercati